CORRIERE della SERA di oggi, 28/07/2007, pag.37, titolo " L'impero dei chazari e gli ebrei in Europa orientale". Dalla rubrica " Lettere al Corriere" riprendiamo la lettera di un lettore e la risposta di Sergio Romano. Quest'ultimo avvalla la tesi che i palestinesi siano semiti, come gli ebrei, quando è arcinoto che la loro origine è greca, arrivando in Terra d'Israele dalle isole egee. Si stanziarono poi in quella striscia di terra che dà sul mediterraneo, chiamata Filistine, da cui i romani, dopo la distruzione dello Stato d'Israele nel 70 e.v., trassero il nome di Palestina per tutta la regione. Si assimilarono quindi agli abitanti originari, i filistei, appunto. Non hanno quindi alcuna parentela con i palestinesi attuali, che sono di discendenza araba. Secondo errore: La storia della tredicesima tribù, per quanto interessante come tutte le storie se ben raccontate - ed è quello che ha fatto A.Koestler- è soltanto, appunto, una storia. Che Romano, sottilmente, spaccia per vera. Cosa non farebbe il nostro per delegittimare il diritto di esistere di israele ! Si leggano le ultime due righe, rivelatrici.
Ecco la lettera del lettore:
Un lettore ha parlato di «antisemitismo islamico».
Ma come è possibile parlare «antisemitismo islamico» quando i membri di Hamas sono essi stessi semiti? Infatti tutti gli arabi sono semiti e gli israeliani costituiscono soltanto il 7% dei semiti nel mondo. Forse si intende dire «anti-giudaismo islamico»?
Ma anche qui c'è un equivoco perché l'87% degli ebrei del mondo non sono semiti, bensì chazari. Perfino gli ebrei lo riconoscono perché hanno due grandi rabbini distinti: uno per i sefarditi semiti e uno per gli ashkenaziti non-semiti, cioè chazari.
padre Brian Paul Maguire
Congregazione dei passionisti c. p. brianpaul@mail.ru
e la risposta di Romano:
Caro Maguire, spero che lei vorrà scusarmi se non ho pubblicato la seconda parte della sua lettera in cui sono contenuti argomenti biblici e talmudici con cui ho poca familiarità. La prima parte invece solleva un'antica questione che potrebbe interessare i lettori. Da dove vengono gli ebrei che si sono insediati per molti secoli in Polonia, nel Baltico, in Bielorussia, in Ucraina e dì lì sono partiti per costituire importanti comunità in Germania, in Ungheria, in Austria, nelle regioni nordorientali dell'Italia e in una parte della penisola balcanica? Sono anch'essi di origina mediterranea, come gli ebrei che dovettero abbandonare la penisola iberica alla fine del Quattrocento e il Nord Africa dopo le guerre arabo-israeliane del secolo scorso? O provengono da un Impero dei chazari che si costituì prima dell'anno Mille in una regione a nord del Caucaso delimitata dal Mar Nero, dal Mar Caspio e dal fiume Volga? Nel primo caso sarebbero tutti semiti. Nel secondo, invece, sarebbero solo in parte semiti e, per la maggior parte, eredi di una popolazione di origine turca che sarebbe stata convertita all'ebraismo nel nono secolo dopo Cristo.
La seconda tesi ebbe una certa popolarità fra Ottocento e Novecento ed è fondata su vecchie cronache, riapparse in Europa soprattutto a partire del XVII secolo. La storia narrata in queste cronache è per molti aspetti simile a quella di cui fu protagonista, due secoli dopo, Vladimiro principe di Kiev. Sembra che anche il Kagan (imperatore) dei chazari volesse convertire il suo popolo a una religione monoteista e avesse convocato alla sua corte alcuni dotti. Vennero un rabbino, un saraceno e, inviati dall'imperatore di Costantinopoli, due monaci greci (Costantino filosofo, meglio noto come Cirillo, e il fratello Metodio) che passeranno alla storia come evangelizzatori degli slavi. Vi fu una disputa e il rabbino, a quanto pare, sostenne il primato della sua fede con un argomento politico: «Soltanto io sono quello che voi chazari non dovete temere. Perché dietro gli ebrei non viene né un califfo con le vele verdi della sua flotta, né un basileus bizantino con la croce sulle bandiere del suo esercito. Con Costantino arrivano da Salonicco cavalleria e lancieri, mentre con me, rabbino ebreo, soltanto scialli da preghiera». Ma sembra che il Kagan, dopo avere ascoltato le ragioni degli uni e degli altri, abbia scelto il cristianesimo e inviato all'imperatore di Costantinopoli una lettera in cui è scritto tra l'altro: «Convinti che questa è la religione giusta, abbiamo ordinato al popolo di battezzarsi di sua spontanea volontà». Ho scritto «sembra» perché esistono altre versioni secondo cui i chazari si sarebbero convertiti all'ebraismo e si sarebbero dispersi, dopo il crollo del loro impero, nelle terre ucraine, bielorusse e baltiche che divennero parte del regno polacco e successivamente dell'impero zarista.
Quest'ultima tesi storica ha particolarmente convinto un grande scrittore ebreo di origine ungherese e di lingua tedesca. Arthur Koestler, autore di un bellissimo romanzo sulle purghe staliniane («Buio a mezzogiorno»), scrisse nell'esilio londinese, verso la fine della sua vita, una sorta di saggio storico intitolato «La tredicesima tribù» in cui sostenne che gli ebrei askenaziti erano in buona parte chazari, vale a dire un popolo turco convertito all'ebraismo. Koestler fu appassionatamente sionista, ma il suo libro piacque particolarmente a tutti coloro che contestavano il diritto degli ebrei alla Palestina.
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