"Eccesso di memoria" ebraico come il negazionismo un'accusa del tutto infondata
Testata: La Repubblica Data: 06 luglio 2007 Pagina: 28 Autore: Marco Politi Titolo: «Shoah, la provocazione dei gesuiti "No all´uso politico della memoria"»
Uso politico della storia di certe organizzazioni ebraiche p. E da parte dei negazionisti che negano la Shoah per delegittimare l'esistenza stessa di Israele. Lo sosterebbero i gesuiti di Civiltà Cattolica. Marco Politi su REPUBBLICA del 6 luglio 2007 ne scrive con approvazione in un articolo.
Da parte nostra ricordiamo che i negazionisti dicono il falso, a differenza di chi cerca di difendere la memoria della Shoah. D'altro canto, non c'è alcun bisogno di invocare questa memoria a giustificazione del diritto all'esistenza di Israele e nemmeno del suo diritto all'autodifesa.
Il paragone della Civiltà Cattolica è dunque del tutto ingiustificato.
Ecco il testo dell'articolo di Politi:
ROMA - Il negazionismo si combatte con la cultura, non con il carcere. Lo afferma Civiltà Cattolica, mettendo i piedi nel piatto di un dibattito acceso che ha agitato l´opinione pubblica in vari paesi europei. La riflessione sull´orrore della Shoah, aggiunge ancora la rivista dei Gesuiti le cui bozze vengono riviste dalla Segreteria di Stato vaticana, va tenuta alta senza lasciare che un «eccesso di memoria», superficialmente brandito, possa diventare controproducente. Questione delicata, ma oltremodo attuale. Dal momento che l´Olocausto rischia spesso di essere usato come arma impropria per contese geopolitiche, la rivista richiama la necessità di preservarne la memoria al di là di strumentalizzazioni. È un concetto che, d´altronde, una personalità ebraica come Abraham Foxman, presidente dell´Anti Defamation League, ha espresso altre volte con un motto pregnate: «Salvaguardare la memoria della Shoah come se non ci fosse Israele, difendere Israele come se non ci fosse la Shoah». Un eccesso di memoria, afferma l´editoriale del prossimo numero della rivista, può diventare una «trappola» proprio per coloro che lavorano per la pace e si adoperano per superare antagonismi e paure del passato. Civiltà Cattolica affronta il tema con grande franchezza, denunciando un certo tipo di battage mediatico, che si esprime in maniera sloganistica quasi ossessiva, generando a tratti una «sorta di rigetto psicologico del messaggio». Con effetti controproducenti nei confronti della causa che si vuole sostenere. Senza togliere nulla alla «terribilità assoluta» dell´esperienza devastante che ha portato alla morte sei milioni di ebrei europei - sottolinea la nota - affiora il sospetto che negli ultimi decenni vi sia stata una strumentalizzazione dell´Olocausto per fini politici «sia da parte di alcune organizzazioni ebraiche sia da parte dei negazionisti o riduzionisti, che mettono in dubbio la storicità della Shoah per combattere lo Stato di Israele». «Siamo convinti - afferma Civiltà Cattolica - che la memoria, se malintesa e strumentalizzata, può diventare un elemento di divisione». Mentre la storia, libera da condizionamenti esterni o di fazione, può diventare un «elemento di unità» e uno strumento capace specialmente di contribuire alla formazione di una cultura della tolleranza, condivisa da tutti. In questa prospettiva, che fa leva soprattutto sull´educazione delle giovani generazioni, la rivista giudica criticamente le legislazioni repressive sull´Olocausto, adottate in alcuni stati dell´Unione europea. Civiltà Cattolica si schiera apertamente contro l´esportazione in Europa della legislazione contro il negazionismo della Shoah vigente in Germania (è una proposta del ministro della Giustizia tedesco Zypries). Né può piacere al quindicinale dei Gesuiti lo spirito della prima proposta Mastella, che nel gennaio scorso intendeva portare in tribunale chi negasse lo sterminio degli ebrei ad opera del regime nazista. Contro l´ipotesi di una verità storica imposta con le manette si ribellarono duecento storici ed intellettuali italiani. Nella giusta direzione si muove invece il successivo disegno di legge del Guardasigilli, approvato all´unanimità dal Consiglio dei ministri, che reintroduce il reato di «diffusione e incitamento» dell´odio razziale, etnico, religioso (ma anche il reato di discriminazione per l´orientamento sessuale). Complessivamente la posizione di Civiltà Cattolica è esplicita: «Meno leggi, più cultura e qualità della informazione». È l´unico modo per costruire un sistema di tolleranza autentica.