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Angelo Pezzana
Israele/Analisi
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Se io fossi palestinese 22/08/2007
 Questo breve poema in prosa è uscito su internet nella primavera del 2001,  qualche mese prima che fosse on-line Informazione Corretta. Lo riprendiamo e lo inseriamo nella rubrica degli articoli da Israele:


Se fossi palestinese vorrei vivere in uno stato palestinese. Vorrei
un presidente della repubblica palestinese,un governo palestinese,
dei ministri palestinesi, una polizia palestinese, un esercito
palestinese, degli ambasciatori palestinesi. Se fossi palestinese
vorrei che anche i miei futuri concittadini palestinesi vivessero in
uno stato palestinese come io lo sogno. Uno stato non tanto diverso
da Israele. Come Israele lo vorrei democratico, con un parlamento
vero e non con una finzione di parlamento come purtroppo abbiamo
oggi. Vorrei un leader che fosse eletto democraticamente, e poterlo
cambiare se la maggioranza dei futuri cittadini dello stato
palestinese lo ritengono opportuno. Vorrei che la storia fosse
insegnata in modo veritiero, così come la leggo sui libri scritti in
tutte le lingue tranne che in quella araba.

Se fossi palestinese non vorrei più essere ingannato sulle origini
del mio popolo e della mia storia, vorrei che tutti i miei
concittadini sapessero, come lo so io, che fin dall’antichità non è
mai esistito prima uno stato palestinese mentre era esistito il
regno d’Israele, distrutto dai romani nel 70 dell’era volgare.
Vorrei che anche loro sapessero che se ci chiamiamo palestinesi è
grazie anche ai romani distruttori del regno d’Israele. Senza di
loro questa regione non si sarebbe mai chiamata Palestina. Se fossi
palestinese vorrei che il mio futuro stato assomigliasse ad Israele,
dove i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge, dove non vi
sono processi sommari e fucilazioni, dove se ti bussano alla porta
non pensi che vogliano portarti via e sopprimerti perché non la
pensi come il raiss di turno. Dove i diritti civili sono una
conquista acquisita, dove ci sono molti partiti che esprimono
liberamente le opinioni di tutti. Dove l’uguaglianza fra i sessi è
reale e la discriminazione in base all’orientamento sessuale è
assolutamente bandita.

Se fossi palestinese vorrei vivere in uno stato in pace con i suoi
vicini, dove il denaro pubblico viene speso nell’interesse dei
cittadini e non in armi da usare contro altri stati confinanti. Se
fossi palestinese vorrei mandare i miei figli in una scuola dove si
insegnasse il rispetto verso tutti e non si instillasse odio nei
confronti degli “altri”, come capita adesso nelle scuole palestinesi
dove si insegna ad odiare e a uccidere gli ebrei. Se fossi
palestinese imparerei dagli ebrei come si organizza uno stato
democratico, perché vivendo in Israele ho capito che senza
democrazia anch’io, palestinese, non potrei vivere. Una democrazia

Angelo Pezzana


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