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La Stampa Rassegna Stampa
09.08.2007 Il Congresso ebraico europeo protesta per l'udienza concessa dal Papa al direttore dell’emittente antisemita Radio Maryja
una cronaca e un'intervista a Leone Paserman

Testata: La Stampa
Data: 09 agosto 2007
Pagina: 14
Autore: Giacomo Galeazzi - la redazione
Titolo: «“Il Papa riceve un antisemita" ebrei sdegnati - «È il segnale di una svolta integralista del Vaticano»»
Da La STAMPA del 9 agosto 2007:


Gli ebrei europei «scioccati» da Benedetto XVI. «Siamo attòniti nell’apprendere che il Papa ha concesso udienza privata nella sua residenza estiva al direttore dell’emittente antisemita Radio Maryja», insorge Moshe Kantor, neo-eletto presidente del Congresso ebraico europeo. A suscitare la protesta è l’incontro di domenica scorsa a Castel Gandolfo tra Benedetto XVI e il sacerdote redentorista polacco Tadeusz Rydzyk. Una decisione a sorpresa, quella di ricevere il controverso religioso (accusato di campagne antisemite, di insubordinazione rispetto alle direttive dei superiori e di una linea editoriale troppo reazionaria) per il quale pochi mesi fa sembrava profilarsi una severa punizione canonica. Nel maggio 2006 durante il suo viaggio in Polonia, il Pontefice non aveva voluto riceverlo ammonendolo, come aveva già fatto il suo ordine religioso, a non abbandonarsi a dichiarazioni antisemite. Era stato, infatti, lo stesso superiore generale polacco dei Redentoristi, padre Joseph Tobin a sollecitare alla Santa Sede un provvedimento di censura. E tra le punizioni invocate tre mesi fa all’autorità ecclesiastica figurava persino l’allontanamento del sacerdote dalla Polonia in modo che non potesse più dirigere Radio Maryja. Domenica l’inattesa «riabilitazione». E ha tutta l’aria di un serio incidente diplomatico quello scoppiato tra la Santa Sede e il Congresso ebraico.
Il Congresso (che riunisce le comunità ebraiche di tutta Europa e a cui aderisce anche l’Unione delle comunità ebraiche italiane) denuncia, in un documento molto critico verso la Chiesa, come «le affermazioni antisemitiche di Rydzyk sono state largamente trasmesse attraverso la sua radio». Per questo il Congresso ebraico «è stupito dal fatto che Benedetto XVI abbia concesso udienza privata e la benedizione a un uomo e a un’istituzione che hanno macchiato l’immagine della Chiesa polacca». La visita di Rydzyk a Castel Gandolfo ha suscitato clamore in Polonia, divisa tra chi accusa il sacerdote di essere un antisemita e i suoi sostenitori, che hanno interpretato l’accoglienza ricevuta da padre Rydzyk come un sostegno di Ratzinger alla linea ultraconservatrice della potentissima radio. A Castel Gandolfo, padre Rydzyk è stato ammesso al baciamano col Papa a fine Angelus con un folto gruppo di polacchi. «Si è trattato di un semplice saluto», minimizza, padre Kazimierz Sowa, direttore di un nuovo canale religioso polacco, in onda da settembre con il compito di incrinare il monopolio televisivo di «Tv Trwam», braccio mediatico di padre Rydzyk.
Recentemente, in vista delle elezioni presidenziali in Polonia, gli stessi gemelli Kaczynski sono tornati a chiedere pubblicamente l’aiuto dell’emittente radiofonica, dei cattolici ultraconservatori e del suo controverso direttore. Padre Tadeusz Rydzyk, dai microfoni di Radio Maryja ha più volte tuonato contro la comunità ebraica, definita dal religioso una «lobby». Comunità ebraica che aveva prontamente replicato paragonando padre Tadeusz a un novello «Goebbels in tonaca» e sostenendo che in passato fondò un giornale di estrazione nazista intitolato «Nasz Dziennik». Secondo il settimanale Wprost, nel corso di una lezione ad alcuni studenti di giornalismo, Rydzyk avrebbe definito gli ebrei avidi e avrebbe criticato aspramente il presidente polacco Lech Kaczynski per aver donato un appezzamento di terreno a Varsavia per la costruzione di un museo ebraico.

Un'intervista  Leone Paserman:

Leone Paserman, lei presiede la Comunità ebraica di Roma, è «scioccato»?
«Radio Maryja è un’emittente molto difesa dall’episcopato polacco. Altre volte il Vaticano ha preso le distanze, stavolta no. Mi sembra una mossa per tenere dentro la Chiesa i sostenitori di padre Rydzyk. Certo, addolora che una decisione simile sia arrivata da un Papa che all’inizio aveva compiuto gesti significativi per dialogare con noi ebrei».
Lo giudica un fatto grave?
«Di sicuro è un riconoscimento pubblico clamoroso per una radio che ha un’impostazione anni Trenta, fortemente nazionalista, populista e antisemita in un Paese in cui c’erano tre milioni e mezzo di ebrei e oggi appena cinque mila. Agli iniziali segnali di apertura verso l’ebraismo di questo pontificato cominciano purtroppo a seguire posizioni fortemente integraliste. Ed è questo, più dell’udienza a Rydzyk, a suscitare gravi perplessità».
Che segnale è?
«In Polonia è in atto il tentativo di riportare indietro l’orologio rispetto a una società secolarizzata e l’udienza è un avallo implicito al cattolicesimo tradizionalista. Mi auguro che sia solo un passo falso e che la linea di Radio Maryja non diventi l’orientamento prevalente della Santa Sede».

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