Se oggi sei famoso in Italia e anche qui, negli Stati Uniti, e’ perche’ hai tanti e poi tanti di quei lettori che, come aprono il Corriere della Sera vanno difilato a leggersi subito il tuo editoriale, perché sanno che vi troveranno scomode verità. I tuoi lettori ti hanno dato la notorieta’, ti sostengono, ed avidi vogliono leggere e continuare a leggere la tua colonna editoriale e i tuoi libri che sono un vero piacere dello spirito. Ed anche noi esprimiamo tutta la nostra ammirazione per le tue battaglie che ci trovano insieme nella comune convinzione di essere dalla parte della Ragione e della Verita’.
Quei 200 intellettuali, cosi’ come li chiamano o come presumono di essere, cosi’ pieni di acrimonia e di livore nei tuoi riguardi, non giovano alla causa della civilta’ e del progresso, anzi, per quanto ci spremiamo le meningi, non sappiamo nemmeno da che cosa siano stati motivati a firmare quell’appello, perche’, malgrado tutto, abbiamo dell’umanita’ancora una concezione molto alta; e loro apponendovi la loro firma si sono vergognosamente squalificati. Per giunta sono i soliti ignoti, se scorriamo la lista dei loro nomi, non ci dicono niente. Sono piccini piccini, di fama e d’intelletto! Mentre tu brilli, hai un nome, sei Magdi Allam, loro sono oscuri e non sono proprio nessuno.
Che cosa ha spinto quelle persone a schierarsi contro di te? Per quanto ci ragioniamo sopra e’ una cosa che non ha senso e che sfugge a ogni ragionamento. Come una cartina tornasole, denunciano a quale livello di persecuzione e’ arrivata l’intolleranza in Italia.
Non torna certo a loro onore farsi prendere dall’ invidia della tua bravura, invidia dei tuoi ideali di pacifica convivenza di diverse culture e del tuo cosmopolitismo, perche’ tu esprimi i veri valori del giornalismo che si batte per le cause giuste.
Sei rappresentante di un Islam illuminista, come gia’ Sadat o come le sue sorelle giornaliste che, nella citta’ de Il Cairo, cosi’ brulicante di vita e di cultura, com’era in quei tempi, dirigevano una rivista per l’emancipazione delle donne, completamente in sintonia con i movimenti femministi in Italia e nell’Occidente; o come Salman Rushdie che incantati abbiamo ascoltato a New York, quando ha parlato sul tema "Society for an ethical culture" l’11 ottobre del 2006, anche lui sereno, positivo e senza odio, con un sottile senso dell’umorismo; o come Hirsi Ali, la ex parlamentare olandese che con il suo libro, "The caged virgin" ha denunciato la dura condizione della donna nell’Islam.
Loro rappresentano il meglio dell’Islam ma tu, in linea con i tuoi principi, coerentemente difendi anche Israele e il suo diritto di esistere e, di questi tempi, la tua e la nostra battaglia e’ diventata piu’ irta e pericolosa in un’ Italia ostile, tanto da essere considerati noi stessi blasfemi, dei blasfemi che rompono le regole del coro. Riconosci che Israele ha tutte le ragioni per esistere e forte di questa convinzione scrivi ed agisci contro tutti i suoi detrattori. Tu sei un intellettuale, non loro, perche’ tu fai opera di corretta informazione contro tutte le bugie e le distorte verita’, mettendo a repentaglio la tua vita e usando la penna come un’arma. E che nobile arma! Possiedi maestria nell’usarla e una passione che ti ispira e che ti da’ la forza di continuare, mentre il conformismo obnubila le loro menti, menti sterili, servili e cortigiane che non sono piu’ capaci di funzionare o funzionano solo quando si tratta di fare esercitazioni accademiche.
La cultura e’ ben altro! I tuoi oppositori che si sono sempre considerati degli anticonformisti, non riescono, con il loro comportamento gregario, ad uscire dalle strettoie dell’anticonformismo conformizzato. ( E’ la maglietta di Che Guevara che per loro fa tutta la differenza!)
Ed ancora, in ottemperanza con i tuoi ideali, contro il silenzio dei media, lo scorso mese eri a piazza Sant’Apostoli a Roma in difesa delle minoranze cristiane perseguitate e barbaramente uccise dagli estremisti, in una manifestazione da te stesso organizzata. Perche’ le violenze anticristiane aumentano in tutto il mondo ed anche ora la nostra attenzione e’ puntata sulla sorte degli ostaggi sudcoreani evangelici, tenuti in ostaggio dai Talebani.
C’e’ un filo conduttore in te, un pensiero coerente che e’ tipico di un giornalismo aperto e critico: in te noi amiamo la cultura che smuove la societa’ ed e’ capace di trasformarla in meglio, l’intelligenza che si traduce in azione, la tua generosita’ e il tuo candore contro tutti i biechi negativismi.
Continua a percorrerla... la tua strada e procedi diritto. " Non ti curar di lor, ma guarda e passa"!
E cosi’ faremo anche noi!
Piera e Giuditta Prister