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Libero Rassegna Stampa
20.07.2007 La fatwa contro Magdi Allam
da 200 maestri di non libertà

Testata: Libero
Data: 20 luglio 2007
Pagina: 10
Autore: Renato Farina - Andrea Morigi
Titolo: «Contro Magdi la fatwa dei compagni - La»
Da LIBERO del 19 luglio 2007, un articolo di Renato Farina sull'appello contro Magdi Allam  pubblicato da RESET

Magdi Allam deve aver sentito una mano di ghiaccio sul collo. Duecento intellettuali, persone gentili, molto cristiane, brave di penna, cattedratici stimati, predicatori di pace, incapaci di fare del male a una mosca, hanno firmato un manifesto contro di lui. Lo sanno che cosa hanno fatto? Hanno la testa, insegnano all'università: si presume di sì. Tutti sanno che contro Allam sono state pronunciate sentenze di morte e c'è intorno a lui un vuoto sociale da macumba, al punto che è il giornalista più blindato del mondo. Tutti sanno meno loro? E allora perché si sono presi la briga di prendere in mano il foglio scritto da un arabista dell'Università Cattolica di Milano, Paolo Branca, e poi pensarci su, quindi metterci la firma, non prima di aver raccomandato l'adesione ad altri? Poi è successo che un tipo serio come Giancarlo Bosetti, ex vicedirettore dell'Unità, collaboratore di Repubblica, l'ha piazzato con enorme solennità sulla sua rivista Reset. Se fosse un foglietto da niente, un sito internet di insulti, sarebbe poca cosa. Ma l'altezza del luogo editoriale da cui si tira questo sputo profumato fa più paura. È un meraviglioso lasciapassare per criminali. Ma dove vive, anche lui? Che razza di crapa hanno queste persone, le quali si prestano a un gioco di società che somiglia a una roulette russa sulla tempia di uno che non la pensa come loro? Magdi, ovvio, si può avversare, criticare, come no, ma da quando in qua si usa sottoscrivere appelli contro un condannato a morte? Qui non è una semplice messa all'indice di un libro ("Viva Israele", Mondadori), ma il rogo per il suo autore, visto come un kamikaze dell'Occidente (lo disegnò in questo modo Vauro con la compiacenza di Michele Santoro ad Anno Zero, Rai 2). Mi vengono in mente due faccende a guisa di precedenti storici antipatici. Gli appelli che circolavano al tempo di Stalin contro i fisici sovietici borghesi, per emarginarli dagli istituti scientifici e poi spedirli nei gulag. Erano inclini a credere alla teoria della relatività di Einstein, poi ci fu il contrordine compagni. I manifesti contro i cultori della linguistica borghese sempre al tempo di Stalin autore del mai abbastanza schifato "La linguistica e il marxismo" (1950). Quella era una pratica sovietica corrente. L'attacco personale, l'individuazione di un caso umano come incarnazione di una malattia ideologica nefasta. Non si attacca un sistema di pensiero, smentendolo con fatti precisi. Questo sarebbe la pratica corrente e legittima. Non è che siccome Magdi ha dei nemici mortali allora nessuno lo può attaccare. Ci mancherebbe. Ma siamo uomini o caporali che radunano una squadra di picchiatori? Stavolta si è individuata una persona e la si è trasformata nell'idea oscena del «giornalismo tifoso». Si piazzano due foto in pagina e gli si costruisce intorno un'intera rivista come un cordone sanitario dove contenerlo e avvilirlo. Viene in mente Luigi Calabresi. L'assalto delle menti che ha preceduto quello dei killer. Bobbio lucida le scarpe del sicario, senza saperlo, senza peraltro neanche accorgersene. Come per distrazione, ah questi intellettuali con la testa tra le nuvole... Tiriamoli giù dal cielo. Scendete, per favore, siete responsabili, siamo responsabili. Naturalmente, l'intenzione non è quella di bucare la pelle, la volontà di far del male non la sospettiamo neanche. Ma come somiglia tutto questo rigirio di fogli e di firme a quanto capitò nel 1971. Anche allora c'era una rivista rispettabilissima: l'Espresso. Allora furono 800 gli intellettuali che in nome della verità e del bene, a difesa della memoria di Giuseppe Pinelli, offrirono agli assassini il movente per agire contro il «commissario torturatore» individuato come il «responsabile della fine» di quell'anarchico: Luigi Calabresi. Ovvio. Le parole contro Magdi sono infinitamente più educate di quelle che a suo tempo furono dirette per abbattere Calabresi. Tra l'altro nessuno degli ottocento - che tuonavano contro il regime democristiano - ha avuto un solo contraccolpo nell'ascesa olimpica ai gradi più alti della vita culturale, politica e dei danèe. C'erano, oltre a Norberto Bobbio, Eugenio Scalfari, Umberto Eco, Federico Fellini, Giorgio Bocca, Margherita Hack, Tinto Brass amante del sesso solare ma anche dell'accusa infame, Furio Colombo, Paolo Mieli. Questi ultimi hanno chiesto scusa. Mieli in questa occasione ha fatto qualcosa di più, e bisogna riconoscerlo. Insieme con il suo vicedirettore Pierluigi Battista ha schierato il Corriere della Sera a difesa del proprio editorialista e vicedirettore Allam. È un segno molto importante. Ed è interessante per noi notare che tra i firmatari pugnalatori appaiono alcuni maestri del pensiero cattolico progressista, peraltro ascoltatissimi dai vescovi, e sicuramente dotati di apparati mentali possenti. Parlo di Enzo Bianchi, priore di Bose, redattore di un'altra lettera firmata dai vescovi piemontesi utile per silurare la candidatura del patriarca Angelo Scola a presidente della Cei, e di Alberto Melloni. Il primo firma su Repubblica, come primo teologo. Il secondo sul Corriere della Sera, e mantiene il privilegio di non essere citato da Battista tra i firmatari dell'Acthung Banditen! Il direttore di Reset, Bosetti, uomo simpatico e molto popperiano, è uno specialista nel coalizzare intellettuali contro personaggi sotto tiro da parte degli estremisti islamici, offrendo alla loro rozzezza argomenti fini. A Oriana Fallaci dedicò un pamphlet intitolato "Cattiva maestra". Ora si è cimentato con Magdi. Gli dedica un articolo molto positivo, con astuzia getta contro Allam un libro di anni fa. Sarebbe come se Melloni o Enzo Bianchi scrivessero un articolo su Sant'Agostino elogiandone parole e gesta prima della conversione. Un'operazione infida. Infatti Bosetti infilza Magdi in un trafiletto dove lo definisce «un laico dell'Assoluto», un avversario del pluralismo, cultore dell'«ideologia che ha traversato gli ultimi due secoli lasciando uno strascico di morte, di cui è vivo il ricordo». Ehi, ma non eri tu il vicedirettore comunista dell'Unità? Robe da matti. Se permetti, caro Bosetti, tiriamo noi il tuo passato comunista sul tuo presente. Il vizietto dei libelli contro i nemici del popolo dev'esservi rimasto attaccato all'anima. Liberali sì, ma del Volga.

Un articolo di Andrea Morigi sull'origine dell'appello:

Si nasconde sotto le apparenze di una devota invocazione, rivolta ai «carissimi colleghe e colleghi» dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, il "j'accuse" contro Magdi Allam. Un mesetto fa, con una letterina rivolta a docenti, ricercatori e accademici vari, il professore di Lingua araba Paolo Branca alza il tiro contro il giornalista egiziano. Ci tiene a distinguere la vicenda personale che lo riguarda da quella che presenta come una levata di scudi a salvaguardia della fede cristiana: «Se si trattasse soltanto di difendermi da pur false e infamanti accuse, non oserei coinvolgervi. Ma purtroppo sia implicitamente l'Istituzione a cui appartengo, ed esplicitamente la Diocesi Ambrosiana, vi sono coinvolte». In pratica, la vicenda è presentata in modo tale da indurre a pensare che chi critica Branca si rende allo stesso tempo colpevole di un attacco contro Santa Romana Chiesa. Va da sé che non reagire comporterebbe un peccato d'omissione. Ma è lo stesso Branca a offrire la via d'uscita per la salvezza dell'anima: «Per chi volesse sottoscriverlo, unisco anche il breve testo di un appello al quale hanno già aderito molti e che ha unicamente lo scopo di proteggere un lavoro serio e paziente (che per quanto mi riguarda è, oltre che una professione, una vera e propria missione che cerco di compiere - pur con tutti i miei limiti - al servizio della Chiesa e della Comunità) da attacchi non solo aggressivi, ma soprattutto ingiusti e controproducenti». Chi firma ricava così l'impressione di partecipare a una crociata per la custodia dei luoghi santi milanesi: l'ateneo di largo Agostino Gemelli e l'episcopio di piazza Fontana. Coloro che non firmano invece - e sono la stragrande maggioranza - ritengono che il testo dell'appello sia ambiguo e ne trova condivisibile soltanto una frase: «Nel suo ultimo libro, Magdi Allam, scrive che le università italiane "pullulano" di docenti "collusi con un'ideologia di morte profondamente ostile ai valori e ai principi della civiltà occidentale e all'essenza stessa della nostra umanità"». Una categoria vasta, anche se non ancora così potente da proclamare il boicottaggio delle Università israeliane, come avviene nel Regno Unito. Ma nel 2005 all'Università di Torino, pur invitato dalla professoressa Daniela Santus, il vice ambasciatore di Israele in Italia Elazar Cohen fu contestato dagli estremisti dei centri sociali. E alla prof. Santus non fu espressa nemmeno la solidarietà dal Senato accademico, che la accusò invece di «ingenuità» per non aver fatto entrare i manifestanti in aula. Ma la libertà di espressione è a rischio anche alla Cattolica di Milano, se una cinquantina di suoi appartenenti hanno firmato il commovente appello di Branca. Del resto, vi si propaganda già l'insegnamento dell'arabo - non l'italiano - agli extracomunitari allo scopo, paradossalmente, di facilitarne l'integrazione. Branca, che è il punto di riferimento di quel progetto pedagogico, non ammette critiche sul tema. E non tollera nemmeno, scrive su "Vita", i rilievi mossi sul video prodotto dal Centro Documentazione Mondialità della Diocesi di Milano, destinato agli insegnanti e agli studenti delle scuole lombarde. Magdi Allam, invece, vi scorgeva «un'immagine del tutto idilliaca dell'Islam e dei musulmani» e accusa: «Il filmato ha come principale protagonisti alcuni esponenti dell'Associazione Giovani Musulmani d'Italia collegata all'Ucoii a sua volta espressione ideologica dei Fratelli Musulmani». Ormai si sa. Guai a toccare i fondamentalisti nostrani. Soprattutto se ci si schiera con il loro nemico mortale, Israele.

I firmatare dell'appello, "200 maestri di non libertà":

Paolo Branca

David Bidussa

Giancarlo Bosetti

Enzo Bianchi

Gadi Luzzatto Voghera

Angelo d'Orsi

Paolo De Benedetti

Nasr Hamid Abu Zayd

Nina zu Fürstenberg

Giovanni Miccoli

Marco Varvello

Alberto Melloni

Agostino Giovagnoli

Ombretta Fumagalli Carulli

Patrizia Valduga

Michelguglielmo Torri

Pippo Ranci Ortigosa

Anna Bozzo

Dario Miccoli

Isabella Camera D'Afflitto

Francesca Corrao

Ugo Fabietti

Brunello Mantelli

Sumaya Abdel Qader

Diego Abenante

Giorgio Acquaviva

Roberta Adesso

Claudia Alberico

Marco Allegra

Massimo Alone

Daniela Amaldi

Maurizio Ambrosini

Sara Amighetti

Lubna Ammoune

Michael Andenna

Giancarlo Andenna

Carlo Annoni

Caterina Arcidiacono

Barbara Armani

Monica Bacis

Pier Luigi Baldi

Anna Baldinetti

Giorgio Banti

Gianpaolo Barbetta

Roberto Baroni

Elena Lea Bartolini

Annalisa Belloni

Giovanni Bensi

Michele Bernardini

Giovanni Bernardini

Francesca Biancani

Giovanna Biffino Galimbert i

Valentino Bobbio

Giuliana Borello

Franco Brambilla

Daniela Bredi

Alberto Burgio

Paola Busnelli

Maria Agostina Cabiddu

Fabio Caiani

Alfredo Canavero

Paolo Cantù

Fanny Cappello

Franco Cardini

Paola Caridi

Lorenzo Casini

Fabrizio Cassinelli

Paolo Ceriani

Maria Vittoria Cerutti

Francesco Cesarini

Michelangelo Chasseur

Antonio Chizzoniti

Franca Ciccolo

Cornelia Cogrossi

Chiara Colombo

Annamaria Colombo

Silvia Maria Colombo

Alessandra Consolaro

Giancarlo Costadoni

Antonio Cuciniello

Giovanni Curatola

Irene Cusmà

Cinzia Dal Maso

Monia D'Amico

Laura Davì

Francesco D'Ayala

Fulvia De Feo

Fulvio De Giorgi

Paolo di Giannatonio

Miriam Di Paola

Rosita Di Peri

Maria Donzelli

Camille Eid

Fabrizio Eva

Guido Federzoni

Alessandro Ferrari

Valeria Ferraro

Nicola Fiorita

Francesca Flores d'Arcais

Filippo Focardi

Daniele Foraboschi

Guido Formigoni

Ersilia Francesca

Annalisa Frisina

Carlo Galimberti

Enrico Galoppini

Laura Galuppo

Antonella Ghersetti

Mauro Giani

Aldo Giannuli

Manuela Giolfo

Fabio Giomi

Emanuele Giordana

Demetrio Giordani

Gianfranco Girando

Elisa Giunghi

Carlo Giunipero

Anna Granata

Francesco Grande

Fabio Grassi

Maria Grazia Grillo

Laura Guazzone

Rachida Hamdi

Virgilio Ilari

Massimo Jevolella

Massimo Khairallah

Chiara Lainati

Giuliano Lancioni

Filippo Landi

Angela Lano

Clemente Lanzetti

Paolo La Spisa

Raffaele Liucci

Claudio Lojacono

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Monica Macchi

Paolo Maria Maggiolini

Paolo Magnone

Roberto Maiocchi

Diego Maiorano

Gabriele Mandel Khan

Patrizia Manduchi

Ermete Mariani

Annamaria Martelli

Paola Martino

Elisabetta Matelli

Vincenzo Matera

G. Mazzola Nangeroni

Carlo Maria Mazzucchi

Alessandro Mengozzi

Alvise Merini

Saber Mhadhbi

Ferruccio Milanesi

Stefano Minetti

Marco Mozzati

Vincenzo Mungo

Beniamino Natale

Enrica Neri

Sergio Paiardi

Francesco Pallante

Monica Palmeri

Simona Palmeri

Maria Elena Paniconi

Irene Panozzo

Michele Papasso

Daniela Fernanda Parisi

Antonio Pe

Fausto Pellegrini

Claudia Perassi

Alessio Persic

Marta Petricioli

Martino Pillitteri

Daniela Pioppi

Paola Pizzo

Alessandro Politi

Paola Pontani

Antonietta Porro

Gianluca Potestà

Rossella Prandi

 

 

 

 

Abdelkarim Hannachi

Elena Raponi

Savina Raynaud

Riccardo Redaelli

Giuseppe Restifo

Michele Riccardi

Franco Riva

Marco Rizzi

Maria Adele Roggero

Maria Pia Rossignani

Ornella Rota

Monica Ruocco

Rassmeya Salah

Ruba Salih

Brunetto Salvarani

Giovanni Sambo

Marco Sannazaro

Paolo Santachiara

Milena Santerini

Maria Elena Santomauro

Cinzia Santomauro

Giovanni Sarubbi

Federico Ali Schuetz

Giovanni Scirocco

Deborah Scolart

Lucia Sgueglia

Ritvan Shehi

Rita Sidoli

Stefano Simonetta

Piergiorgio Simonetta

Lucia Sorbera

Carlo Spagnolo

Salvatore Speziale

Stefania Stafutti

Oriella Stamerra

Giovanna Stasolla

Piero Stefani

Alessandra Tarabochia

Dario Tarantini

Maurizio Tarocchi

Andrea Teti

Massimiliano Trentin

Emanuela Trevisan Semi

Lorenzo Trombetta

Michele Vallaro

Marisa Verna

Marco Francesco Veronesi

Fabrizio Vielmini

Edoardo Villata

Franco Zallio

Patrizia Zanelli

Francesco Zappa

Luciano Zappella

Boghhos Levon Zekiyan

Ida Zilio Grandi

Raffaello Zini

 

Ali Hassoun

Alexander Hobel

Giuseppina Igonetti

Tra i firmatari dell'appello, Franco Cardini. Giovanni Bensi e Camille Eid, che scrivono su AVVENIRE .
Angela Lano, autrice del libro "L’islam in Italia" edito da Edizione Paoline.
Lorenzo Trombetta, giornalista della
STAMPA, Filippo Landi del TG  3

Invitiamo i lettori di AVVENIRE , della STAMPA  e del TG 3 a scrivere al loro giornale, chiedendo se condivide la posizione dei suoi collaboratori su Magdi Allam. anche AVVENIRE , La STAMPA  e TG 3 sono contro Magdi Allam ?
Invitiamo anche a scrivere alle Edizioni Paoline, facendo presente che la presenza tra gli autori della casa editrice di una firmataria dell'appello liberticida contro Magdi Allam indurrà a una certa prudenza nel futuro acquisto dei libri che pubblica.

Ecco gli indrizzi e-mail di Avvenire, Stampa, Tg 3 ed Edizioni paoline:

lettere@avvenire.it

lettere@lastampa.it

ant.dibella@rai.it

fsp@paoline.it 

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