D'Alema e Abu Mazen, un incontro inutile se fa il gioco di Hamas 05/09/2007
Si fa fatica a capire quali siano le ragioni che hanno spinto il nostro ministro degli esteri ad incontrarsi di nuovo con l’Autorità palestinese. Novità che lo giustifichino non ce ne sono, dato che anchel’ultimo incontro Olmert-Abbas non ha prodotto nulla di nuovo. In più, Tzipi Livni ha avvertito Condi Rice che non bisogna farsi eccessive illusioni sull’incontro di novembre a Washington, nessuna “ aspettativa irragionevole”, ha dichiarato lunedì incontrando il primo ministro Salam Fayad. Che ci sia andato a fare D’Alema è quindi un mistero, anche perchè, ad ogni iniziativa, la nostra politica estera si ingarbuglia sempre di più. Mentre da un lato si presenta come il propugnatoreverbale per eccellenza della pace, dall’altro non perde occasione per presentarsi -a differenze degli altri stati europei e dell’Unione europea – come il sostenitore del “dialogo” con Hamas e con gli stati che aiutano gruppi e movimenti terroristi. La scusa del dialogo, che non ha mai portato alla sconfitta di nessun terrorismo, è naturalmente brandita per addossare a Israele tutte le responsbilità, in una situazione politica che vede lo stato ebraico privo, al momento, di qualsiasi soluzione immediata per mancanza di un vero partner con il quale condurre le trattative. Abbas (Abu Mazen), pur dichiarandosi arcinemico di Hamas e difensore delle posizioni moderate, riesce inrealtà a sopravvivere, forse non solo poltiticamente, grazie alla presenza dell’esercito israeliano, che finora ha impedito ai padroni di Gaza di estendere il loro potere anche sulla Cisgiordania. Sia Abbas, che Prodi e D’Alema, sanno benissimo che per Israele sarebbe un suicidio avere ai propri confini uno stato governato da Hamas. L’aeroporto di Tel Aviv dista cinque km in linea d’aria da quello che che dovrà essere il futuro stato palestinese. E’ immaginabile che a governarlo siano gli stessi che da Gaza, in due anni non sono riusciti a fare altro che lanciare missili Kassam su Israele e fare un colpo di stato contro l’Anp impadronendosi del potere ? E’ evidente che no, ma Prodi e D’Alema fanno finta di non saperlo, o forse non ci arrivano proprio, il che fa lo stesso, il risultato non cambia. Salutato Mahmoud Abbas, D’Alema andrà a trovare Ehud Olmert, che lo riceverà con i soliti sorrisi che non si negano mai a nessuno, gli dirà anche lui che è “irragionevole”, vista la situazione interna palestinese, farsi delle eccessive speranze sulla conferenza di novembre. Far retrocedere Hamas, sembra che abbia detto D’Alema, bene, ci spieghi come, senza tante inutili chiacchiere.