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Con Shirin Ebadi avete intercettato il problema, ma non ne avete aiutato la comprensione 30/07/2007

Cari amici di Informazione Corretta,

vi seguo regolarmente e siete insostituibili.

Nel segnalare un pezzo della Stampa dove, fra l'altro, si cita Shirin Ebadi, avete aiutato a portare all'attenzione di un più vasto pubblico alcuni gravi problemi politici.

Per esempio la gravissima incomprensione, ai limiti dell'incomunicabilità, che esiste fra gli oppositori del regime all'interno dell'Iran e l'opposizione in esilio. In Europa è comune incontrare dei perseguitati politici iraniani, fuggiti da decenni, che diffidano, per esempio, di un uomo dal percorso personale sofferto, che ha sfiorato il martirio in difesa della libertà, come Akbar Ganji.

Un secondo esempio è la grave confusione che c'è, nelle menti e nei cuori di tanti oppositori, fra il sincero odio per il clero corrotto e sanguinario al potere, e confusi sentimenti antioccidentali che purtroppo hanno dilagato in intere generazioni. Tanti ex sostenitori della Repubblica islamica sono un po' come certi ex comunisti europei. Hanno smesso di sostenere il regime, ma non hanno smesso di "odiare" l'Occidente.

Odio in cui si sfoga, in Iran, la frustrazione di una intera generazione di perdenti radicali. Fra di essi non ci sono, badi, né persone come Akbar Ganji, né persone molto più politicamente ingenue e forse anche facilmente strumentalizzabili, come Shirin Ebadi. Persone, però, che hanno rischiato e rischiano tuttora la vita e di cui non ci pare il caso, come fa il vostro commento, di mettere in dubbio la buona fede.

Un terzo esempio è il grave imbroglio mediatico, su cui però il clero corrotto e politici populisti e reazionari come Ahmadinejad prosperano e conservano il proprio potere, che presenta la solidarietà internazionale all'opposizione iraniana come una congiura contro l'Iran. E' un problema serio. Molti Iraniani sinceri oppositori di Ahmadinejad , se accettassero aiuti dall'estero e in particolare dagli USA, perderebbero consenso e fiducia fra certi ceti popolari, specie fra i reduci della terribile e decennale guerra con l'Iraq.

Il regime priva la popolazione di tutto, fuorché del veleno del nazionalismo, della diffidenza verso tutte le minoranze interne, dell'odio verso gli Occidentali.

Vi prego di accettare un umile appello: date spazio e voce alla opposizione iraniana interna. Ogni volta che nomi come quelli di Ebadi e Ganji appaiono sulla stampa internazionale, come "resistenti" interni, moderati, disposti a una trasformazione pacifica della loro società, con le forze interne di quella stessa società, allunghiamo loro la vita e aumentiamo la speranza che l'Iran, il cui popolo si è imposto da sé il giogo della presente schiavitù, sempre da sé, con le proprio forze, possa scrollarselo.

Un fraterno, caloroso, grato saluto.

 dott. Mauro Vaiani

Pisa, Toscana

http://www.sp.unipi.it/hp/vaiani


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