Propaganda dei talebani sul numero dei civili uccisi l'accusa della Nato
Testata: Libero Data: 17 luglio 2007 Pagina: 19 Autore: Gianandrea Gaiani Titolo: «L'accusa della Nato: il numero dei civili uccisi gonfiato dai talebani»
Da LIBERO del 17 luglio 2007:
Dopo le accuse per il crescente numero di vittime civili durante le operazioni contro i talebani, i comandi alleati in Afghanistan replicano denunciando numerosi casi nei quali i "danni collaterali" sono stati inventati o ingigantiti attribuendo ai militari vittime provocate in realtà dai talebani. È lo stesso comandante dell'International Security Assistance Force, il generale americano Dan McNeil, a rispondere alle accuse formulate anche dal presidente afghano Hamid Karzai: «Governanti e dirigenti locali a volte esagerano il numero dei civili uccisi», ha dichiarato. Le ragioni sarebbero diverse: disinformazione mirata a favorire i talebani, informazioni sbagliate per l'impossibilità di effettuare verifiche sul campo, ma anche speculazioni tese a ottenere indennizzi in denaro dai comandi militari. «So per esperienza», ha aggiunto McNeill, «che se i responsabili afghani ricevono una telefonata da una persona sul posto riferiscono le informazioni ricevute senza ulteriori verifiche, ma la Nato ha provato che tali bilanci non erano veri». Casi del genere negli ultimi tempi si sono moltiplicati e secondo l'intelligence alleata la disinformazione rientra in un piano dei talebani teso ad allentare la pressione militare della Nato. Secondo i dati diffusi dall'Associated Press in giugno oltre mille persone sono rimaste uccise in combattimenti e azioni terroristiche, dei quali 700 talebani e 200 civili, mentre su 3.100 morti dall'inizio dell'anno i jihadisti sarebbero quasi 2.500. Il tenente colonnello Rob Pollack, portavoce dell'operazione Enduring Freedom, accusa i talebani di usare la popolazione come scudi umani ma anche di «minacciare i capi villaggio di rappresaglie se non denunciano vittime civili». Anche l'Onu, pur sostenendo che gli errori degli alleati hanno causato oltre la metà dei 600 civili morti dall'inizio dell'anno, ammette che esiste un problema di informazione e il suo portavoce, Adrian Edwards, riconosce che «le accuse di contadini e capi villaggio non hanno modo di esser verificate e devono essere valutate con attenzione». Precisazioni e smentite che imbarazzano anche il governo italiano che con i ministri Arturo Parisi e Massimo D'Alema aveva criticato pesantemente la Nato, spingendosi a chiedere di interrompere le operazioni militari in caso di rischi per i civili.
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