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Il Foglio Rassegna Stampa
11.08.2007 Armi iraniane al terrorismo iracheno e afghano
e Bush lancia un avvertimento a Teheran

Testata: Il Foglio
Data: 11 agosto 2007
Pagina: 3
Autore: la redazione
Titolo: «Bombe fabbricate in Iran minano il fronte iracheno (e afghano)»
Dal FOGLIO dell'11 agosto 2007:

Ordigni stradali

“Se gli iraniani continuano ad armare i ribelli iracheni pagheranno un caro prezzo”, ha detto il presidente americano George W. Bush nell’ultima conferenza stampa prima delle vacanze. Di recente, infatti, il comando americano a Baghdad ha denunciato l’aumento degli attacchi condotti dai terroristi con ordigni stradali a penetrazione (Efp) di fabbricazione iraniana. “In luglio queste bombe sono state usate in 99 attacchi provocando un terzo dei caduti”, ha detto il generale Raymond Odierno, comandante operativo e numero due del comando americano. I miliziani sciiti hanno portato a termine il 73 per cento degli attacchi in cui sono rimasti uccisi o feriti militari americani. Benché i 69 morti di luglio rappresentino le perdite mensili più basse dell’ultimo anno, 23 militari soterrorino stati uccisi dalle Efp impiegate per la prima volta dagli Hezbollah libanesi e che apparvero su vasta scala in Iraq nel 2006, colpendo soprattutto i britannici nell’area di Bassora ma uccidendo anche quattro militari italiani a Nassiriyah. Secondo lo US Army, negli ultimi quattro mesi del 2006, questo tipo di ordigni fu responsabile del 18 per cento degli attacchi mortali contro la Coalizione. In luglio gli attentati con le Efp sono raddoppiati rispetto a gennaio e aumentati di un terzo rispetto ai 65 di aprile. Nei giorni scorsi il Pentagono ha chiesto al Congresso uno stanziamento di 750 milioni di dollari per l’invio urgente di mezzi MRAP (meglio protetti dagli ordigni stradali) con aerei cargo invece che via nave. L’acquisizione su vasta scala degli MRAP ha richiesto stanziamenti per 5,4 miliardi di dollari nel prossimo anno fiscale. Le Efp iraniane sono state recentemente recuperate dai militari britannici anche in Afghanistan dove, secondo il capo della polizia di frontiera di Herat, entrerebbero dal confine e attraverserebbero il settore occidentale assegnato alle truppe italiane prima di arrivare ai miliziani del jihad nella provincia di Helmand (vedi Militaria del 7 agosto). L’intelligence anglo-americana è certa che l’Iran sostenga tramite i pasdaran chiunque combatta le forze alleate. In Iraq sono state trovate già nel 2004 prove dell’aiuto militare di Teheran anche ai gruppi sunniti e di al Qaida, guidata allora da Mussab al Zarqawi, che disponeva di rifugi oltre frontiera offerti dai Guardiani della rivoluzione. Oggi gli iraniani hanno superato i siriani nel supporto alla guerriglia in Iraq. Il successo delle operazioni di sicurezza condotte ad al Anbar e in altre province del centro- nord dell’Iraq e l’adesione di tante tribù sunnite alla campagna contro al Qaida stanno lasciando il primato delle azioni terroristiche in Iraq alle milizie sciite addestrate e armate dalla Divisione al Quds dei pasdaran.

Brits fuori da Bassora

Il crescente ruolo iraniano di destabilizzazione è sempre più evidente anche a Bassora, dove i britannici e i governativi iracheni sembrano aver perduto il controllo della città, teatro di scontri quotidiani tra le diverse milizie sciite e gruppi malavitosi. I britannici stanno abbandonando la base che ospita il comando di brigata sullo Shatt el Arab, più volte bersagliata da razzi e mortai dei miliziani, concentrando i 6.500 militari all’aeroporto, situato fuori dalla città. In questo modo forse si ridurranno le perdite, 167 caduti dal marzo 2003, ma sarà certo più difficile controllare la situazione e intervenire in città. Entro la fine dell’anno è previsto il ritiro di 500 militari ma è probabile che i brits restino in Iraq almeno fino al 2009.

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