mercoledi` 23 ottobre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
10.07.2007 L’Iran non e’ poi cosi’ temibile!
Siamo noi che, con la nostra inettitudine lo rendiamo tale.

Testata: Informazione Corretta
Data: 10 luglio 2007
Pagina: 1
Autore: Piera Prister
Titolo: «L’Iran non e’ poi cosi’ temibile!»

L’Iran non e’ poi cosi’ temibile come vuole farci credere. E’ forte se noi l’assecondiamo, e’ debole se noi lo contrastiamo. Invece di prendere provvedimenti adesso, li rimandiamo quando poi sara’ troppo tardi. E quell’Ahmadinejad che nella storia si ripresenta con mutato sembiante, come il nuovo genio del male, non e’ una persona che scherza, come potrebbe pensare il titolare della Farnesina, Massimo D’Alema che ha eluso il problema, ci glissa sopra, come nella sua ultima intervista al Corriere della Sera in cui con toni autoincensatori magnifica l’Europa unita e il ruolo dell’Italia in Europa e in Medio Oriente; questi toni, poi non piu’ cosi’ trionfanti, sbiadiscono del tutto quando parla della Nato e degli Stati Uniti, ma tace sul colpo di stato di Hamas, come fa finta di non sapere che dietro a Hamas, a Hezbollah, come anche ai Fratelli Musulmani, c’e’ l’Iran.

L’Europa con la sua dappocaggine rafforza la tracotanza del regime degli ayatollah e, di fronte ad un comportamento da gangster di Ahmadinejad e di tutte le sue affiliazioni, la stessa ha ceduto.

Ahmadinejad vuole metterci in ginocchio, vuole farci paura con quelle sue macchinazioni e minacce di cui e’ capace; vuole atterrirci e metterci alla prova fino a che punto siamo capaci di resistere alle sue provocazioni; perche’con ghigno sadico vuole farci sentire impotenti e rinunciatari di fronte alla sua forza del Male che incombe e ci sovrasta, e che si espande a macchia d’olio con tutto il sistema delle sue alleanze e il suo potenziale di corruzione. La Siria e il regime genocida del Sudan, come la Corea del Nord , Cuba e il Venezuela sono i suoi alleati.

Hezbollah, Hamas ed altre organizzazioni terroristiche sono affiliazioni e sussidiarie dell’Iran, come anche le associazioni neonaziste in Europa e in America Latina che finanzia con i suoi petroldollari.

Perche’, con la sua immensa ricchezza l’Iran e’ in grado di corrompere chicchessia. E sono molti quelli che per odio atavico o per interesse si corrompono e si corromperebbero!

Ne sono un esempio gli attentati antisemiti di Buenos Aires nel 1993 e 1994 contro rispettivamente l’ambasciata israeliana e contro il centro israelo-argentino con 29 morti il primo e 85 morti il secondo e centinaia di feriti, di cui coraggiosi giudici correntemente fanno risalire la responsabilita’ al governo iraniano, con le complicita’ dei gruppi neonazisti operanti in Argentina dal dopoguerra ad oggi, perche’questo paese e’ pieno di covi neonazisti e di ustascia croati, ed e’ quindi un terreno fertile d’odio antisemita.

Se solo potessimo guardare, con gli occhi arrovesciati indietro nella Storia e, con il senno di poi, pensare ad un Priebke come ad uno di fronte al quale "tremava tutta Roma!" Ora che la sua temibilita’e’ tutta ridimensionata, altrettanto potremmo pensare dell’Iran se solo prendessimo sul serio le sue minacce.

Perche’il ricco Iran e’ povero di tecnologia; le conoscenze di cui dispone non sono ne’sofisticate ne’ progredite; la sua tecnologia e’ arretrata o inesistente e si limita alla tessitura e coloritura dei suoi bellissimi tappeti o alla salatura delle squisite aringhe del Mar Caspio. Non e’ in grado di produrre nemmeno le betoniere che deve importare dall’Italia.

Ma la situazione potrebbe essere da noi ribaltata e noi, noi potremmo mettere in ginocchio quel regime! Solo se lo volessimo tutti insieme, superando le nostre divisioni, uniti e fiduciosi nella forza della ragione e della democrazia.

L’Iran e’ vulnerabile e il suo tallone d’Achille consiste nella sua dipendenza dalla tecnologia straniera .E’un paese con immense ricchezze di giacimenti petroliferi e di gas naturali che non potrebbe sfruttare senza l’importazione di conoscenze e abilita’dall’estero. Non sa nemmeno come raffinare il petrolio, necessita di compagnie straniere per farlo! La sua economia ha bisogno degli altri per poter funzionare ed e’ questa la ragione della sua debolezza.

Gia’ Charles Krauthammer, giornalista e psichiatra, editorialista neocon del Washington Post diceva che l’Europa, se effettivamente fosse un’entita’politica e interstatuale, avrebbe dovuto rispondere unitariamente all’atto di pirateria degli Iraniani quando sequestrarono i 15 marinai britannici. Gli Europei avrebbero potuto congelare le esportazioni con l‘Iran per decine di miliardi di dollari, come anche era stato chiesto loro da Tony Blair, ma non hanno voluto.

L’Iran avrebbe perduto il primo partner commerciale in Occidente, si sarebbe rafforzato il dissenso interno e, tremante, sarebbe stata colpito al cuore. Invece l’Europa e’ capitolata!

Perche’ l’Europa non ha reagito compattamente?

Perche’ l’Unione Europea e’ una farsa, un’unione scritta sulla carta, su cui si fa una grande retorica, che pure avra’ un suo parlamento, ma per decidere che cosa? E’ un’unione divergente di stati individuali con interessi conflittuali.

Ugualmente l’Europa non si e’ mossa per fermare la corsa al nucleare dell’ Iran, ma il pericolo, anche se lo si esorcizza, rimane e si ingigantisce insieme al terrore di nuovi attacchi e i problemi non risolti si aggravano. Non si e’ fatto nulla in passato, quando si sapeva che i bambini islamici venivano indottrinati all’odio ed ora che quei bambini sono diventati adulti con i loro cervelli telecomandati si sono trasformati in armi non convenzionali, in bombaroli suicidi, come i medici terroristi di Londra e di Glasgow. Quei problemi oggi, si sono incancreniti. Che cosa succedera’ quando l’Iran avra’ ultimato la produzione di centrifughe?

Nessuna sanzione economica e’ stata presa, solo gli Stati Uniti proibiscono alle aziende americane di fare affari con l’Iran.

Ed anche se il senatore repubblicano Tom Lantos della California e il senatore Chris Dodd del Connecticut insieme ad altri parlamentari hanno preparato la legge che sanziona economicamente le compagnie straniere che fanno affari con l’Iran, questa stessa legge non procede nel suo iter parlamentare, perche’ George Bush e Condoleezza Rice hanno delle riserve a proposito. Non l‘appoggiano, il perche e’ chiaro: l’Europa dovrebbe capire da se’, senza alcuna coercizione, il grave pericolo che si corre. D’aldronde anche le Nazioni Unite vi hanno provveduto, con una risoluzione che non ha gli effetti di una legge, quella delle sanzioni economiche che non prevede punizioni per i trasgressori e il cui risultato e’ che nessuno la segue.

Eppure, basta leggere il"The Wall Street Journal", per l’appunto l’articolo allarmante del senatore democratico Joseph Lieberman, su come l’Iran stia crescendo nella sua offensiva attraverso tutto il Medio Oriente e come stia reclutando,finanziando, equipaggiando ed addestrando i suoi uomini in Libano, in Palestina, in Iraq e in Afghanistan dove i Talebani stanno ricevendo aiuti dall’Iran contro il presidente Hamid Karzai e tutti i difensori della Nato. L’appello del senatore Lieberman e’ un richiamo al risveglio di tutti, per affrontare a testa alta il pericolo, mandando una chiara, forte ed unitaria risposta a Teheran.

Le decisioni giuste sono le piu’ impopolari, come quella di Churchill di contrastare Hitler o indietro nella storia quella di Cavour quando decise di schierarsi accanto alla Francia e all’Inghilterra contro la Russia, con il decisivo intervento nella guerra di Crimea.. Ma noi, in Italia, non abbiamo uomini di quella levatura intellettuale e morale! Non abbiamo ne’ grandi statisti, ne’ statisti, se i presunti tali nemmeno capiscono che senza il Risorgimento, senza quei grandi uomini che l’Italia ha avuto, l’Italia in quanto stato non esisterebbe e sarebbe solo un’espressione geografica, forse non si parlerebbe neppure la lingua italiana e quei signori non siederebbero sulle poltrone del potere anche senza nemmeno provare alcun sentimento di appartenenza alla nazione italiana. Eppure, suprema contraddizione, la rappresentantano nazionalmente e internazionalmente!

 Piera Prister


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT