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La Repubblica Rassegna Stampa
16.07.2007 Concessioni di Israele per favorire Abu Mazen
per minimizzare, Alberto Stabile arriva a trasformare i terroristi in teatranti

Testata: La Repubblica
Data: 16 luglio 2007
Pagina: 23
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «Israele ferma la caccia ai ricercati di Fatah»

Da La REPUBBLICA  del 16 luglio 2007, un articolo di Alberto Stabile.
Il termine "attività terroristica" è subito messo tra virgolette da Stabile, che poche righe dopo polemizza con Avigdor Lieberman, secondo il quale il terrorista Nayef Hawatmeh
dovrebbe essere arrestato.
Per essere compreso, l'articolo avrebbe bisogno di un glossario.
"Resistenza" e "lotta nazionale palestinese"
stanno appunto per terrorismo, mentre "rifiuto degli accordi di Oslo" sta per rifiuto di riconoscere il diritto all'esistenza di Israele.
Un terrorista responsabile di sanguinosi attentati suicidi, 
Zacharia Zubeideh, viene descritto così: "personaggio noto anche per le sue uscite spettacolari", "miliziano che studiò nella scuola di Teatro per giovani palestinesi messa su a Jenin da una pacifista israeliana ed è sopravvissuto a diversi tentativi di uccisione".

Lo scopo ( o quanto meno l'effetto) della sistematica deformazione della realtà e della alterazione del linguaggio che caratterizzano questo articolo è evidentemente quello di non far comprendere al lettore la portata dei rischi che Israele si assume per favorire Abu Mazen e la tenue prospettiva di pace con quella parte dell'Autorità palestinese che è sotto il controllo di Al Fatah.

Ecco il testo:


GERUSALEMME - Tempo di concessioni per Israele a favore del moderato Abu Mazen, il presidente palestinese che continua ad esercitare i suoi poteri sulla West Bank, dopo la violenta presa del potere del movimento islamico Hamas a Gaza. Ripescando una clausola inutilizzata dell´accordo di Sharm el Sheikh (febbraio 2005) tra Abu Mazen e Ariel Sharon, il governo israeliano ha deciso di sospendere la caccia a 180 militanti di Al Fatah, dopo che gli stessi si sono impegnati per iscritto a cessare ogni "attività terroristica" e a deporre le armi. Inoltre, 250 detenuti palestinesi, non condannati per reati di sangue, saranno liberati.
Il pacchetto di misure, fortemente sostenuto dall´Amministrazione americana nel tentativo di rafforzare la posizione di Abu Mazen, gravemente indebolita dall´esito disastroso della guerra civile interpalestinese, prevede anche che Israele permetta l´ingresso "temporaneo" nei Territori al leader del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina (Fdlp) Nayef Hawatmeh e al segretario generale di Al Fatah, nonché capo del Dipartimento politico dell´Olp, Farok Kaddumi, oltre che ad alcuni esponenti del Fronte Popolare.
Hawatmeh e Kaddumi sono stati tra i protagonisti non soltanto della lotta nazionale palestinese ma anche della lotta di potere all´interno dell´Olp. Oggi, tuttavia, la loro influenza sulla scena palestinese, spazzata dalla ventata islamista, è assai marginale. Tuttavia, secondo il ministro per gli Affari Strategici israeliano, Avigdor Lieberman, ad Hawatmeh dovrebbe essere concesso di mettere piede nei Territori per essere immediatamente arrestato.
Ormai ultrasettantenni, appartenenti alla stessa generazione di Yasser Arafat e di Mahmud Abbas (Abu Mazen) Hawatmeh e Kaddumi sono due figure diverse per storia personale e idee politiche, ma accomunate dal rifiuto degli accordi di Oslo, del ‘93. Ma mentre Hawatmeh, un giordano di nascita, di religione greco ortodossa, marxista-leninista, è progressivamente venuto ad accettare il compromesso territoriale e la soluzione dei Due Stati, Kaddumi, che non ha mai lasciato l´esilio di Tunisi, è rimasto un fermo sostenitore della «resistenza come mezzo per pervenire ad un accordo». La loro presenza, mercoledì, ad una riunione de vertici dell´Olp e di Al Fatah a Ramallah, dovrebbe servire ad Abu Mazen come una sorta di benedizione, se non di legittimazione del modo in cui il presidente eletto va gestendo la più grave crisi interna che l´Autorità palestinese abbia mai vissuto nella sua breve storia.
Ma la misura che ha scosso, positivamente, la cupa atmosfera di rassegnazione che grava sui territori palestinesi è stata l´annunciata sospensione della caccia ai ricercati. Non un´amnistia perché Israele si riserva il diritto di recedere dall´impegno preso nel caso i palestinesi non osservino i loro, ma un gesto che può regalare una qualche popolarità ad Abu Mazen.
Nella lista dei beneficiari del provvedimento, quasi tutti appartenenti alle Brigate al Aqsa, costola armata di Al Fatah, figura un personaggio noto anche per le sue uscite spettacolari, come il capo dei Tanzim di Jenin, Zacharia Zubeideh, il miliziano che studiò nella scuola di Teatro per giovani palestinesi messa su a Jenin da una pacifista israeliana ed è sopravvissuto a diversi tentativi di uccisione. In un primo tempo l´ufficio del primo ministro, Olmert, aveva negato che il nome di Zubeideh fosse tra quelli inclusi nel provvedimento, ma l´indomani ha rettificato, scusandosi. Tuttavia non tutti i potenziali beneficiari hanno firmato l´impegno a deporre le armi. Da Gaza, il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che ancora si considera il legittimo primo ministro, ha condannato l´accordo dicendo che si trattava di «bustarelle politiche» miranti a dividere i palestinesi.

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