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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.08.2007 Ahmadinejad minaccia ancora Israele
ma l'Economist e Viviana Mazza dispensano false rassicurazioni

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 agosto 2007
Pagina: 13
Autore: Viviana Mazza
Titolo: ««Gli israeliani si cerchino un altro posto»»
"Gli israeliani si cerchino un altro posto dove andare a vivere". E' l'ennesima minaccia di Ahmadinejad.
Ma, secondo l'Economist, citato da Viviana Mazza sul CORRIERE della SERA del 5 agosto 2007, non ci si deve preoccupare troppo.
Perché Ahmadinejad "non dice se sarà l'Iran a distruggere Israele o se semplicemente si augura che lo Stato ebraico sparisca ".
In attesa che Israele si dissolva nell'atmosfera, sta sostenendo gruppi terroristici come Hezbollah e Hamas, e si sta costruendo la bomba atomica.
Ma, secondo la Mazza,  senza l'intenzione di usarla: "dato che Israele possiede già un arsenale nucleare, l'Iran sa di avere scarse probabilità di sopravvivere ad una guerra nucleare"
Ma è stato l'ex presidente iraniano Rafsanjani, giudicato, in opposizione ad Ahmadinejad, un pragmatico, a teorizzare la vataggiosità di una guerra nucleare nella quale morirebbero 5 milioni di ebrei israeliani e solo una decina di milioni di musulmani.
Israele sarebbe distrutto, l'islam no.
Ahmadinejad, dal canto suo, non ragiona in termini di pura convenienza militare. Considera infatti il "martirio" un bene in se.
E' stato un "basij",  un soldato scelto del khomeinismo. L e milizia basij addestrava i bambini iraniani a sucidarsi sui campi minati dagli iracheni, per permettere le successive offensive.
Con un simile curriculum, è chiaro che far conto sulla sua riluttanza a sacrificare il suo stesso popolo sarebbe irresponsabile.

Infine, vale la pena di chiedersi: Hitler dichiarò mai a chiare lettere in pubblico: "stermineremo gli ebrei" ?
No, entre preconizzò il loro annientamento durante la guerra. Era un auspicio o un programma ? Oggi conosciamo la risposta.

Ecco il pezzo di Viviana Mazza:


 
«Gli israeliani si cerchino un altro posto dove andare a vivere». Ostinato, si lancia di nuovo all'attacco di Israele il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Dopo aver dichiarato, appena eletto, nel 2005, che Israele dovrebbe essere cancellata dalle carte geografiche, e dopo aver espresso tante volte il sospetto che l'Olocausto non sia mai avvenuto, ieri alla stampa algerina Ahmadinejad ha ribadito l'ostilità nei confronti dello Stato ebraico e il «sostegno incondizionato » alla creazione di uno Stato palestinese. Alla vigilia di una visita in Algeria, ha anche ribadito al quotidiano Al Watan
che l'Iran non cederà «di un millimetro » sul programma nucleare.
Quelle su Israele sono parole che hanno già causato scandalo e oltraggio nei Paesi occidentali. Ma secondo alcuni osservatori, fanno solo parte di una strategia politica. L'Occidente si domanda se Ahmadinejad sia un nuovo Hitler, pronto a sfruttare il programma di arricchimento dell'uranio per una bomba nucleare — forse destinata a colpire Israele. Ma «si osservino attentamente le sue parole — suggeriva qualche settimana fa la rivista Economist — esi vedrà che Ahmadinejad non dice se sarà l'Iran a distruggere Israele o se semplicemente si augura che lo Stato ebraico sparisca ». È così anche stavolta: Ahmadinejad afferma che gli israeliani dovrebbero trovarsi un'altra casa, ma non si capisce se l'Iran avrà alcun ruolo nel farli sloggiare. Di fatto, dato che Israele possiede già un arsenale nucleare, l'Iran sa di avere scarse probabilità di sopravvivere ad una guerra nucleare. Lo speaker del Parlamento, Gholam Ali Haddad Adel, ha spiegato lo scorso mese che Ahmadinejad non intende attaccare Israele, vuole solo dire che «l'entità sionista» è «in un processo naturale di disintegrazione ». Lo stesso presidente iraniano ha dichiarato che «i palestinesi e i libanesi hanno premuto il bottone del conto alla rovescia per la distruzione del regime sionista ». Ma parole come quelle di ieri generano consensi nei Paesi arabi e paura in Israele. Tanto che lo Stato ebraico e gli Stati Uniti si cimentano da mesi in discorsi su possibili attacchi contro l'Iran.
Ostinato, Ahmadinejad è però vulnerabile. La sua politica economica è stata ampiamente criticata all'interno del Paese. Le ultime accuse, in una lettera di 40 parlamentari, sono rivolte alla repressione della libertà di espressione da parte del governo. Il governo però non si ferma. I giovani sotto i 30 anni con il loro stile di vita occidentale e privi di ogni memoria della rivoluzione islamica sono una preoccupazione. Giovani come i 230 ragazzi e ragazze arrestati ad un rave party mercoledì a Karaj, a nord di Teheran. Colpevoli di aver partecipato ad un evento «satanico» con musica «oscena», alcolici, erba, vestiti «immorali» e «baci tra coetanei», giovani benestanti, espatriati giunti in vacanza e artisti della musica rock e rap iraniana sono finiti in manette. Party così sono vietati ma frequenti tra l'inquieta gioventù iraniana, che costituisce i due terzi della popolazione e le cui esigenze i leader del Paese non riescono a soddisfare. Difficile dire se questi giovani porteranno alla rovina Ahmadinejad e, al di sopra di lui, il sistema teocratico guidato da Khamenei. È probabile, però, dicono molti esperti, che un attacco preventivo in risposta alle parole di sfida di Ahmadinejad risveglierebbe il nazionalismo nella popolazione iraniana, salvando il regime.

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