Il governo italiano vuole trattare coi nuovi nazisti intervista a Magdi Allam
Testata: Libero Data: 15 agosto 2007 Pagina: 9 Autore: Caterina Maniaci Titolo: ««Un governo allo sbando tratta coi nuovi nazisti»»
Da LIBERO del 15 agosto 2007, un'intervista di Caterina Maniaci a Magdi Allam sull'apertura del governo italiano ad Hamas:
Un governo, quello italiano, «allo sbando più totale», per di più su «una questione cruciale come quella del rapporto con il terrorismo». Un governo che vuole trattare con Hamas, con l'Iran e con Hezbollah, che sono «i nuovi nazisti di oggi». E Prodi sta commettendo lo stesso tragico errore che fu commesso dall'Europa verso Hitler: «Lo corteggiarono, illudendosi di contenere l'aggressione nazista» e ne furono travolti. È netto e deciso il commento di Magdi Allam - vice direttore ed editorialista del Corriere della Sera, i cui saggi sono ormai dei veri bestsellers - sulle "esternazioni" del premier Romano Prodi a proposito di Hamas e della necessità di "coinvolgerlo" nel processo democratico. Prodi scende in campo per difendere Hamas. A quale scopo? Che cosa pensa di ottenere? «Questo governo assume, a seconda delle circostanze, atteggiamenti contraddittori, che non corrispondono ad un rapporto oggettivo e coerente con il valore fondante della civiltà occidentale, ossia la sacralità della vita. Da parte di esponenti di questa maggioranza ci si è esibiti in atteggiamenti pro e contro Hamas, in modo altalenante, come se nei confronti di coloro che predicano e praticano il terrorismo, che negano il diritto alla vita altrui e, nella fattispecie, negano il diritto all'esistenza dello Stato di Israele, si possa assumere un atteggiamento "relativizzato", condizionato da interessi faziosi e miopi». Quindi questa scelta è condizionata da interessi politici nostrani, insomma tutti italiani? «Sono interessi legati alla struttura del governo attuale, un governo eterogeneo, conflittuale al suo interno, in cui la ricerca del consenso finisce per far assumere posizioni dettate dall'interesse a compiacere l'ala più radicale. Insomma, si cercano contropartite politiche, compiacendo i vari sostenitori di Hamas - Rifondazione, Verdi, Comunisti - e si rilasciano dichiarazioni irresponsabili, con l'obiettivo di essere il referente di questi gruppi radicali». La reazione di Israele è stata di gelo, di freddezza, di preoccupazione... «È una reazione assolutamente comprensibile. Quella di uno Stato nel mirino del terrorismo islamico, che deve fronteggiare un gruppo terroristico come quello di Hamas, il quale, ricordiamolo, nel suo statuto ha messo nero su bianco l'obiettivo di distruggere Israele, e che si ritrova di fronte un Paese europeo che accredita e legittima questi terroristi. Come non preoccuparsi dinanzi a un simile atteggiamento? Più che di leggerezza, si tratta di totale irresponsabilità, da parte del governo italiano, anche perché non è solo Israele ad essere preoccupata, ma lo sono anche gli stessi palestinesi moderati, l'Autorità nazionale palestinese che fa riferimento al presidente Abu Mazen». E cosa succede a questa parte moderata palestinese? Ci sono rischi a cui può essere esposta? «Se si sostiene Hamas, si delegittima, si indebolisce il fronte dei palestinesi moderati. Ecco perché l'atteggiamento del governo italiano è doppiamente irresponsabile. Hamas non ha esitato a scatenare una guerra fratricida per imporre la sharia a Gaza, di cui loro si considerano gli unici veri interpreti. Mostrando così di privilegiare il potere alla vita dei propri fratelli palestinesi. La legittimazione di questi terroristi li incoraggia a consolidare il proprio potere a Gaza e fuori. Se Hamas viene "corteggiato", diventa un interlocutore inevitabile e necessario nel processo negoziale. E si incoraggia Hamas, di fatto, a fare ciò che ha sempre fatto: conquistare il potere attraverso il terrorismo». Qual è la strada da seguire, invece? «Bisogna fare esattamente l'opposto: prendere le distanze da Hamas e condannarlo per il terrorismo, per la negazione dello Stato di Israele, per il rifiuto di sottoscrivere i trattati internazionali. Bisogna sostenere solo gli interlocutori palestinesi schierati dalla parte del negoziato, della condanna del terrorismo, del riconoscimento del diritto a esistere di Israele. Prodi si sta comportando come i leader europei che, con il clima di Monaco del 1938, si illusero di poter scendere a patti con Hitler. Del resto Hamas, Iran, Hezbollah sono i nuovi nazisti e fascisti islamici che un'Europa - che non ha imparato la lezione della Storia - vuole blandire e dominare , rischiando di finirne sotto il tallone».
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