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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Giorgia Greco
Libri & Recensioni
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Marco Di Porto Kaddish ’95 23/07/2007

Kaddish ’95                                    Marco Di Porto

 

Pequod                                            Euro 12

 

 

In molti sono pronti a scommettere su Marco Di Porto, trentenne romano al suo esordio narrativo. Tra gli estimatori, Alessandro Piperno, che non solo ha letto per primo questi racconti  ma si è prodigato per la loro pubblicazione. Protagonista di Kaddish ’95 è la Roma ebraica: non quella ricca e mondana descritta in “Con le peggiori intenzioni” da Piperno ma la più povera, impegnata ad arrivare alla fine del mese e a osservare i precetti dei padri. Di Porto, che pur giovanissimo ha fatto i mestieri più disparati (dall’autore televisivo all’ufficio stampa della Federazione italiana  tabaccai), riesce a descrivere il precariato esistenziale della propria generazione attraverso un’ironia sospesa tra l’Aldo Nove degli esordi e l’anima più nera dell’umorismo ebraico. E mostra come sia possibile coniugare la “sfrontatezza” della vita di oggi con la calma e il silenzio necessari per prepararsi alle preghiere quotidiane. I suoi protagonisti non vivono nei salotti descritti da Piperno, ma all’aria condizionata dei call center e dei centri commerciali. Respirano con il fiato sul collo di un mutuo da pagare vivendo storie di amore e di sfratti ai tempi della Torah.

 

E, pur subendo ingiustizie di un presente da precari, non dimenticano le ferite di una “memoria” che neppure i nostri tempi (im)mediati sono riusciti a cancellare.

 

 

Gian Paolo Serino

 

Il Venerdì di Repubblica

 


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