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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
14.08.2007 Il progetto di un nuovo partito palestinese
sul modello dell'israeliano Kadima

Testata: Corriere della Sera
Data: 14 agosto 2007
Pagina: 2
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «E a Ramallah pensano a un «Kadima palestinese»»

Dal CORRIERE della SERA del 14 agosto 2007, un articolo di Lorenzo Cremonesi sul progetto di un nuovo partito palestinese "di centro".
Scettico sulla riuscita del progetto, Cremonesi riporta le parole di
Mazen Sinokrot, già ministro delle finanze di Abu Mazen, che accusa Israele e la comunità internazionale di aver abbandonato Abu Mazen "quando ancora poteva vincere".

La verità, però,è che Abu Mazen commise il grave errore di non disarmare Hamas, ma di tentare di coinvolgerla nel processo politico.
Israele avvertì che questo avrebbe messo in pericolo le stesse istituzioni palestinesi, e si oppose alla partecipazione di Hamas alle elezioni che ne decretarono la vittoria.
Ma non fu ascoltata, né da Abu Mazen né dalla comunità internazionale.

Ecco il testo dell'articolo:

 
RAMALLAH — Sulla carta sembra il classico uovo di Colombo. Hamas e Fatah portano la guerra civile in Gaza e Cisgiordania? La soluzione potrebbe venire guardando al modello israeliano del grande partito di centro.
Due anni fa la nascita del Kadima si rivelò utile per superare lo scontro storico tra Likud e laburisti, non è detto che non possa aiutare adesso a lenire le violenze tra gli orfani di Arafat e i seguaci del nuovo fondamentalismo islamico. «Il Kadima palestinese », titolava domenica il Jerusalem Post, riferendosi al progetto di 120 tra uomini d'affari, intellettuali e professionisti in Cisgiordania riuniti tra venerdì e sabato in un grande albergo di Ramallah con l'intenzione di lanciare il nuovo partito.
Ai media palestinesi la definizione piace. La fa sua anche Munib Al Masrib, il ricco uomo d'affari di Nablus che ha guidato l'iniziativa. «Stiamo cercando di creare una versione palestinese del Kadima. Molti sono stanchi delle divisioni interne, vorrebbero unire i moderati di Fatah e Hamas », sostiene uno dei partecipanti molto vicino al leader. Con lui altri noti imprenditori del rango di Said Kanan, Muhammad Hirbawi, Bassem Khoury, Maha Abu Shusheh.
Eppure l'intero progetto non sembra destinato ad andare molto lontano. Per il momento appare più lo specchio del profondo malessere tra i palestinesi, che non una realistica via d'uscita. Nella striscia di Gaza negli ultimi giorni si sono riaccese le tensioni, con decine di militanti filo-Fatah arrestati e notizie inquietanti circa le pressioni esercitate da Hamas sui giornalisti locali. In Cisgiordania la polizia di Abu Mazen pattuglia in forza le strade. «L'idea fa acqua da tutte le parti. I leader del nuovo partito non hanno seguito popolare. Lo scontro tra Hamas e Fatah è ormai troppo grave per essere risolto con una terza via», ammette Mazen Sinokrot, uno dei più ricchi imprenditori di Ramallah, il cui nome appare tra i promotori del «Kadimah palestinese». Lui, come tanti del gruppo, è del resto un «tecnico», come si definisce. La sua catena di industrie alimentari, agenzie turistiche e aziende agricole raccoglie un fatturato annuo che sfiora i 60 milioni di dollari. Ha tutto da perdere dallo scontro fratricida, l'embargo internazionale e il permanere dei posti di blocco israeliani, che giorno dopo giorno affamano la striscia di Gaza e stritolano in cantoni separati la Cisgiordania. «Per un attimo ho guardato con interesse al nuovo partito di centro. Poi però mi sono reso conto che non può tenere. La verità è che tra i due poli, solo Hamas resta in piedi. Purtroppo il Fatah è ormai una realtà moribonda. Non si è mai riavuto dalla scomparsa di Yasser Arafat e Abu Mazen non controlla neppure più Ramallah, che pure è storicamente la roccaforte dell'Olp laico e nazionalista ».
Parole dure, impietose, che assumono una valenza particolare dalla bocca di Mazen Sinokrot. Questi è stato tra l'altro ministro delle Finanze di Abu Mazen dal febbraio 2005 al marzo 2006. E non risparmia le accuse contro Israele e la comunità internazionale per «aver abbandonato il Presidente nel 2005, quando ancora poteva vincere contro Hamas».
Commenta: «Fu al tempo del ritiro unilaterale israeliano da Gaza. Allora sì che l'Olp avrebbe potuto diventare il partner della pace. Ma Israele lo mise da parte, bloccò l'economia di Gaza almeno 5 mesi prima della vittoria elettorale di Hamas. E oggi è troppo tardi, Hamas non può più essere ignorata».

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