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La Repubblica Rassegna Stampa
07.07.2007 Albero Mattone non c'era, ma scrive come se la telecamera l'avesse vista con i suoi occhi
E' così che si influenza il lettore

Testata: La Repubblica
Data: 07 luglio 2007
Pagina: 24
Autore: Alberto Mattone
Titolo: «Israele, fuoco sul cameraman di Hamas»

Illuminante  esempio su REPUBBLICA di oggi, 07/07/2007, a pag.24, di come si influenza l'opinione del lettore non raccontandola giusta, ma scrivendo come se il cronista fosse presente mentre accadevano i fatti, cosa non vera. Ma il nostro dà credito a qualunque versione che possa dare addosso a Israele, secondo un copione che ha dimostrato di dare i suoi frutti. Avvelenati.Nel titolo poi è scritto Israele, mentre l'azione è a Gaza, territorio che non ci risulta appartenere allo Stato ebraico. Bravo Mattone, scrive da poco sul quotidiano dell'Ing.Carlo de Benedetti, ma ha subito capito che aria tira. Farà carriera.

Ecco l'articolo:

DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - I medici gli hanno amputato le gambe, è in terapia intensiva. Imad Ghanem, giovane cameraman della tv Al Aqsa, il network di Hamas, giovedì scorso è stato centrato a Gaza da tre proiettili mentre riprendeva i furibondi scontri tra israeliani e miliziani islamici. È caduto a terra, la sua telecamera era ben visibile, ma Tsahal ha continuato a sparare. A riprendere la scena, un suo collega di Al Jazeera, distante solo pochi metri in quel momento. Le drammatiche immagini sono state mandate in onda dalla tv del Qatar, e hanno fatto esplodere la rabbia dei palestinesi. Tel Aviv si difende: «Quell´uomo era sulla linea del fuoco».
Il ventunenne Ghanem è stato colpito durante la battaglia più violenta avvenuta a Gaza da quando Hamas ha preso il potere. Un commando di Tsahal sotto copertura si è infiltrato giovedì nel campo profughi di Al Burij per stanare i lanciatori di razzi, l´incubo delle città di israeliane di confine. Un nucleo delle brigate Ezzedin al Qassam se n´è accorto e ha aperto il fuoco. Le forze speciali di Tel Aviv hanno risposto, poi hanno lanciato l´allarme via radio. E´ scattata, allora, la massiccia incursione dell´esercito, con carri armati e bulldozer. Undici miliziani di Hamas sono stato uccisi.
Il cameraman di Al Aqsa sta riprendendo i combattimenti tra le baracche del campo. Improvvisamente, viene colpito. Barcolla, poi cade. A una cinquantina di metri, un altro palestinese armato giace a terra in una pozza di sangue. Ghanem ha la telecamera, però, che rimane ben visibile da lontano. Alza il braccio, chiede aiuto, ma da una zona dove sono appostati gli israeliani, arrivano spari verso quanti si avvicinano a lui. L´uomo, ferito, abbassa la testa, sembra soccombere. I suoi compagni lanciano urla disperate, ma nuove raffiche sconsigliano azioni eroiche. A questo punto, altri proiettili centrano il cameraman alle gambe, il suo corpo sobbalza.
Finalmente, tre persone riescono a trascinare via Ghanem. Poi, è la volta del miliziano ucciso: qualcuno fa ancora fuoco sui soccorritori, e il cadavere cade durante la fuga. Scene drammatiche, riprese da un operatore di Al Jazeera, che le trasmette. Sotto accusa è Tsahal, che replica a stretto giro con un comunicato pubblicato dal sito di Haaretz: «Ghanem era sulla linea del fuoco - spiegano fonti dell´esercito israeliano - e non indossava vestiti che facevano pensare che fosse un operatore dell´informazione». La fonte, aggiunge: «L´uomo non era un cameraman, ma voleva utilizzare quanto filmato per fare propaganda ad Hamas».
Ieri, Ghanem è stato operato: i medici gli hanno amputato le gambe squassate dai proiettili. Dopo la preghiera del venerdì, in migliaia hanno celebrato i funerali dei miliziani uccisi: 11 bare sono state portate in spalla per le strade di Gaza. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha avvertito: «L´azione criminale d´Israele non ci fermerà». Il tempo dell´odio non è ancora finito.

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