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Libero Rassegna Stampa
12.08.2007 Sanzioni all'Iran
Emanuele Ottolenghi propone nove misure da adottare subito contro il regime degli ayatollah

Testata: Libero
Data: 12 agosto 2007
Pagina: 19
Autore: Emanuele Ottolenghi
Titolo: «Soldi, spie, scuole: l'Italia può fermare l'Iran»
Un articolo di Emanuele Ottolenghi da LIBERO dell'11 agosto 2007:

La recente esternazione iraniana, secondo cui il Bahrain sarebbe una provincia iraniana (simile a quanto disse Saddam Hussein del Kuwait nel 1990 prima di invaderlo) ci dà la misura del pericolo che Teheran rappresenta per la stabilità della regione da cui traiamo gran parte del nostro fabbisogno energetico. Quello degli Ayatollah è anche uno dei regimi più repressivi e brutali del mondo: è secondo solo alla Cina per il numero di esecuzioni annuali e il primo per quelle di minori. Inoltre, secondo l'organizzazione Giornalisti Senza Frontiere, l'Iran è il 163° di 168 Paesi in tema di rispetto della libertà di stampa. La combinazione di ambizioni nucleari e violazione dei diritti umani fa dell'Iran una minaccia strategica per l'intero Medioriente, un pericolo per gli interessi vitali dell'Occidente e un'offesa ai valori universali in cui noi europei ci riconosciamo. Cosa si può fare per contrastare l'ascesa di questo regime e per costringerlo a rispettare i diritti umani della propria gente? Visti i nostri fitti rapporti commerciali e politici con Teheran, l'Italia e l'Europa possono adottare varie misure senza colpo ferire, alcune di natura simbolica e altre di natura sanzionatoria, in linea con le raccomandazioni non vincolanti espresse nelle risoluzioni ONU 1737 e 1747. Ci permettiamo di suggerirne alcune al governo e ai membri della società civile che vorranno farle proprie: 1. Interrompere le forniture di pezzi di ricambio da industrie europee all'Iran. Senza i ricambi, industria e infrastruttura iraniana, compreso il settore nucleare, sarebbero duramente colpite. 2. Rallentare l'attuazione di progetti di infrastruttura nel settore energetico in cui numerose compagnie europee, tra cui l'ENI, sono coinvolte. 3. Rendere più complicate, lunghe e gravose le procedure di visto per diplomatici, rappresentanti d'industria e commercio iraniani che desiderano visitare l'Europa. Rallentare la cooperazione

4. Rallentare ogni negoziato di accordi economici e commerciali tra ditte europee e Iran che si fondano su "memorandums of understanding" già firmati: una volta che il protocollo d'intesa è firmato, il governo iraniano non può assegnare l'appalto a ditte concorrenti (in Russia, in Cina, ecc.) e quindi si blocca il progetto. 5. Escludere delegazioni iraniane da qualsiasi evento fieristico di rilevanza con il programma nucleare - per esempio la SAMOTER di Verona a marzo 2008, maggior evento internazionale sulle macchine per lo spostamento terra - e con l'apparato repressivo del regime: vendiamo le gru che l'Iran usa per impiccare la gente in piazza. 6. Ogni parlamento nazionale intrattiene rapporti con le controparti estere, invitando delegazioni e visitando parlamenti stranieri. Non c'è ragione che il parlamento europeo e quelli degli Stati membri continuino questa pratica con il parlamento iraniano, specie visto che alcuni membri del Majlis, quali il presidente della commissione esteri, hanno un ruolo attivo nel programma nucleare iraniano. 7. Dire a chiare lettere che quando ministri iraniani vengono in visita ufficiale in Europa, lascino a casa le delegazioni di uomini d'affari iraniani di solito al seguito. Lo stesso vale per noi: quando i nostri politici visitano l'Iran, ci vadano da soli, senza il solito codazzo d'investitori. E a ogni incontro pubblico e privato, che i nostri politici sollevino la questione dei diritti umani prima di ogni altra cosa. 8. Portare l'Iran dalla categoria 5 alla categoria 7 OSCE di rischio per le garanzie di credito internazionali fornite dalla SACE e dalle sue corrispondenti agenzie europee per quanto riguarda investimenti in Iran e ridurre le attività del nostro ufficio per il commercio estero a Teheran, scoraggiando ulteriormente scambio e investimento. Fare attenzione alle università

9. Ridurre gli scambi accademici al minimo, vietando in maniera tassativa ogni tipo di visto e di accesso a studenti e docenti iraniani nelle discipline scientifiche e riducendo in maniera considerevole il numero per le facoltà umanistiche. 10. Stabilire solidi canali di dialogo attraverso i nostri sindacati con controparti iraniane indipendenti, molti dei quali in prigione, per promuovere i diritti civili in Iran. 11. Promuovere i diritti delle minoranze in Iran dando loro spazio; invitando giornali e cittadini ad adottare un dissidente raccontandone la storia sulla stampa nazionale; dando voce ai dissidenti attraverso manifestazioni pubbliche e cercando il patrocinio istituzionale per tali eventi per esempio il presidente del Senato potrebbe far sua un'iniziativa sulla sistematica violazione dei diritti umani in Iran. Il nostro governo e la nostra società civile possono fare molto per impedire all'Iran di acquisire la bomba. Anche un regime senza la bomba può naturalmente opprimere i suoi cittadini, ma se adotteremo le suddette misure, Teheran pagherà le sue iniquità a caro prezzo.

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