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Il Foglio Rassegna Stampa
24.08.2007 Cambieranno le regole d'ingaggio di Unifil ?
intanto in Afghanistan i talebani attaccano le truppe italiane

Testata: Il Foglio
Data: 24 agosto 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Intini vola a Beirut per le nuove regole d’ingaggio di Unifil 2 - Mangusta italiani contro i talebani.»
Dal FOGLIO del 24 agosto 2007, un articolo sulla diplomazia italiana, in particolare in Medio Oriente:

Orecchio a Gerusalemme. Il viceministro con delega per il medio oriente, Ugo Intini, partirà domani per il Libano. Si punta alla presidenza italiana del Tribunale dedicato all’ex premier Rafiq Hariri, ma a Beirut si discuterà pure la possibilità di ridefinire la missione Unifil2, come richiesto da Israele: si potrebbero modificare le regole di ingaggio, offrendo ai Caschi blu la possibilità di perquisire le case sulla sponda nord del Litani. I militari italiani avrebbero così più libertà e la missione assumerebbe un profilo concreto. E’ stato proprio il generale Claudio Graziano, l’8 agosto, a spiegare al Foglio che la sua missione ha trovato nella regione poche armi e un centinaio di bunker abbandonati da Hezbollah, ma soltanto perché non è nel mandato di Unifil la ricerca e la confisca nel sud del Libano, né tantomeno il disarmo del movimento sciita che l’estate scorsa ha combattuto contro Israele per 34 giorni. Gerusalemme potrebbe presentare la proposta al Consiglio di sicurezza nei prossimi giorni, dopo la lettura dei rapporti dell’intelligence militare israeliana che paventa un massiccio riarmo di Hezbollah. Per motivare la richiesta dovrebbe però rendere noto un rapporto delicato, mettendo a rischio informazioni e informatori. Intini ha avuto mandato di discutere questa delicata “ridefinizione” dal ministro, sarà poi Massimo D’Alema a prendere la penna per firmare l’autorizzazione. L’ambasciatore a New York, Marcello Spatafora, è già stato mobilitato.

Verso la Lega araba. Il ministro degli Esteri si gode gli ultimi giorni di ferie, ma nei suoi uffici ci si impegna pure ad agosto: c’è in cantiere la prima missione di peso della nuova stagione, l’Egitto. Massimo D’Alema ha telefonato spesso al presidente Hosni Mubarak nelle ultime settimane e il rispetto di cui gode al Cairo potrebbe portare il vicepremier a presiedere alcune riunioni della Lega araba, a settembre, prima di partire per New York, dove sarà a poche poltrone di distanza dal segretario di stato, Condoleezza Rice, nel summit dedicato al medio oriente.

La doppietta di Spogli / 1. Il ministro Massimo D’Alema ieri pareva informato della lettera che l’ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli, ha imbucato sulla prima pagina del Corsera. Per la feluca statunitense “è fuorviante sostenere che coloro che rifiutano le condizioni del Quartetto possano far parte dell’accordo”. “Eppure D’Alema e Prodi di tanto in tanto lo sostengono”, hanno aggiunto alla Farnesina sfogliando il Corsera. Il premier ci ha più volte spiegato che Hamas esiste e bisogna aiutarlo a evolversi”.

La doppietta di Spogli / 2. Agli Esteri c’è pure chi nota che D’Alema – non ancora rientrato – sia rimasto sorpreso dall’intervento di Spogli al Meeting di Rimini. L’ambasciatore ha invitato l’Italia a fare di più nell’innovazione, riproponendo un tema che ha già scatenato un caso diplomatico tra i paesi.

Il diplomatico-venditore. Al salone dell’aeronautica di Mosca è stato il presidente Putin a visitare lo stand della Finmeccanica, guidato dall’ambasciatore Vittorio Claudio Surdo, visibilmente orgoglioso dell’onore e lieto di conoscere Alexei Fyodorov, ad della Uac, il gruppo che riunisce le principali aziende aeronautiche russe. Una nuova connotazione della diplomazia applicata alle esportazioni di armi con prospettive ottimistiche sia nei paesi del Golfo sia in Russia.

I combattimenti tra truppe italiane e talebani in Afghanistan:

I Mangusta in azione. Nel pomeriggio del 22 agosto una pattuglia del contingente italiano, nel corso di un’attività di perlustrazione nella provincia di Farah, è stata attaccata con armi leggere e lanciarazzi. Tre dozzine di fanti della forza di reazione rapida, a bordo dei veicoli VTLM, hanno affrontato almeno 25 talebani o miliziani narcos chiamando in soccorso due elicotteri da combattimento Mangusta giunti da Herat. Secondo il comunicato del Comando regionale ovest, gli elicotteri da combattimento hanno fornito “supporto al disimpegno” senza specificare se, come probabile, abbiano disperso i nemici utilizzando le armi di bordo. Nello scontro, durato circa mezz’ora, non ci sono state vittime tra gli italiani, mentre non sono stati forniti dati circa i caduti talebani. Da quando, a fine giugno, sono giunti a Herat i cinque A-129 Mangusta della Brigata aeromobile Friuli vengono impegnati quasi ogni giorno in missioni di scorta ai convogli, alle pattuglie e ai distaccamenti delle forze speciali. Nonostante il silenzio del ministero della Difesa, è certo che in almeno una occasione l’azione a fuoco degli elicotteri italiani si è rivelata risolutiva per salvare 40 militari afghani e 27 spagnoli caduti in un’imboscata, il 10 agosto, nella provincia di Badghis, assegnata al contingente di Madrid. In quella battaglia, una trentina di talebani vennero uccisi dal fuoco dei Mangusta e dai raid di quattro jet americani e francesi.

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