Con gli occhi del nemico David Grossman
Traduzioni di Elena Loewenthal e Alessandra Shomroni
Mondadori Euro 12,00
I quattro saggi che compongono il volume “Con gli occhi del nemico” recentemente pubblicato dalla casa editrice Mondatori, sono interventi che lo scrittore David Grossman ha tenuto nel corso di conferenze, due dei quali apparsi anche nei quotidiani italiani.
Come per Amos Oz è importante mettersi nei panni dell’altro e immaginare il suo modo di pensare, anche per Grossman non si può prescindere dal pensare il nemico; “pensarlo con rispetto e profonda attenzione come una persona, una società o un popolo”.
Grossman è convinto che conoscere il nemico dall’interno possa servire a cambiare la realtà, cosicché questo nemico cessi gradualmente di essere tale.
Che cosa significa vivere senza un nemico? Crescere i tuoi figli senza il quotidiano terrore che ogni momento ti possano essere strappati via? E’ una domanda complessa quella che si pone lo scrittore israeliano da cui scaturisce un’amara riflessione sulla situazione politica israeliana e sull’attuale leadership al governo.
Eppure c’è qualcosa che uno scrittore può fare per aiutare il suo paese a risolvere il conflitto nel quale si dibatte e ritrovare la pace. Grossman non ha dubbi: uno scrittore può raccontare, dare vita a storie e personaggi che consentano ai lettori di guardare la realtà con gli occhi dell’”altro”, di immedesimarsi nella sua vita e condividerne le sofferenze.
Per Grossman scrivere è un atto di protesta e di ribellione contro la tentazione di rinchiudersi in sé stessi, di erigere una barriera “quasi impalpabile, ma incredibilmente funzionale” fra se e gli altri.
Ecco allora che la scrittura assurge ad un ruolo importantissimo: rendere il mondo meno ostile, il linguaggio più vitale e non più ostaggio degli stereotipi creati dall’odio e la sofferenza che la perdita di una persona cara comporta, meno paralizzante.
Giorgia Greco