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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.07.2007 Il terrore nazista ha colpito più generazioni
depressione, sensi di colpa e paure irrazionali per il 4-5 per cento dei figli dei sopravvissuti

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 luglio 2007
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Olocausto, i figli dei sopravvissuti fanno causa a Berlino»
Dal CORRIERE della SERA del 16 luglio 2007:


GERUSALEMME — Il frigorifero a casa di M. è pieno di pane, perché non si sa mai. «Sono cresciuta con un'ossessione per il cibo. I miei genitori sono sopravvissuti ad Auschwitz e là ogni crosta recuperata poteva salvarti la vita», racconta la donna, 58 anni, alla radio dell'esercito. «Non ho avuto un'infanzia, sono balzata direttamente nell'adolescenza, cresciuta troppo in fretta. Mio padre non ci permetteva di tirare fuori il dolore o di mostrare che eravamo tristi. Ci ha insegnato che i sentimenti vanno tenuti nascosti. Il messaggio era: io sono passato attraverso l'inferno, qualunque cosa vi succeda non potrà essere paragonabile».
La storia di M. è simile a quella di altri 15-20 mila israeliani, il 4-5 per cento dei circa 400 mila figli di sopravvissuti all'Olocausto. In 4 mila, per ora, hanno deciso di fare causa allo Stato tedesco per danni. «Li chiamiamo i sopravvissuti di seconda generazione — spiega all'Associated Press Baruch Mazor, direttore del Fondo Fisher, che sta portando avanti la battaglia legale —. Soffrono di depressione, non riescono a lavorare, vivono con una paura irrazionale di non farcela ad andare avanti. Il terrore nazista ha colpito più generazioni ».
Gli avvocati vogliono ottenere che venga istituito un fondo, finanziato dai tedeschi, per pagare le cure, come gli incontri con gli psicologi. Chiedono 10 milioni di dollari (7,3 milioni di euro) all'anno per tre anni. La Germania ha pagato oltre 60 miliardi di dollari (44 miliardi di euro) come risarcimento per i sopravvissuti ai campi di sterminio e allo Stato israeliano. «Non vogliamo toccare quei soldi — continua Mazor —, non vogliamo sottrarli ad altri che ne hanno bisogno. Il governo tedesco deve riconoscere la responsabilità per i nostri problemi».
Il testo dell'azione legale, presentata oggi in tribunale a Tel Aviv, spiega che «la seconda generazione è cresciuta all'ombra della depressione, sofferenza e senso di colpa dei genitori. Questo ha causato un'inclinazione verso il dolore». Alcuni di loro non sono in grado di salire su un autobus o un treno, perché ricordano come i genitori sono stati trasportati ai campi. Altri sono terrorizzati dai cani, usati dai nazisti per intimorire e controllare i prigionieri. «Abbiamo aperto i negoziati con l'ambasciata tedesca in Israele — spiega Mazor —, ma i colloqui sono stati interrotti da Berlino. Così abbiamo deciso di intentare la causa».
Nel novembre del 2006, il ministero delle Finanze israeliano è finito sotto accusa perché si è opposto a un provvedimento che avrebbe dovuto garantire 65 milioni di shekels (oltre 11 milioni di euro) in aiuti ai sopravvissuti all'Olocausto. Il governo era pronto a offrire 7 milioni di shekels (poco meno di due milioni di euro).
Almeno il 20-30 per cento dei 167 mila sopravvissuti (stima ufficiale, le organizzazioni calcolano 225 mila persone) ha bisogno di sostegno economico, soprattutto per l'assistenza medica. Ventimila vivrebbero sotto il livello di povertà. Lo Stato israeliano non ha mai definito per legge chi debba essere considerato «un sopravvissuto all'Olocausto».

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