Chi sostiene Hamas non è dalla parte dei palestinesi tanto meno di quelli "moderati"
Testata: L'Opinione Data: 27 agosto 2007 Pagina: 0 Autore: Paolo Della Sala Titolo: «Hamas è contro i Palestinesi»
Da L'OPINIONE del25 agosto 2007:
Per anni le sinistre mondiali ci hanno spiegato che non era giusto limitarsi a sostenere la causa di Israele ma che conveniva piuttosto sostenere le ragioni degli “arabi moderati”. Però, quando i moderati di Mahmoud Abbas sono stati sopraffatti dagli integralisti di Hamas, il nostro governo ha assunto una posizione di “comprensione e dialogo” nei confronti dei golpisti che hanno conquistato la Striscia di Gaza a forza di mitragliate. A conferma di questo dilettantismo diplomatico sono arrivate le osservazioni dell’ambasciatore Usa Spogli. Spogli ribadisce gli slogan che fino a ieri appartenevano a D’Alema: la necessità di mantenere un netto sostegno ai moderati come il leader dell’Olp, ed evitare ogni singola iniziativa al di fuori del Quartetto, per non esercitare indebite intromissioni negli affari interni di altri paesi. Si tratta di una critica feroce della politica estera diessino-rifondarola. Molti fatti confermano gli errori italiani. Ieri a Gaza migliaia di dimostranti pro-Fatah si sono riuniti dopo la Jumaa (la preghiera del venerdi), e hanno sfilato nelle strade con le loro bandiere, scandendo slogan contro l’incitamento jihadista, proclamato dagli imam durante il sermone del venerdì (Khutbah).
I dimostranti si sono poi concentrati sotto il palazzo al Saraya, sede delle milizie di Hamas, e hanno lanciato sassi contro l’edificio. A quel punto le milizie di Haniyeh hanno cominciato a sparare, e alcuni militanti di Fatah risultano feriti. Hamas ha cercato confiscare telecamere ai diversi giornalisti presenti alla manifestazione. Quando i miliziani hanno bloccato il cameraman di Reuters tv, i sostenitori dell’Olp hanno fatto scudo in sua difesa impedendo l’arresto del giornalista. Gli uomini di Hamas sono stati insultati con l’appellativo di “sciiti”, alludendo alla sottile alleanza tra il movimento di Haniyeh e il regime iraniano. I miliziani hanno però bloccato un fotografo di France Press, un cameraman di Russia today, e hanno distrutto una telecamera di Al-Arabiya. Se Prodi vuole dialogare con costoro, sappia che troverà un’ostilità crescente, in Italia, nel mondo, e nella stessa Palestina, dove è stato condotto un sondaggio - pubblicato due giorni fa dal Jerusalem Post - (margine d’errore dichiarato:3%). I palestinesi preferiscono il governo di Salam Fayyad (Olp) a quello di Hamas nella misura del 47%, sia nella Cisgiordania che nella Striscia di Gaza. La popolarità di Hamas è scesa di otto punti. Ciò non succede a caso: la fame impera, e i servizi di Nettezza urbana sono a livelli da Napoli, col personale in sciopero perché privo di stipendio da diversi mesi, incendio di cassonetti etc.
Poco contano le misure populiste: posto di fronte a responsabilità di governo il mito delle charity jihadiste è naufragato. Qualche successo ha invece avuto il tentativo di instaurare “decenza e rispettabilità” sulla spiaggia di Gaza. Il sito si chiamava “bungalows” (Shaleat), ed era frequentato dalla middle class palestinese. Adesso la spiaggia ha cambiato nome e si chiama Istiraha al-Aqsa (Area di riposo al-Aqsa). Uomini e ragazzi fanno il bagno, mentre le donne pensano ai piccoli, opportunamente velate. L’orologio della Storia a Gaza è tornato indietro, e i sostenitori di queste iniziativa considerano un valore la partenza dei “debosciati di Fatah” e i controlli ossessivi della Forza Esecutiva (un solo minuto per bloccare chiunque cerchi di agganciare una donna). In compenso i prezzi per accedere alla spiaggia sono diventati popolari. Ma il neocomunismo di Hamas è buono per i gonzi. Non a caso le iniziative italiane in Palestina sono clamorosamente isolate. Lottare per mangiare è dura necessità, ma lottare per dominare la scena mondiale è ridicolo.
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