Gerusalemme Le primarie del Likud rischiano di essere il solo avvenimento di politica interna, in un paese che si gode le vacanze dopo due estati drammatiche, quali sono state quelle di due anni fa con l'uscita da Gaza e lo scorso anno con la seconda guerra del Libano. Bibi Netanyahu, come era previsto, le ha vinte, continuando a governare il partito e restando di fatto il candidato dell'opposizione alle prossime elezioni.Un risultato del 73% è molto significativo, che smentisce anche chi temeva una scarsa affluenza alle urne. Hanno votato il 40% circa degli aventi diritto, una dato che si accosta a quello delle precedenti primarie. Questi risultati hanno però dimostrato che non tutto fila come dovrebbe nel Likud, innanzitutto la data scelta per le primarie, agosto, un mese nel quale gli israeliani vanno in vacanza. Il suo vero, e più diretto antagonista, l'ex-ministro degli esteri Silvan Shalom, si è rifiutato di candidarsi, per protesta contro l'imposizione della data, un vero atto di forza di Bibi, che le primarie di ieri ha voluto e ottenuto. Ma ha dichiarato oggi che, prima delle prossime elezioni, le primarie si dovranno rifare.Senza la presenza di Shalom nelle liste, gli unici due candidati in opposizione a Bibi sono stati Moshe Feiglin e Danny Danon. Il primo che ha ottenuto il 23% delle preferenze, a lunga distanza da Bibi, ma con un risultato comunque significativo,si presenta come il candidato della destra religiosa, con i suoi richiami all'ortodossia della legge ebraica più che alle regole della politica. E nel Likud, questo richiamo, può sempre fare un certo effetto. In più ha avuto l'appoggio degli avversari interni di Bibi, che hanno visto nella sua candidatura l'unica possibilità di concentrare su un solo nome il loro dissenso. Il secondo, Danny Danon, con il 3,4 % , un giovane dirigente dell'Agenzia Ebraica, intelligente e apprezzato, ma del tutto privo ancora di quel carisma indispensabile se si vuole giocare la parte del leader. Quindi Bibi, che non è uscito del tutto indenne dalla gara, resta pur sempre il capo di un partito che sotto la sua guida saprà rivolgersi anche all'elettorato di centro, il cui voto è indispensabile se il Likud vuole diventare partito di maggioranza relativa e non rimanere più prigioniero a destra. Alle prossime elezioni, sempre in vista, dato il carattere provvisorio del governo guidato da Olmert, sul quale qualunque previsione è sospesa in attesa del Rapporto Winograd sulla conduzione della guerra in Libano e l'attribuzione delle conseguenti responsabilità, ci potranno essere contro Bibi, candidato dell'opposizione, due scenari. Il primo vede Olmert, se il suo operato non verrà troppo sanzionato dal Rapporto, ancora alla guida di Kadima, e quindi del governo che comprende gli attuali alleati. Se invece il Premier sarà costretto dal peso delle accuse a dimettersi, si assisterà ad un riassestamento dei partiti, con i laburisti che, probabilmente, torneranno a correre per conto loro, difficile immaginare ora sotto quale guida. Ehud Barak non è molto amato, nemmeno all'interno del suo partito, quindi è probabile che si auguri la continuità di questo governo, dove sta ricoprendo con discreti risultati la non facile posizione di ministro della difesa. Insomma, quel che può essere dato per sicuro dopo queste primarie del Likud, è il nome di Bibi alla guida dell'opposizione. Contro quale governo non è ancora dato sapere.Una cosa è certa, l'opposizione interna di Moshe Feiglin sarà dura. Sarà un caso, ma ad un giornalista che voleva entrare nella sede del Likud per intervistarlo, gli è stato risposto che a Feiglin non era permesso entrare, lo incontrasse fuori dagli uffici. Netanyahu ha smentito che l'ordine fosse arrivato direttamente da lui, ma intanto questo è uscito sui giornali stamattina.