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La Repubblica Rassegna Stampa
30.08.2007 A Berlino torna a fiorire la vita ebraica
riapre la più grande sinagoga della città, devastata dai nazisti

Testata: La Repubblica
Data: 30 agosto 2007
Pagina: 19
Autore: Andrea Tarquini
Titolo: «Il volto nuovo della vecchia Berlino così la città torna culla dell´ebraismo»
Da La REPUBBLICA del 30 agosto 2007:

BERLINO - Riapre la più grande Sinagoga di Berlino, viene inaugurato un centro dell´organizzazione mistica Chabad Lubavitch. E intanto il museo ebraico e il memoriale dell´Olocausto attirano sempre più visitatori. Nella capitale dove Hitler fondò il Terzo Reich, nella città dove il Fuehrer e i suoi gerarchi pianificarono le persecuzioni e poi la «Soluzione finale», l´Olocausto, la vita ebraica torna a rifiorire. Sempre più attiva e vivace, riprende radici nella metropoli che, prima del nazismo, era stata il più importante centro dell´ebraismo europeo.
«È una benedizione per l´idea che la Germania ha di se stessa», commenta lo storico professor Michael Stuermer, ex consigliere di Helmut Kohl. «Non vuol dire dimenticare, ma si è avviato un processo di guarigione degli spiriti». Il grande momento solenne verrà domani, alla Rykestrasse, nel cuore di Prenzlauerberg, il quartiere chic-alternativo dell´Est. Là riaprirà i battenti la più vasta sinagoga della città. Era stata costruita nel 1904, quando gli ebrei erano l´élite imprenditoriale, scientifica e artistica della Berlino del Kaiser.
L´architetto Johann Hoeniger la volle come «tempio per mille uomini, mille donne, mille luci». In stile classico, è stata restaurata con cura dagli architetti Ruth Golan e Kay Zareh. «A Berlino, per fortuna, gli ebrei non vivono più col sentimento di dover abitare con le valigie già pronte», dice Stuermer. La città che subì Hitler, la Shoah, la guerra, poi il Muro, è diventata la capitale del paese in cui la comunità ebraica registra la crescita più veloce del mondo. Già dieci sinagoghe, 12mila esponenti, un´attiva presenza nella vita culturale, economica e nei media. Si torna a prendere radici, e ci si sente abbastanza forti e sicuri anche da dividersi: confronti e polemiche tra ebrei liberali e ortodossi sono vivacissimi a Berlino. Una nuova roccaforte della mistica ortodossa sarà il centro Lubavitch. Con una Sinagoga, una Mikve (il luogo del bagno rituale), una biblioteca, un ristorante. E una riproduzione del Muro del Pianto, lunga ben trenta metri. «Vogliamo vivere qui secondo le nostre tradizioni», spiega il rabbino Yehuda Teichtal, trasferitosi da Brooklyn.
La sinagoga di Rykestrasse fu l´unica che i nazisti non dettero alle fiamme: non volevano mettere in pericolo gli edifici «ariani» circostanti. Ma la devastarono, distrussero i libri sacri, la trasformarono in centro amministrativo militare. Prima di Hitler, le sinagoghe qui erano 170, gli ebrei più famosi erano geni di livello mondiale, da Einstein a Rathenau. Furono spazzati via dalla ferocia del regime: prima venne, già nell´aprile 1933, l´esproprio di ogni loro bene. I tedeschi ariani rimasero a guardare, i più ricchi tra loro si arricchirono. Poi nel 1938 il Pogrom della Notte dei cristalli. Poi la Conferenza di Wannsee, la «soluzione finale», il genocidio con la perfezione industriale made in Germany. Adesso, con la nuova diaspora dall´est, la cultura ebraica torna ad arricchire Berlino. Riporta in città, secondo Stuermer, quello spirito borghese illuminato, quella cultura, che la città aveva perso con i suoi ebrei. «Ma la ferita ha bisogno di molto tempo per rimarginarsi: il faut donner du temps au temps».

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