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Lettera a Sergio Romano 11/07/2007
Nella parte finale della Sua risposta al signor Pogliano, che tra l'altro faceva un parallelo tra l'elezione democratica che portò al potere Hitler e quella che portò al potere Hamas, Lei dice che "se i popoli votano i dittatori, dobbiamo chiederci cosa li spinge a fare simili scelte". Tale argomentazione mi stupisce, proprio perchè è fatta da Lei che, essendo stato nel passato Ambasciatore della Repubblica, dovrebbe conoscere bene la risposta. La gente, prima di votare, ascolta ciò che i candidati hanno da dire: nella Germania postbellica, ad esempio, Hitler promise che (in caso fosse stato eletto) avrebbe azzerato i debiti di guerra pesantissimi, che la Germania avrebbe avuto comunque il suo esercito e che si sarebbe ripresa l'Alsazia e la Lorena (e non solo). Simili argomentazioni riscontrarono il favore dell'elettorato e il nazismo arrivò al potere. Nei Territori palestinesi, Hamas (che abilmente aveva fatto attività sociale coprendo i vuoti lasciati da Arafat) usò l'argomento che piu' piaceva alla gente: avrebbero distrutto Israele, avrebbero ucciso un gran numero di ebrei e la nuova Palestina si sarebbe estesa dal Giordano al Mediterraneo.
Schumpeter diceva che i candidati alle elezioni possono, in qualche modo, essere paragonati agli imprenditori: gli uni fanno pubblicità e "vendono" il loro programma, così come gli altri "vendono " i loro prodotti. In entrambi i casi, il fallimento si avrà solo in caso di insoddisfazione, ma se la gente può smettere di comprare beni che hanno deluso le aspettative, quando viene votata a maggioranza una compagine illiberale, non si può piu' cambiare. Non sembra comunque il caso di Gaza, dove Hamas è molto popolare e dove l'odio per Israele viene continuamente alimentato a partire dall'istruzione impartita ai giovani, e dai programmi televisivi.
 
Ester Picciotto

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