Antisemitismo, Olocausto, Negazione Giancarlo Elia Valori
Mondatori Euro 17
Antisemitismo, Olocausto, Negazione è il titolo dell’ultimo libro di Giancarlo Elia Valori che ha il merito di essere molto chiaro, diretto, preciso, ben documentato. Shimon Peres, il neoeletto Presidente dello Stato di Israele, scrive nella sua prefazione: “ Provenendo da una famiglia di partigiani che hanno combattuto il fascismo durante la Seconda Guerra mondiale, era naturale che Valori scegliesse di porre l’Olocausto al centro del suo libro e di descrivere la tentata distruzione della Comunità ebraica europea durante il periodo tra i più oscuri della storia”. Con altre parole elogiano l’importanza della posizione netta di questo saggio le prefazioni di Guido de Marco e dell’ambasciatore israeliano Avi Panzer. Il libro si compone di cinque capitoli tra loro legati da un filo rosso che si traduce in un ammonimento molto chiaro a ricordare il passato e vigilare sul presente. L’antisemitismo e le sue derive tragiche che con la shoa non sono certo una vicenda chiusa e circoscritta ma anzi proprio negli ultimi anni l’estremismo islamico, il negazionismo e uno strisciante ma sempre più presente antisemitismo sono la nostra realtà presente.
L’autore comincia dalle origini dell’antisemitismo prima cattolico e quindi protestante attraverso vari esempi della storia per arrivare al diciannovesimo secolo e raccontare in modo molto chiaro e sintetico cosa accadde in Francia quando il capitano Dreyfus fu condannato per alto tradimento e degradato. Vi è poi un lungo capitolo dedicato all’Olocausto, uno all’Europa antisemita, uno al negazionismo e all’antisemitismo odierno e infine un capitolo che ha per titolo “Cultura e Shoa”.
Non ci sono forse, se o ma.
L’antisemitismo è una piaga alla quale non si riesce a porre rimedio e ci viene spiegato dall’autore dove nasce e come viene costruito a seconda dei casi e come si ripete attraverso i secoli.
E’ impressionante come questo fenomeno sia stato esplicito o strisciante, violento e abbia raggiunto l’apice dell’orrore sotto gli occhi di tutti nella “soluzione finale” di Hitler. Oggi l’antisemitismo è diversamente presente ma in certi luoghi latente, in altri più esplicito. Valori non giudica con parole di sdegno o sermoni moralistici. Racconta, spiega come un cronista ed è molto informato, preciso e non lascia possibilità di dubbio. Scrive della Germania nazista, dell’Italia fascista, della crudeltà, dell’azione e dell’appiattimento al nazismo, degli Ungheresi, dei Rumeni, dei Francesi, degli Slovacchi e infine una larga pagina è dedicata all’antisemitismo russo. Il libro non ha nulla di ossessivo o di malinconico. Risulta una lettura semplicemente atroce dai fatti riportati con precisione senza omissioni o giustificazioni. Valori è un uomo di dialogo ma specifica nelle sue pagine introduttive che il suo saggio “vuole essere una voce, una voce in più, contro la soluzione della violenza e del sopruso dell’uomo su un altro uomo che agita ancora il nostro tempo e della quale l’Olocausto è la più terribile manifestazione”.
Fa impressione leggere pagina dopo pagina come la storia del popolo ebraico sia tormentata dall’odio razziale che non riesce a trovare pace e che sembra continuamente voler risorgere sotto forme diverse o in luoghi diversi. Il libro si può leggere come un libro di storia, come un romanzo dell’orrore, una lunga riflessione, un’attenta testimonianza di chi ha scelto senza paura e con grande sincerità da che parte stare.
Alain Elkann
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