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Il Manifesto Rassegna Stampa
15.08.2007 L'Autorità palestinese contro l'apertura ad Hamas
il quotidiano comunista grida al tradimento

Testata: Il Manifesto
Data: 15 agosto 2007
Pagina: 5
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Prodi chiama Olmert e Livni lo bacchetta»

L'Autorità palestinese critica l'apertura di Prodi ad Hamas.
Il MANIFESTO che, come il gruppo islamista, non è interessato all'indipendenza nazionale palestinese, ma solo alla prosecuzione di una lotta senza quartiere a Israele (odiata, sia dai fondamentalisti islamici arabi che dai marxisti italiani in quanto democrazia liberale, e come storica  possibilità di diffusione del modello occidentale in Medio Oriente ), grida al tradimento.
Michele Giorgio ha  però il merito di citare  il commento di Nemer Hammad, storico rappresentante dell'Olp in Italia, all'apertura di Prodi ad Hamas. Parole che, per chi non condivida il fanatismo antisraeliano del quotidiano comunista, suonano come un giudizio definitivo sulla sprovvedutezza politica del presidente del consiglio italiano, che è riuscito a irritare contemporaneamente Israele e l'Autorità palestinese.


Il finale dell'articolo di Giorgio fa riferimento a un'azione mlitare israeliana a Gaza, senza accennare al fatto che era diretta a impedire il lancio di razzi kassam e il traffico d'armi dall'Egitto.

Ecco il testo:

Da parte di Olmert non è stato mosso «alcun rilievo, critica o disappunto » per le parole del Presidente del Consiglio su Hamas, hanno fatto sapere ieri sera fonti ufficiali italiane dopo la telefonata fatta da Romano Prodi al premier israeliano.Olmert avrebbe persino manifestato il proprio «sincero apprezzamento » per gli «sforzi genuini» dell'Italia a favore del processo di pace nella regione. Tutto a posto, dicono a Roma. Il suggerimento di Prodi di avviare il dialogo con Hamas, non ha scosso i rapporti «calorosi» - simili a quelli avuti dal governo Berlusconi - che l'esecutivo di centro-sinistra mantiene con Tel Aviv. Anzi Prodi, per dimostrare che le sue parole sono state portate via dal vento che qualche sera fa spirava su Castiglion della Pescaia, ha ribadito che l'Italia rimane fedele alle tre condizioni poste dal Quartetto: riconoscimento dello Stato di Israele, la rinuncia alla violenza e il rispetto degli accordi passati tra Israele l'Anp. La repentina, quanto prevedibile,marcia indietro tuttavia non ha risparmiato a Prodi una sonora sculacciata da parte del ministro degli esteri israeliano, Tzipi Livni. Furiosa come non mai, rossa in volto, la signora Livni ieri non ha esitato a battere i pugni sul tavolo per mettere in chiaro che, quando si parla di Hamas, nessuno degli alleati occidentali di Israele deve azzardarsi ad uscire fuori dai binari. E non si riferiva solo a Prodi ma anche al recente documento della Commissione esteri della Camera britannica che ha condannato la politica di chiusura verso Hamas sino ad oggi seguita dal governo di Londra. «So - ha detto Livni - che la comunità internazionale è desiderosa di vedere un qualche tipo di comprensione tra Hamas e Fatah. Ma questo è sbagliato. È un errore. Un grande errore. Enorme». «Ogni compromesso con il terrore - ha aggiunto - ogni compromesso con questi estremisti, può minare alle fondamenta il nuovo governo dell'Autorità nazionale palestinese ». Secondo Livni, la strategia adottata da Israele e Stati uniti non è compatibile con le aperture ipotizzate da Prodi né con le conclusioni del documento dei deputati britannici. La linea dunque è questa e, ha fatto capire il ministro degli esteri israeliani, guai a chi la supera. È significativo il fatto che Israele e Anp ieri abbiano giocato insieme contro Prodi. L'entourage di Abu Mazen si è scatenato contro il Presidente del Consiglio italiano, pur senza attaccarlo frontalmente, arrivando ad usare formule solitamente utilizzare da Israele. «Il dialogo conHamas sarà possibile solo al compimento di alcune condizioni, una delle quali è il riconoscimento dello Stato di Israele». A dichiararlo non è stato un ministro israeliano ma Nemer Hammad, ex delegato generale dell'Anp in Italia, oggi consigliere politico di Abu Mazen. Altrettanto perentorio è stato il ministro dell'informazione Riad al Malki, oggi di Fatah ma per anni un leader del marxista Fronte popolare per la liberazione della Palestina. «Ci sono molte voci intorno che dicono che bisogna parlare con Hamas, ma questo sarebbe un errore perché non è nell'interesse di nessuno, neppure dell'Occidente. È importante isolare Hamas per togliergli la capacità di operare», ha detto incontrando una delegazione straniera. Illuminante è stato a questo proposito un commento dell'analista israeliano Yoav Stern, del quotidiano Haaretz: «Se a criticare le aperture di Prodi ad Hamas è proprio l'Anp di Abu Mazen, come può Israele rimanere in silenzio e non protestare con l'Italia?». Ementre israeliani e palestinesi cuocevano sulla griglia Romano Prodi, soldati emezzi blindati dello Stato ebraico con la copertura di elicotteri, hanno compiuto un sanguinoso raid nella striscia di Gaza uccidendo sei palestinesi, due dei quali civili (tra cui una anziana di 70 anni), e facendo una ventina feriti. Le truppe hanno invaso un'area densamente abitata vicino Khan Yunis nel sud della Striscia, incontrando però la resistenza di combattenti palestinesi. Nel corso del raid le truppe di occupazione hanno arrestato un centinaio di palestinesi.

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