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Corriere della Sera Rassegna Stampa
31.07.2007 Un'evasiva risposta di Sergio Romano
alle critiche puntuali di un lettore

Testata: Corriere della Sera
Data: 31 luglio 2007
Pagina: 33
Autore: Daniel Gold - Sergio Romano
Titolo: «L'esistenza di Israele»
Di seguito, la puntuale critica di un lettore a Sergio Romano e la sua risposta. Evasiva e irrilevante. Israele non ha bisogno di "riconoscimenti impliciti", ma di concreti trattati di pace. La proposta della Lega araba si configura come un diktat, per il quale Israele dovrebbe cedere su ogni punto, compreso il "diritto" al "ritorno" dei palestinesi, in cambio di un "riconoscimento".
Ecco il testo: 

Caro Romano, è vero che Israele diede qualche sostegno a Hamas, ma quando era un'organizzazione caritevole che sembrò una valida e pacifica alternativa al Plo e i suoi attacchi terroristici. Quindi, non è esatta l'affermazione che Israele fa una tattica di divide et impera. Cerca semplicemente di appoggiare gli interlocutori meno fanatici e violenti del momento, che oggi sembrano essere Abu Abbas e Fatah. Per quanto riguarda la tesi che Hamas potrebbe riconoscere l'esistenza d'Israele ma non lo vuole dichiarare pubblicamente, sarei molto cauto. Da quando la Palestina fu spartita dalle Nazioni Unite l'atteggiamento degli arabi è sempre stato di chiusura all'esistenza dello Stato ebraico (infatti, a tutt'oggi nessun governo arabo lo riconosce ufficialmente).
Poiché molti arabi considerano il territorio d'Israele un'area che è stata sotto controllo musulmano e quindi deve rimanere così per sempre, non hanno mai voluto un compromesso vero che non comprometta la sicurezza d'Israele e senza minare la sua natura ebraica, e che deve per forza partire dal riconoscimento esplicito d'Israele come uno Stato alla stregua di tutti gli altri del mondo.


Daniel Gold


dangold@stny.rr.com

Israele ha relazioni diplomatiche con Egitto e Giordania, e i ministri degli Esteri dei due Paesi hanno recentemente visitato Gerusalemme in rappresentanza della Lega Araba. Ha avuto anche relazioni diplomatiche a più basso livello con Marocco, Tunisia e Oman, interrotte dopo la crisi palestinese del 2000. Ma i contatti con il Marocco, ad esempio, non sono mai cessati e il ministro degli Esteri israeliano ha visitato Rabat nel 2003. Il riconoscimento degli altri Paesi è implicito nella proposta
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