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Il diffamatore Sandro Viola 20/08/2007

Sandro Viola omette una enorme fetta della storia e scrive solo quella parte che e' rimasta impressa nella sua memoria, la quale pero' e' parziale, errata e profondamente diffamatrice. Io non sono uno storico, e valuto che sicuramente in Israele ci siano fior di storici che per ogni frase piena di veleno scritta da Viola nei confronti di Israele, saprebbero meglio di me dimostrare come trattasi di bugie grosse come dei grattacieli.

Ma comiciamo dall' inizio : dice Viola che in Israele ci sono oggi quattro o cinque buoni ristoranti. E' probabile che LUI conosca  solo quattro o cinque buoni ristoranti, ma io che ci vivo, e amo la buona tavola, posso dire che oggi ci sono in Israele migliaia (!!!) di ottimi ristoranti. Come al solito, le persone che diffamano Israele su Repubblica, ma anche su altri giornali, conoscono solo una minuscola parte della realta' israeliana, sia perche' non ci vivono, o se anche vivono per alcuni brevi periodi da queste parti, lo fanno come fossero degli stranieri, che non fanno veramente parte della realta' del paese cui sono ospiti. Come conseguenza costoro non descrivono la realta' per quella che essa e', ma la storpiano, per farla quadrare nella propria immaginazione, e quella di Viola e' identica a quella di coloro che facevano certe cose sessanta anni fa in Europa, ma se dicessi la definizione che piu' calza a pennello il vostro Sandro Viola, dovreste censurarla, per non avere guai legali. Ma come israeliano provo tanto enorme disgusto a leggere le diffamazioni scritte da Sandro Viola. Costui si chiede come mai ci siano oggi gli asti tra quelli che lui chiama i "palestinesi" (si "dimentica" che fino al 1948 i "palestinesi" erano cosi' chiamati gli ebrei di Palestina, mentre gli arabi erano chiamati semplicemente "arabi", anche perche' costoro erano in gran parte IMMIGRATI da tutti i paesi limirofi e non si poteva avvertire nessuna differenza sostanziale tra loro e i loro vicini del Libano o della Siria, per esempio, da dove infatti erano originari) e gli israeliani. Questi asti ci sono anche a causa dell'opera di diffamazione, come quella che lui mette in atto nel suo articolo, altroche'. Viola fa opera di demonizzazione, dipinge con paro le velenose tutto quanto concerne gli israeliani, al contrario descrive con parole piene d'amore tutto quanto concerne i cosidetti "palestinesi" (usero' questa definizione d' ora innanzi, perche' e ' dettata dal politically correct odierno).  

Dice Viola che gli unici buoni scrittori israeliani sono venuti fuori in Israele negli anni ottanta, e sono (secondo lui…) Oz, Yehoshua e Grossman. Questa e' diffamazione bella e buona, dettata dalla sua profondissima ignoranza. Per lui Shai Agnon, Shalom Aleichem, Shlonsky, Mendele, Brenner, Yeoram Kaniuk, Shulamit Lapid, Haim Nahman Bialik, David Sachar, S. Yzhar, Aharon Appelfeld, Y. Sobol, Ephraim Kishon, Y. Shabtai, E. Tammuz, Knaz, Ruth Almog, Meir Shalev, le meravigliose poetesse Rachel Bluwstein, Lea Goldberg, Naomi Shemer, i poeti Tchernichowsky, Nathan Alterman, Nathan Zach, Zwi Greenberg, i drammaturghi Yehuda Amihai, Hanoch Levin, Nissim Aloni, Edna Mazya , ecc. ecc., TUTTI PREDECESSORI O CONTEMPORANEI dei tre scrittori citati da Viola, sono insignificanti ? La verita' e' che i tre scrittori citati da Viola hanno preso negli anni ottanta posizioni aperte contro il partito Likud, che e' stato al governo dalla fine degli anni settanta al 1992, perche' sostenevano che la costruzione degli insediamenti in Giudea Samaria e Gaza era una cosa sbagliata. Questa posizione, e' stata fatta propria dalla maggioranza degli israeliani sia nel 1992 con il voto dato a Rabin, che con i voti dati recentemente a Sharon e Olmert, i quali hanno riveduto le proprie posizioni e si sono recentemente allineati con le posizioni di Rabin e del partito laburista israeliano. Pero' i tre scrittori israeliani sono stati adottati dalla sinistra anti-israeliana d' Italia come gli unici portavoci dell' Israele "buona" rispetto a quella estremamente "cattiva", rappresentata per loro da chi fosse a favore delle posizioni del Likud. La realta' e' notevolmente piu' complessa, ma le ingiurie sono cose che piacciono a quei giornalisti che ci campano su molto bene sparando diffamazioni anti-israeliane sui giornali italiani. Naomi Shemer e' stata una grandissima poetessa e compositri ce di canzoni, anche se aveva posizioni politiche vicine a quelle del Likud. L' arte non e' "buona" se di un partito o "cattiva" di un altro. Mi ricordo che in Italia si diceva che Lucio Battisti non era bravo perche' non votava per il PCI. Questa e' ignoranza e diffamazione. Inoltre Israele e' un paese fondato nel 1948, la lingua ebraica era una lingua che non era stata parlata per millenni, e la sua rinascita e' avvenuta nella Palestina, prima desertica, poi popolata da immigrazioni di ebrei e arabi, e successivamente in Israele. Quindi parlare male della letteratura e della poesia in ebraico e' come avere un comportamento arrogante e bullesco con persone particolarmente deboli, rachitiche, basse e magroline : e' facile parlare male di una cosa piccola e appena nata. Oggi ci sono scrittori israeliani immensi come Uzi Weil (il mio scrittore israeliano preferito) che non sono nemmeno stati mai tradotti in altre lingue, c'e' un fiorire della cultura in Israele, ma a Viola le cose buone di Israele non interessano. Lui e' pagato per fare quello che fa.

Poi Viola parla di "moti" arabi e di "terrorismo" degli ebrei. Qui arriviamo a Goebbels allo stato puro. Mio nonno nel 1936 perse il negozio, la casa e la salute a causa di tali "moti" innocenti. Mio padre mi racconto' che alcuni arabi erano arrivati a Jaffa raccontando che gli ebrei avevano ucciso un arabo : trattasi delle solite ingiurie anti-ebraiche (non dimentichiamo che era il 1936, e il Mufti era legato a Hitler allora, questo a Viola non interessa dire… chissa' come mai…), nessun arabo non era stato colpito da nessun ebreo, in realta' qualcuno aveva interesse ad emulare i pogrom europei, ed infatti scoppio' il pogrom del 1936 (quello che Viola chiama "moti"…) : mio nonno aveva un negozio a Jaffa. Non solo gli arabi gli bruciarono il negozio, ma arrivarono persino a mettere a fuoco e a radere al suolo la sua casa nel sud di Tel Aviv. Mio nonno fu sfollato con mogle e q uatto figli piccoli e a carico, in una scuola di Tel Aviv. Il nonno perse la salute in quella circostanza e divenne un disoccupato. Mio padre dovette andare a lavorare per aiutare l' economia della famiglia, che aveva perso anche la casa. Allora non era come oggi : i soldi erano pochi per tutti e in Palestina gli ebrei vivevano con pochissimo ; ci credo che la cucina israeliana fosse spartana : era un paese con una popolazione poverissima, che doveva arrangiarsi con poche cose. Viola critica la cucina israeliana degli anni settanta senza chiedersi del perche' le cose fossero cosi'.

Quindi nei "moti" del 1936 non ci fu nessun fantomatico "terrorismo" ebraico, checche' ne dica Viola il diffamatore, c'erano si' stati pogrom, questo si' .

Per quanto riguarda il cosiddetto "terrorismo" dell' Irgun, qui siamo sempre nei grossi meadri che Goebbels ha saputo rivelare. Non e' mio compito spiegare qui al lettore cosa successe allora e quale ruolo ebbe l' Irgun, perche' e' un argomento da trattare in modo serio e da parte di storici seri, non da un giornalista diffamatore, ma parlare di un fantomatico "terrorismo" ebraico senza citare gli attacchi bestiali e brutali degli arabi (che arrivarono a mangiare parti umane…) e' mancanza di buona fede tirata verso il colmo del colmo.

Alberto Levy
questo e' il link dell' articolo di Viola :
 
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=110&id=21660


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