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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
08.08.2007 Scontri a Hebron tra esercito israeliano e coloni
dodici soldati rifiutano di obbedire agli ordini

Testata: Corriere della Sera
Data: 08 agosto 2007
Pagina: 13
Autore: Lorenzo Cremonesi
Titolo: «Scontri e feriti a Hebron: l'esercito israeliano sfratta i coloni»
Dal CORRIERE della SERA dell'8 agosto 2007:

GERUSALEMME — Che fare se i soldati non obbediscono agli ordini? Il problema è presente nell'esercito israeliano da circa un quarto di secolo. E dai primi anni Novanta è diventato parte integrante del braccio di ferro tra Stato e gruppi dell'oltranzismo ebraico nazionalista religioso legati ai coloni in Cisgiordania. Ora torna all'ordine del giorno con l'ennesima mobilitazione di militari e polizia su ordine diretto del gabinetto di Ehud Olmert per sfrattare un paio di centinaia di coloni che negli ultimi tempi hanno ripreso ad occupare alcune abitazioni nel cuore della casbah araba di Hebron, nella Cisgiordania meridionale.
Violenza anche a Gaza. Centinaia di persone hanno preso parte ai funerali di due fratellini, Hala Kafarna di 6 anni e Islam di 9, rimasti uccisi dall'esplosione accidentale di un razzo Qassam. Sembra che il padre l'avesse nascosto in casa, in previsione di utilizzarlo in uno dei frequenti attacchi contro Israele.
A Hebron, ieri poco dopo l'alba circa 3.000 agenti hanno fatto irruzione nelle abitazioni occupate dai fondamentalisti ebrei a colpi di sfollagente, getti d'acqua e lacrimogeni. In circa tre ore l'operazione era terminata: 11 i militari feriti, una decina i coloni e 14 gli arrestati. Non è la prima volta e non sarà l'ultima. I leader dei manifestanti, tra loro diversi noti rabbini, hanno già promesso che riproveranno presto a occupare il centro di quella che considerano «la città biblica dei patriarchi». Ma l'attenzione del Paese è molto più concentrata sui 12 soldati del battaglione «Duchifat», che sono stati arrestati con l'accusa di insubordinazione per essersi rifiutati di seguire la loro unità a Hebron. «Mio figlio non è stato reclutato per espellere gli ebrei dalle loro case », protestano i comitati dei genitori dei soldati, molti di loro residenti nelle colonie più militanti. Una brutta storia, che ha spinto lo stesso neo-ministro della Difesa, Ehud Barak, ad abbandonare il silenzio pubblico che lo caratterizza negli ultimi tempi per denunciare con forza. «Il rifiuto degli ordini, per qualsiasi motivo, non ha posto nel nostro esercito», dichiara. Sono in pericolo le fondamenta su cui operano i nostri milit ari in quanto espressione di uno Stato democratico », gli fa eco il generale Gadi Shamni, responsabile del comando centrale. Fu durante l'invasione del Libano nell'estate 1982 che Israele vide affacciarsi il fenomeno dell'obiezione di coscienza. Con gli accordi di pace a Oslo nel 1993 furono poi le destre a rivendicare il diritto alla disobbedienza in nome della difesa della «santità della terra».

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