L'intervento di Bernardini si può leggere qui:
Dis eguito, una replica:
Premessa alla parentesi: "(in fondo ancora dipendo dall'Elie Wiesel Center for Judaic Studies di Boston University, e quindi ci saranno senz'altro ripercussioni per me)". Non ho letto il suo intervento su Finkelstein, ma dalla reazione devo intuire che sia solidale con le tesi di questo teorista che ha puntato tutte le sue fortune sull’assioma del pregiudizio antisemita sull’avidità dell’ebreo. Cioè, visto che l’esemplare Svizzera di Bernardini aveva congelato (facendoli lavorare nel suo esclusivo interesse?!) i conti degli ebrei durante la II GM e solo grazie al Congresso Ebraico e ad un solerte e coscienzioso funzionario dell’archivio della più importante banca svizzera, sono stati sbloccati dopo più di 40 anni (!) – senza contare i nominitavi di gerarchi nazisti che possiamo ben immaginare come ne siano entrati in possesso – Finkelstein ne ha ricavato la sua teoria sulla strumentalizzazione della Shoah. Insomma, gli ebrei – e gli eredi del genocidio ebraico - non avrebbero MAI dovuto richiedere la restituzione del loro. Senza contare la perdita di un patrimonio ben più vasto in immobili e beni mobili mai restituiti o risarciti, se non con simbolici risarcimenti. Ad eccezione della Germania di Adenauer. La lettura di "Operazione Shylock" di Philip Roth imporrebbe ben più di una riflessione. Ad ogni modo, la parentesi di Bernardini fa presupporre che la "lobby ebraica" (ebrei ed amici) interverrà per far licenziare Bernardini dall’Elie Wiesel Center della Boston University. Ricordo a Bernardini, in questo caso, che le lobbies (non solo ebraiche) negli Stati Uniti sono più che legali e lo stanno diventando anche in Italia. Sono la trasparenza rispetto alle bustarelle. Di certo, ci si può chiedere perché Bernardini – con le idee che rivendica – abbia sfruttato proprio il Centro Wiesel. Io lo farei licenziare in tronco per abuso di "copertura" in antitesi assoluta con l’impegno di Elie Wiesel. Bernardini sarebbe più che legittimato in un Finkelstein Center for the Glory of Anti-Semitism. Comunque, ho scritto subito alla http://www.eliewieselfoundation.org/ E non faccio parte di alcuna lobby.
"Ma in ogni caso, viva la libertà, di pensiero innanzi tutto" cosa lamenta Bernardini? Non è stato pubblicato? Ma come tutti coloro che si espongono, può essere condiviso o criticato ed anche "liquidato" da un Centro se esprimere opinioni in antitesi. Perché si arroga un privilegio super partes? Proprio lui che condanna simili privilegi?
Le sue teorie, evidentemente non sa supportarle con discipline "teorico-politiche, o storico-politiche" e le riduce alla sua logica, al senso comune del pensiero debole, nichilista. La democrazia non è su un gradino più alto del totalitarismo. Ne è l’antitesi. La democrazia processa e condanna chi ne abusi. La democrazia consente il pluralismo di opinioni: di Bernardini e di Finkelstein, tra i tanti. Sul podio Bernardini metterebbe Svizzera ed Irlanda. Ma le conosce davvero bene? La prima vive solo in funzione dei capitali. La seconda è divisa e ha generato il fenomeno terrorista del’Ira. Se uno si adegua – libertà questa?! – al loro sistema, no problem. Svizzera, Danimarca, Olanda. Della Svizzera sappiamo che il suo sistema capitalistico è fra i più cinici al mondo e ne ho appena dinostrato un esempio. Fanno testo anche le sedi della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa e della Commissione delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, in mano a capitale arabo ed islamico. Dell’Olanda la "memoria storica" di Bernardini dimentica le fortune coloniali degli Orange - Casa regnante. Della Danimarca, l’impero commerciale in oriente. Certo non si macchiarono degli orrori del Belgio in Congo, ma ci furono guerre con la Spagna per la supremazia nell’Europa occidentale.
"Invasioni di paesi terzi". Chiarisca il punto Bernardini. Gli USA sono la più grande democrazia da un lato e la più grande potenza del mondo dall’altro. Hanno una responsabilità planetaria ed invadono solo se richiesti e/o per tutelarsi e per tutelare le democrazie. La democrazia consente le manifestazioni di piazza e le critiche alle politiche dei suoi governi. Nonché i processi agli abusi. "pesanti condizionamenti nelle politiche degli altri paesi" chiarisca anche qui cosa intende dire Bernardini. "il persistere della pena capitale…" Bernardini e i tanti contro la pena capitale guardano solo agli Stati Uniti, ma mai ai 3/4 del terzo mondo (che difendono), dove i processi sono sommari e farsa, le vittime prelevate dalle loro case e pubblicamente "giustiziate" oltre a consentire l’infierire sui loro corpi agonizzanti o cadaveri. Si può essere contro la pena di morte vigente in alcuni Stati degli Stati Uniti. Ma non voler vedere l’orrore peggiore in altri 3/4 del pianeta – come confermato dalle Nazioni Unite – significa solo essere faziosi. Bernardini si qualifica come storico. ?!?! Afferma tali nonsensi, da far dubitare altamente. Essere docenti di storia, discettare di storia, non equivale ad esserne studiosi, tanto da meritarsi il titolo di storico. Che cavolo c’entra la Prussia di Bismarck?! Quando mai ha inteso essere democratica la Prussia? E che c’entrano Bismarck, la Prussia e lo sterminio in Namibia? Relativismo facile, assurdo, inconcludente. E quando mai l’Impero Ottomano si è mai sognato di essere democratico????! Eppure, era il più tollerante impero – insieme a quello Absburgico – che abbia regnato fino alla sua fine. Quanto alla persecuzione degli Armeni, uno storico sa che non solo la Turchia, e non la Turchia in quanto nazione, ne è responsabile. Ma è sicuramente il paese più demonizzato dai media e dai "facili storici". Quelli politicizzati come Bernardini. Basterebbe leggere Guenter Lewy e il suo "The Armenian Massacres in Ottoman Turkey: A Disputed Genocide". University of Utah Press. Tradotto anche in italiano.
Se per esporre una teoria è necessario sviluppare il terrorismo ideologico, al meglio si può sperare di elaborare una sceneggiatura da film di serie B. "E allora, che cosa importa davvero? La vita degli individui e la loro libertà, o il trionfo del democratico principio di maggioranza?". Bernardini costruisce un’antitesi, laddove non esiste. Bernardini discetta su quello che è lo sfruttamento della democrazia da parte di regimi. Risibile (ed ignorante) la sua speculazione sul "parlamento iraniano" nominando i Persiani che voterebbero per la fine degli Ayatollah. Doveva rivolgersi agli iraniani, che in gran parte – quelli che si considerano ancora Persiani, ma anche i delusi della rivoluzione – voterebbero contro il regime degli Ayatollah. Inoltre, la minaccia nucleare iraniana, per scatenarsi, non necessita di una decisione parlamentare. Dipende dal Consiglio Supremo degli Ayatollah. Il parlamento iraniano è solo di facciata. Evidentemente il pianeta Iran sfugge del tutto a Bernardini.
"E secondo una prospettiva liberale-classica, in cui mi riconosco…" Ma non è una contraddizione nei termini? E arriviamo alla "concezione" della "resezione dello stato" che giustamente fa dire ad Arturo Diaconale che il Bernardini sia un anarchico.
Infine, eccolo il grande "cancro" di Bernardini. La Vandea. Discetta, e "demolisce" gli stati – democratici o totalitari che siano – ma sublima la Vandea. Quanto di più "totalitario" religioso – diremmo oggi fanatico – abbia caratterizzato la storia di Francia. Poi, ipotizza un paragone tra le stragi in una città come Parigi ad una regione di Francia!!! Accidenti al relativismo del pensiero debole! E premette all’inizio della sua replica ad Arturo Diaconale, di voler usare la logica – che definisce comune! Bah, spero che tale logica non sia comune a tutta Italia, perché allora ben venga uno tsunami!
L’essere contro lo stato, ha un’alternativa per Bernardini? Campeggi anziché Stati? Cancelliamo tutto il cammino della storia e facciamo le grigliate in riva al mare o in montagna? Torniamo alle faide? Poi, giocoforza, la storia ci insegna da millenni che cerchiamo tutti un dio e un leader. E, allora?
"In Israele, abitano uomini operosi ed allegri". Ma che Bernardini si sbagli con la Oktoberfest in Baviera? Inoltre, chi mai ha detto che Israele deve fare parte della UE? E’ un tema caro ai radicali, ma ignorato dalla maggioranza di Israele che non nutre certo un amore e fiducia viscerali per l’Europa. Io credo e spero nel più concreto progetto mediterraneo di Nicolas Sarkozy.
Quanto alla Costituzione non scritta, valgono a fondamento i valori universali dei Libri che sono – guarda un po’! - alla base delle Costituzioni dei paesi democratici occidentali, anche nella voce "Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te". Poi, asserire che Israele non difenda le libertà individuali, il rigoroso principio di difesa dei diritti, significa solo NON sapere di che si parla. Ancora un relativismo: questa volta scomodando Confucio. Non basta poi nominare Hillel il Vecchio, la Torah, il Talmud per capire e discettare della non scritta Costituzione di Israele. Israele ha una delle più esemplari – riconosciuta internazionalmente - Corte di Alta Giustizia che è l’arbitro del governo.
Emanuele Ottolenghi non fa apologia di Israele, ma con competenza analizza Israele. Magdi Allam non fa apologia di Israele, ma dal suo vissuto di egiziano musulmano antisraeliano, HA saputo uscire da uno schema-blocco ideologico formativo ( riscontrato anche in Italia) nell’unica tensione della ricerca della verità. Ha saputo ripartire da zero, confrontarsi, e cercare la sua identità individuale rispetto a quella del branco degli schieramenti. Il suo libro è il resoconto di questa ricerca individuale che considera Israele la cartina di tornasole per chiunque blateri di democrazia e di pace. Bernanos è uno dei più illuminati esempi – di alta letteratura - del ripensamento, dell’autocritica.
Israele conta oggi più di sette milioni di abitanti e non sei. Forse da Israele dipende il destino del mondo. Vista l’attenzione del mondo su Israele – l’Ambasciatore Meir ha giustamente rilevato che sull’Africa, ad esempio, viene devoluta solo il 2, 9% dell’attenzione del mondo e che se Israele si fosse fatta costituire in Uganda, oggi l’Africa sarebbe al centro del mondo – Bernardini si dovrebbe augurare che le sue visioni anarco-nichiliste si estinguano con lui. Di certo, non può far parte di un Elie Wiesel Center. Un insulto alla ragione e ai valori.
Danielle Sussmann (gruppoalfa.org)