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La Stampa Rassegna Stampa
01.08.2007 La Russia sostiene Abu Mazen
e riduce il livello dei contatti con Hamas

Testata: La Stampa
Data: 01 agosto 2007
Pagina: 13
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Mosca molla Hamas»
Da La STAMPA del 1 agosto 2007:

TEL AVIV Impegnato in un duro conflitto con i nuovi dirigenti di Gaza, il presidente palestinese Abu Mazen ha ieri appreso con soddisfazione a Mosca che Vladimir Putin ha deciso di prendere le distanze da Hamas, in seguito al colpo di mano del giugno scorso. Nelle stesse ore il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice era impegnata a Sharm el-Sheikh in un incontro con i ministri degli Esteri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Kuwait, Emirati, Oman, Qatar e Bahrein). «Occorre dare vigore - ha detto la Rice - alle forze della moderazione e appoggiare una strategia più ampia per contrastare le influenze negative di al Qaeda, Hezbollah, Siria e Iran».
Abu Mazen aveva forse intrapreso la missione a Mosca con qualche titubanza, conoscendo la cordialità dei legami fra il ministro degli Esteri Sergei Lavrov e il leader politico di Hamas, Khaled Meshal. La Russia era stata fra i più entusiasti sostenitori del governo di unità nazionale palestinese. Ma il golpe di Hamas a Gaza ha cambiato le carte in tavola e Putin non ha lasciato dubbi: «Voglio rassicurarla - ha detto ad Abu Mazen - che la sosterremo in quanto dirigente legittimo del popolo palestinese. Siamo certi che farà il possibile per ristabilire l’unità dei palestinesi». Il viceministro degli Esteri russo Andrei Denisov ha poi aggiunto che la Russia punta di certo al recupero dell’unità nazionale palestinese e auspica contatti fra al-Fatah e Hamas. Ha anche spiegato che Mosca «ha ridotto il livello dei contatti con Hamas».
Abu Mazen ha raccolto sostegni anche dal premier israeliano Ehud Olmert. Questi ha autorizzato lo scongelamento di fondi per l'Anp, la liberazione di centinaia di detenuti, l'inoltro di armi e - più importante ancora - ha iniziato ad assuefare gli israeliani all'idea di un profondo ritiro dalla Cisgiordania e alla necessità di un accordo di principio con l'Anp.
La Rice ieri ha fatto la sua parte con i dirigenti moderati del Golfo, radunati a Sharm el-Sheikh, a cui ha promesso ingenti aiuti. Presto sarà a Gerusalemme e a Ramallah per rilanciare il dialogo fra Israele e Anp. Israele comincia ora a pensare che la scissione politica e geografica dei palestinesi dischiuda la possibilità di procedere verso un’intesa con al-Fatah. La speranza è che Abu Mazen e Olmert, entrambi deboli in casa, riescano egualmente a definire la bozza di un’intesa che dovrebbe essere poi sottoposta al giudizio del popolo palestinese e della Knesset. Dopo mesi di pessimismo, ieri lo scrittore israeliano Amoz Oz ha informato i connazionali dalle pagine di Yediot Ahronot che «ci sono notizie buone». Oz è certo: magari a denti stretti, ma i due popoli chiederebbero a Olmert e Abu Mazen di andare avanti.
Da Gaza Hamas ha mostrato delusione per la svolta di Mosca. Il premier deposto Ismail Haniyeh ha accusato Abu Mazen di aver intrapreso in Cisgiordania pratiche «atroci» contro esponenti di Hamas. «Comunque restiamo pronti a un dialogo senza condizioni» ha assicurato Haniyeh.

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