Non so fino a quando continueremo a crederci un paese europeo a pieno titolo. Ne mancano i presupposti, e per sincerarsene niente di meglio che dare un’occhiata alla politica estera del nostro governo. Non solo in Europa, ma persino alle Nazioni Unite, il segretario generale Ban Ki-moon riconosce che la Siria non solo non fa nulla per combattere il terrorismo, ma, al contrario continua tranquillamente a servire da confine aperto per l'ingresso nella regione di armi e munizioni che hanno praticamente ricostruito l’arsenale degli Hezbollah. Lo stesso Ban Ki-moon ha ricordato il ruolo determinante dell’Iran nella destabilizzazione della regione, mentre anche i ciechi si sono resi conto dell’inutilità della missione Unifil che avrebbe dovuto agire per lo meno contro il riarmo delle varie milizie locali. Non che sia difficile capire le ragione del perchè le cose vanno in questo modo, l’ha spiegato con estrema franchezza Prodi ad Abu Mazen durante l’incontro a Ramallah del 10 luglio scorso, quando gli ha detto che un invio in Cisgiordania e Gaza di una forza di interposizione, date le quasi nulle di garanzie di sicurezza per i soldati, non era nemmeno ipotizzabile. Il che vuol dire che lo forze Onu, che credevamo dovessero servire per dirimere i conflitti, non possono essere inviate se la situazione non è calma, come ha chiarito senza ombra di dubbio Prodi. E sarà anche per questo che il presidente della commisssione esteri del Senato Lamberto Dini si è recato a fine giugno in missione ufficiale in Siria, traendone dei giudizi a dir poco sconcertanti. “ La Siria potrebbe diventare una polveriera perchè i suoi giovani si orientano sempre di più verso il fondamentalismo islamico, perchè non vedono una prospettiva di pace per il loro paese”, ha dichiarato in ua intervista al Corriere, nella quale sembrava Gianni Minà quando va in estasi di fronte a Fidel Castro. Cambia il dittatore, invece del barbuto cubano c’è Assad, ma la dinamica è sempre uguale. Perchè sono inquieti i Siriani ? Ma che diamine, lo sono, dice Dini, perchè Israele non dimostra nessuna vera volontà di restituire il Golan, "dopo quarant’anni di occupazione rifiuta qualsiasi iniziativa di pace". Chissà se Dini si è mai chiesto come i siriani usavano quelle alture prima che venissero “occupate” da Israele, ma ci rendiamo conto di quanto sarebbe irriverente porgere una simile domanda all’inviato di un governo dove il ministro degli esteri D’Alema ha appena detto che bisogna smetterla di applicare sanzioni all’Iran, poco importa se costruirà la bomba nucleare, è il dialogo che serve, quello che l’Italia ha applicato con successo negli ultimi decenni attraverso le complicità con il terrorismo arabo in cambio di una relativa esclusione dai progetti di stragi. Per Dini, quindi, è lui a dirlo, la Siria non rappresenta una minaccia. Andasse a chiederlo ai libanesi, potrebbe dirlo anche a loro, come fa con Israele, land for peace, un discorso che alla Siria piace e capisce subito, l’aveva applicato così bene quando il paese dei cedri l’aveva di fatto occupato. Dini supera decisamente Minà quando afferma che “ c’era il sospetto che in Libano filtrassero armi, per questo la Siria ha mantenuto aperto un solo valico di confine, così da poter controllare meglio ed evitare che questo passaggio di armi avvenisse”. Come l’omicidio di Hariri, “ che interesse poteva avere la Siria, forse è stato progettato da qualcun altro per poi far ricadere la colpa su Damasco”. E in quanto ad Hezbollah, Dini è tranquillo, "è un’importante componenete del Parlamento libanese, davanti al suo leader Nasrallah si inchinano tutti con rispetto per la sua saggezza”. Mettiamo le virgolette affinche il lettore si renda conto che simili follie sono veramente parto della mente del presidente della commissioni esteri del Senato. Per questo dicevamo all’inizio che non c’era da stupirsi se l’Italia non è un paese europeo come gli altri, quando persino uno come Fassino, del quale non abbiamo mai capito come potesse fregiarsi dell’etichetta di amico degli ebrei quando è il segratario di un partito che ha come organo di stampa l’Unità, uno dei fogli che a sinistra più a contribuito a disinformare i suoi lettori sulla realtà mediorientale. Ms così è, anche se non ci pare, pure lui, mentre D’Alema rialzava le quotazioni dell’Iran, Fassino rimproverava Israele perchè si rifiutava di negioziare con Hamas, tale quale, come se non avesse sguito nemmeno un TG negli ultimi due mesi, fosse arrivato fresco fresco da un eremitaggio valdostano, ignorando cos'era avvenuto a Gaza. In merito ad Hamas, avesse detto almeno che bisognava accelerare i rapporti con Abu Mazen, no, ha detto proprio con Hamas, il che significa rifilare una barrata sui denti ad Abu Mazen e al progetto di uno Stato palestinese non propriamente terrorista. Fin qui abbiamo scritto di cose inerenti alla politica, ma avremmo potuto benissimo buttare giù i testi per qualche spettacolo demenziale televisivo. Con questi attori, e garantita la consulenza di Minà, l’effetto comico è garantito. Angelo Pezzana da Shalom dell'agosto 2007
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