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Libero Rassegna Stampa
01.08.2007 L'Onu affida a Gheddafi la causa antirazzista
il commento di Angelo Pezzana

Testata: Libero
Data: 01 agosto 2007
Pagina: 17
Autore: Angelo Pezzana
Titolo: «Gheddafi testimonial Onu contro il razzismo»
Da LIBERO del 1 agosto 2007, un articolo di Angelo Pezzana:

Che l’Onu non sia nemmeno più riformabile, ma abbia bisogno di una cura così radicale da cambiarne la fisionomia, viene confermato dalla assegnazione alla Libia della presidenza del comitato che dovrà oganizzare una nuova conferenza mondiale contro il razzismo da tenersi nel 2009. Un comitato composto da una ventina di stati, che si riunirà dal 27 al 31 agosto, per, così dice il comunicato, “analizzare le misure contro le discriminazioni e la xenofobia già adottate nel 2001”.  Ce la ricordiamo bene la conferenza del 2001 a Durban, che si svolse pochi giorni prima dell’attacco all’America con la distruzione delle Torri gemelle. Ricordiamo le cronache di Fiamma Nirenstein, nelle quali la conferenza veniva raccontata per quello che era, un processo internazionale contro Stati uniti e Israele, identificati come i responsabili dell’oppressione dell’umanità, della schiavitù e dell’arretratezza. Nel suo libro “L’Abbandono”, che ha l’allarmante sottotitolo “ come l’occidente ha tradito gli ebrei”, Nirenstein ha raccontato con estrema chiarezza quale fosse il reale significato della conferenza, mettere sul banco degli accusati l’occidente, identificato in Usa e Israele, e scatenare, in una atmosfera di incredibile violenza, la maggior parte delle Ong presenti, insieme ai rappresentanti degli stati del Terzo mondo che “ applaudivano deliranti gli interventi sulle colpe americane e di Israele”, in una canea di sfrenato antisemitismo. Gli attori più applauditi erano Fidel Castro e Arafat, portatori riconosciuti della bandiera del Bene contro il nemico sionista  e l’aggressore americano. Il primo è moribondo, di fatto uscito dalla scena politica, il  secondo se n’è andato all’altro mondo, ma la scena non è molto cambiata, se a dirigere la nuova Durban è stata chiamata la Libia di Gheddafi. E’ vero che il rais, in cambio della rinuncia del terrorismo, ha ottenuto il perdono, la cancellazione dell’embargo e l’uscita dalla lista degli stati canaglia, ma l’episodio delle infermiere bulgare e del medico palestinese, accusati di avere infettato con il virus dell’Aids centinaia di bambini in un ospedale,  con processo e condanna a morte degli imputati, si è rivelato fin dall’inizio per quello che era, un riuscito tentativo di ricatto finanziario, commuovere i paesi europei fino al punto di convincerli, come è poi avvenuto, che il cuore generoso di Gheddafi era disponibile a liberare i malcapitati in cambio di una enorme cifra di denaro, con l’aggiunta di vantaggiosi contratti economici. E così è andata. Ma la tecnica è identica a quella dei rapimenti per estorsione, paga o  uccidiamo l’ostaggio. Adesso Gheddafi non fa più esplodere aerei in volo, ma la parte del bandito non l’ha abbandonata. Poteva l’Onu affidare a qualche altro stato che non fosse la Libia la preparazione della nuova conferenza, che sarà temiamo una ripetizione di quella di Durban ? Ovviamente no, stante la maggioranza terzomondista degli stati rappresentati al Palazzo di vetro. Alcune organizzazioni per la difesa dei diritti umani hanno già protestato per la scelta, ricordando come nel paese avvengano regolarmente pogrom contro lavoratori stranieri immigrati, una vera caccia all’uomo, secondo la Lega internazionale per i diritti dell’uomo. Se ne è accorta anche Amnesty International, che ha denunciato nel suo Rapporto 2007 che “ i clandestini arrestati sono spesso percossi ed espulsi con operazioni collettive senza essere autorizzati a parlare con un avvocato”. Malgrado ciò la Libia aveva già ottenuto nel 2003 un incarico che già allora indignò gli stati democratici, la presidenza Onu della Commissione per i diritti dell’uomo. Perchè  stupirsi oggi del nuovo incarico ?

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