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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
17.07.2007 L'Iran esibisce gli ostaggi americani
gogna televisiva per Haleh Esfandiari e Kian Tajbakhsh

Testata: Corriere della Sera
Data: 17 luglio 2007
Pagina: 14
Autore: Guido Olimpio
Titolo: «L'Iran manda in tv gli americani catturati»
Dal CORRIERE della SERA del 17 luglio 2007:

WASHINGTON — Cambiano i leader, muta il colore del turbante, ma il sistema è il solito. Chi non piace agli ayatollah viene accusato di spionaggio e finisce alla gogna in tv. Questo accadeva all'epoca dell'imam Khomeini e si ripete oggi con i suoi eredi. Gli ultimi a patire questo trattamento due cittadini americani di origine iraniana. La ricercatrice Haleh Esfandiari, del
Woodrow Wilson International Center, e Kian Tajbakhsh, dell'Open Society di George Soros, sono comparsi davanti alle telecamere della televisione ammettendo le loro «colpe ». I due studiosi avrebbero avuto un ruolo — affermano le autorità — nella cosiddetta «rivoluzione di velluto»: il tentativo di fomentare la protesta nella società civile iraniana attraverso il dialogo e la difesa dei diritti umani.
Le immagini di ieri costituiscono il «promo» pubblicitario di un programma che andrà in onda mercoledì e giovedì. Dunque è legittimo attendersi nuove accuse. Nel breve clip la Esfandiari indossa una lunga veste e il chador, come prevede lo stretto codice di comportamento islamista. «Una delle nostre missioni — dice — era quella di trovare persone che preparassero discorsi ». La «confessione» di Tajbakhsh riguarda invece il ruolo dell'Open Society: «Dopo il crollo del comunismo ha iniziato a concentrarsi sul mondo musulmano». Nel video scorrono poi immagini delle proteste avvenute in passato in Georgia e Ucraina. Le autorità, infatti, vogliono far ammettere ai due studiosi di aver partecipato ad un piano per rovesciare la Repubblica islamica soffiando sulla contestazione. Uno schema applicato, secondo l'analisi dei mullah, anche nei paesi dell'Est Europa.
La Esfandiari e il suo collega non sono gli unici ostaggi. Teheran detiene da mesi un imprenditore della California, Alì Shakeri, mentre la giornalista Parnaz Azima è in libertà provvisoria con divieto di espatrio. Entrambi rischiano di essere incriminati sempre con l'accusa di sovversione e spionaggio. Resta invece il mistero su un quinto americano, l'ex agente dell'Fbi Robert Levinson. Recatosi in Iran a marzo per un viaggio di lavoro è scomparso e, malgrado i ripetuti appelli, nessuno conosce il suo destino. Gli iraniani dicono di non saperne nulla. Indiscrezioni trapelate alla fine di aprile sostengono che Levinson, dipendente di una società di sicurezza, sia finito in una trappola tesa dai servizi segreti iraniani. Ad attirarlo un altro americano, convertito all'Islam e ricercato da anni dalla Giustizia Usa perché coinvolto nell'omicidio di un esule iraniano a Washington.
L'arresto dei cittadini americani si inserisce in una manovra complessa. È possibile che Teheran voglia usarli come moneta di scambio con alcuni ufficiali delle unità speciali iraniane catturati dalle forze Usa in Iraq. Si tratterebbe di agenti dell'apparato Qods, legato ai pasdaran, coinvolti in operazioni di sabotaggio e destabilizzazione. L'intento dei mullah è quello di creare un «equilibrio» nella sfida: voi accusate i nostri di complottare e noi accusiamo i vostri della medesima accusa.
Il silenzio su Levinson è invece legato alla seconda partita, più segreta e pericolosa. Gli iraniani vogliono capire che fine ha fatto il generale Alì Ashgari. Ex dirigente dei pasdaran, probabilmente custode di importanti segreti sul Libano e il nucleare, è sparito durante una visita in Turchia. Pochi giorni fa si è avuta la conferma che l'ufficiale avrebbe defezionato accettando di collaborare con gli americani e, forse, Israele. Ma nulla di ufficiale, ovviamente. Di nuovo Teheran punta ad un parallelo: il caso Levinson per quello Ashgari.
L'arma del ricatto così come la parata in tv rappresentano una costante nei comportamenti della teocrazia. Khomeini costrinse il suo ex collaboratore Sadegh Ghotzadeh ad ammettere di essere una spia degli americani e lo fece poi uccidere. E lo stesso capitò ai dirigenti del Tudeh, il partito comunista iraniano, alleato degli islamici dopo la caduta dello Scià. Più di recente è toccato ad un gruppo di ebrei iraniani finiti in galera e ai marinai inglesi presi nello Shatt El Arab. Tutte pedine in un bazar politico dove gli ayatollah fissano il prezzo.

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