Essendo stato salvato da un "chirurgo straniero", quando ha appreso della presenza di medici provenienti dal Medio Oriente tra i terroristi responsabili degli attentati in Gran Bretagna, ha concluso che il vero danno delle bombe terroriste che a Londra e Glasgow non hanno fatto vittime "consiste nell´instillare in noi la paura nei confronti di chi ci aiuta quando siamo maggiormente vulnerabili." .
Le bombe, naturalmente, uccidono, e il fatto che non l'abbiano fatto a Londra e Glasgow non cancella questa regola.
Ma il punto è un altro. E' falso che l'unico modo in cui il terrorismo islamico può deformare le nostre società sia instillare in noi il panico e la diffidenza verso tutti i musulmani (eufemisticamente detti "stranieri"). Il terrorismo mira condizionare le scelte politiche dei popoli che colpisce. Sottometersi a questo ricatto sarebbe il modo più diretto per consegnare agli assassini islamisti la più completa vittoria. E per pervertire la natura democratica e liberale delle nostre società.
E' strano che quanti ravvisano in questa deriva il "vero danno del terrorismo" si limitino a indicare il rischio, per ora non concreto, della xenofobia e dell'"islamofobia". Senza nemmeno citare quello, ben più reale (c'è un precedente in Spagna), della resa ad Al Qaeda.
Ecco il testo:
Qualche mese fa ho avuto un infarto. Sono stato salvato da mia moglie che, guidando da vera italiana, mi ha portato in macchina all´ospedale più vicino, quasi fin dentro al pronto soccorso. Ancor più mi hanno salvato i medici, gli infermieri e gli assistenti che hanno fatto ripartire il mio cuore con una scossa elettrica, mi hanno operato e dopo la convalescenza mi hanno dimesso in condizioni perfino migliori rispetto a prima.
Io che di rado avevo messo piede in un ospedale, se non per far visita a qualcuno, all´improvviso ho avuto modo di rendermi conto che gli ospedali di Londra sono simili ormai alle Nazioni Unite: il chirurgo che mi ha operato era di origini ebraiche tedesche, con genitori scappati dal Nazismo. Lo specialista che mi ha visitato era di origini hindu, nato nel Regno Unito, con studi completati a Ginevra. L´addetto allo scanner che ha esaminato in dettaglio il mio cuore era egiziano. Le infermiere giamaicane, polacche, colombiane. Le pillole erano distribuite da due filippini gay che inscenavano una sorta di cabaret che risollevava gli animi di noi pazienti. Tra coloro che lavoravano in ospedale alcuni erano nati in Gran Bretagna, altri erano immigrati che hanno ottenuto la cittadinanza, e altri ancora avevano soltanto il permesso di lavoro.
A me, sopravvissuto riconoscente, erano sembrati tutti meravigliosi e immagino che centinaia di migliaia di persone la pensino come me. Ieri, però, all´improvviso questa visione di un corpo medico unito e coeso è andata in frantumi. Si è venuto infatti a sapere che otto sospetti arrestati per i falliti attentati di Londra e Glasgow erano medici ospedalieri o tirocinanti giunti da oltreoceano.
Le paure e le inquietudini connesse al complotto dei medici del XXI secolo colpiscono in profondità la Gran Bretagna, proprio perché il Servizio Sanitario Nazionale - il singolo più grande datore di lavoro in Europa - ha reclutato molto personale straniero per facilitarne l´espansione. Poiché il Servizio Sanitario sta molto a cuore ai britannici, altrettanto vale per il personale: come altrove, essere un dottore o un infermiere significa godere della fiducia altrui, essere rispettati e apprezzati. Che una manciata di loro possano essere anche terroristi è uno shock enorme: all´improvviso l´incubo di essere accuditi e curati da chi odia il nostro stile di vita diventa reale.
È così che funziona il terrore: i terroristi sono pochi, ma contaminano tutto ciò che hanno intorno. Più che altro, contaminano e intaccano il senso di fiducia, quella fiducia che una società moderna e civile deve riporre negli stranieri perché proprio gli stranieri fanno così tanto per noi, nei negozi, nei ristoranti, nei trasporti, al lavoro e… quando siamo bisognosi di cure. Le bombe del weekend, che quasi per miracolo non sono esplose, non hanno provocato nessuna vittima. Il loro vero danno consiste nell´instillare in noi la paura nei confronti di chi ci aiuta quando siamo maggiormente vulnerabili.
(Traduzione di Anna Bissanti)
Per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica cliccare sul link sottostante