Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein".
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)
Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine.
Condannata a morte in Iran perché lesbica ha chiesto asilo in Germania
Testata: Corriere della Sera Data: 18 luglio 2007 Pagina: 15 Autore: Mara Gergolet Titolo: «Iraniana chiede asilo in Germania «Sono lesbica, vogliono lapidarmi»»
Dal CORRIERE della SERA del 18 agosto 2007
BERLINO — Non può restare, non può tornare. C'è un giudice a Berlino che ha ordinato di espellerla, e ce n'è un altro a Teheran che ha già firmato la sua condanna a morte tramite lapidazione. Perché è lesbica, anche se in Germania dicono che non può provarlo. Yasmin K. è il nome con cui parla ai giornali. Si è lasciata fotografare, il volto a metà nascosto, l'occhio scuro che ti fissa dritto in faccia, il sopracciglio curato. Ha 31 anni, difficile riconoscerla se dovessi incontrarla per strada, ma questa foto è ormai un manifesto dell'ultima battaglia della comunità gay tedesca. Lei racconta, alla giornalista della Tageszeitung che l'ha incontrata, che l'attrazione per le ragazze l'ha scoperta da ragazzina. Ma di questo, in Iran, è impensabile parlare. A 14 anni si innamora di una vicina di casa, e quando i genitori vengono a saperlo decidono di cambiare quartiere. Una vergogna e una sciagura sociale, una figlia lesbica; peggio, un reato punito con la condanna a morte. La mandano dal dottore che le prescrive pasticche per diventare «normale». Invece Yasmin non cambia, s'innamora di una compagna d'università e appena in giro si comincia a sapere della relazione, è cos tretta a scappare di nuovo. Si sposa, per accontentare i genitori e sistemare le apparenze. Però, dice, «a questa ragazza sono rimasta fedele», racconta di amarla ancora. E' alla sua festa, di quelle organizzate dai giovani dalla jeunesse dorée di Teheran nelle case borghesi — musica, minigonne e il gusto liberatorio di trasgredire ai divieti del clero — quando le guardie della Rivoluzione irrompono nell'appartamento. Vengono arrestati tutti e processati. Yasmin è l'unica che riesce a sfuggire al carcere, grazie agli agganci del padre. Decide di lasciare l'Iran, una settimana attraverso la Turchia, l'approdo a Berlino, l'enorme solitudine. Mentre è via, la sentenza: nel 2006, un tribunale iraniano la condanna in contumacia alla lapidazione. Vuole bene a suo padre. «Non ha mai capito perché fossi diversa — dice —. Però mi ha amato lo stesso, e mi ha aiutato». Sperava di ottenere asilo politico. Invece, per il tribunale che ha trattato il suo caso, la storia della sua persecuzione è una leggenda. Tutto perché quando i due impiegati del ministero dello Esteri che seguivano la pratica hanno interrogato la madre in Iran, si sono sentiti rispondere che la figlia — ma quale insinuazione! —, no, non era affatto lesbica. E che s'era inventata anche la storia del papà che l'ha tirata fuori dal carcere. «Un'assurdità — dice il suo avvocato, Eva Lindenmaier —. C'è una donna iraniana a cui due sconosciuti fanno domande altamente imbarazzanti, e lei che risposte avrebbe dovuto dare? Tali da condannare il marito "corruttore" alla prigione e la figlia alla morte?». L'avvocato ha fatto appello, l'ultimo, perché il tribunale amministrativo di Berlino le conceda un permesso temporaneo. Nel frattempo, può essere espulsa. Dietro di lei, si è mossa la comunità omosessuale di Berlino. La capitale è gay-friendly e tollerante, ha un sindaco, Klaus Wowereit, celebre per una frase diventata di culto («Sono frocio e va bene così »), e ha creato per gli omosessuali — che si stima siano un decimo della popolazione — una serie di infrastrutture ad hoc: dentisti e caffè, case di riposo per anziani, circoli religiosi e politici. Una macchia così su Berlino? L'associazione Lesben und Schwulen lancia appelli al «ministro» dell'Interno della città-Land, Ehrhart Körting (Spd), perché intervenga (lui tace, e dice che le sentenze non si discutono). I gay insistono: «Certo che è difficile provare in tribunale — dice Alexander Zinn, portavoce arcobaleno — se una è lesbica. Ma nel dubbio, uno deve decidere a favore delle persone». Lancia appelli anche il presidente dei rifugiati iraniani: «Solo due anni fa, hanno impiccato in Iran due gay minorenni». Centocinquanta condannati alla forca quest'anno, le impiccagioni pubbliche tornate in piazza a Teheran all'inizio del mese e riprese dai telefonini. «E voi credete che, con il clima di adesso, Yasmin in patria possa passarla liscia?»
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