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Cari amici, innanzitutto, complimenti a Federico Steinhaus per la sua eccellente replica alla propaganda antisraeliana ed anticomunitaria ebraica di Sergio Romano (la si può leggere qui, ndr) . Non ho potuto partecipare all’incontro-dibattito "Fattore Israele-Gerusalemme e la crisi mediorientale" collegato alla presentazione del numero 37 di Aspenia, perché l’invito mi è arrivato solo il giorno prima ed ero già impegnata. Moderatore Stefano Folli. In forse era la partecipazione di Giuliano Amato. Altri partecipanti: Pier Ferdinando Casini, Gideon Meir, Mario Pirani, Jean-Louis Tauran, Giulio Tremonti e la principessa Wijdan Al-Hashemi che è l’ambasciatrice giordana in Italia. Gli interventi più significativi ed interessanti (conoscendo le posizioni degli altri intervenuti) che mi dispiace aver perso, sono quelli del cardinale Tauran (archivista degli archivi segreti del Vaticano) e della principessa giordana. Non vi è dubbio che nei dibattiti, emergano più elementi di contrasto o di condivisione, più aperture o chiusure di quelle ufficialmente riscontrabili in uno scritto. Dall’indice della rivista Aspenia vedo la partecipazione di interventi anche di ebrei che non condivido. Sono questi a giustificare, a legittimare, i Sergio Romano. Forse per questo Sergio Romano parla di contraddittorietà nelle comunità ebraiche? O si riferisce anche al pluralismo democratico dell’informazione esistente in Israele e di cui recepisce come molti, solo le critiche e condanne ad Israele? Inviterei a leggere sul sito di Aspenia, la conversazione della direttrice Marta Dassù con l’Ambasciatore Gideon Meir. Apre egregiamente il numero 37 della rivista dedicata ad Israele. La caratura di tale discussione "annienta" la superficialità e la faziosità di Sergio Romano. La faziosità è una disonestà intellettuale che porta ad ignorare l’interezza storica e fattuale delle questioni che si affrontano. Sergio Romano come troppi autocelebratisi "storici" opera una politicizzazione della storia, non scrive di storia. Ecco perché si permette di effettuare risibili tesi funzionali alla quadratura del cerchio. Ma, all’analisi, non appare che un sempliciotto che sul nozionismo costruisce architetture facilmente smontabili. Non pago, cerca di demonizzare il contraddittorio bollando di "nomenklatura" i quadri dirigenti delle comunità ebraiche, e di "critiche acrimoniose" coloro che (tra cui io) smontano i suoi castelli di carte. Nemmeno la cortesia ottiene risposta dall’ex ambasciatore. Due sue costruzioni sono velenose e pericolose: ribadire – nella somma delle sue asserzioni – il grande complotto ebraico di chiara matrice antisemita. E metà dell’estratto, che avete pubblicato dal Giornale, si riferisce alle accuse contro Pio XII. Come a dire che chi difende Pio XII dagli ebrei, non può essere tacciato di antisemitismo, perché allora gli ebrei dovrebbero essere tacciati di anticattolicesimo. Il gioco tipico di una forma mentis dedicata alle ambiguità storiche della diplomazia occidentale. Vorrei fare alcune aggiunte all’ottima replica di Federico Steinhaus. 1) L’invasione del Libano fu ed è un’invenzione delle politiche e dei media occidentali asserviti a quelle arabe. La lotta contro l’OLP – che ha scatenato la guerra civile in Libano che Romano dimentica - era comune al governo libanese ed israeliano. Non solo: vi era già un trattato di pace tra Israele e Libano che doveva solo essere ratificato. Sabra e Chatila seguono l’attentato che uccise il Presidente libanese Bashir Gemayel. Ma i Romano continuano ad ignorare tali fatti. L’errore di Sharon fu solo di non aver dato ascolto al governo israeliano che gli intimava di abbandonare Beirut a causa delle informazioni dell’intelligence che prevedevano un maggior coinvolgimento della Siria sul Libano. Anche un bambino delle elementari – mentalmente scevro da ogni speculazione politica - riuscirebbe a capire che Sabra e Chatila furono solo funzionali alla Siria. Senza contare che rappresentarono la vendetta dei falangisti del maggiore Haddad all’assassinio del loro presidente e che il comandante dei campi era quell’Eli Hobeika libano-siriano. Fossi Romano ed altri di pessima compagnia, mi basterebbe la lezione di quanto non contino le loro asserzioni e quelle europee, visto che Sharon ha vinto la sua querela – per le stesse accuse – contro il potente Time Warner Magazine. Come a dire che i media europei contano come il 2 di picche. 2) Romano è uno dei teorici della fondazione di Israele grazie alla Shoah. Ignora del tutto Hertzl, il Sionismo, e che prima della Shoah erano presenti 500 mila ebrei e che durante e dopo la Shoah riuscirono ad arrivare nell’Anglo-Palestina solo 30 mila sopravvissuti alla Shoah e al famigerato Libro Bianco? 3) Quanto al documento inviato al Nunzio Apostolico Roncalli dalla Segreteria di Stato – e quindi avvallato da Pio XII – fu proprio il Corriere a darne notizia e a dichiarare che l’originale era negli Archivi di Notre Dame. L’hanno distrutto? Ne hanno redatto un altro? Io, ad esempio, ho ancora alcuni fogli di carta ingialliti e vuoti con la firma di mio padre in calce, dal 1945. Ma quando il Corriere ne diede notizie, penso che qualcuno si prese la briga di andare a verificare – anche dalle nostre "nomenklature" – il testo originale. Nel dialogo interreligioso ebraico-cattolico, interrotto proprio per il veto vaticano ad aprire gli archivi dal 1939 al 1945, dobbiamo davvero credere - come indica Romano - che la nomenklatura ebraica sia stata o sia la parte imbecille del rapporto? Revisionista e di che? Di archivi chiusi? Quanto alla didiscalia sotto la foto di Pio XII al Yad Vashem, si riferisce ad un Papa controverso e ne spiega le ragioni essenziali. La firma del Concordato con la Germania nazista. Aver cestinato la coraggiosa bozza contro l’antisemitismo e il razzismo del suo predecessore Papa Pio XI, il silenzio contro le leggi razziali in Italia e contro il nazismo, il non aver firmato nel 1942 l’atto degli Alleati – quando si sapeva della Soluzione Finale Ebraica – contro la Germania nazista. Risibili le giustificazioni di questi ultimi mesi. A vanto "l’aver nascosto" gli ebrei nei conventi!!! Fatto non assolutorio e comunque ancora non comprovato da un ordine in questo senso da Pio XII. Invito a leggere l’appena pubblicato libro della storica (lei sì) Emma Fattorini "Pio XI, Hitler e Mussolini – La solitudine di un papa". Ha perfettamente ragione Federico Steinhaus: a distorcere la storia, a montare accuse senza saperle motivare, a creare odio, bastano poche righe. A confutare, servono non solo tanto impegno, ma anche una preparazione ed onestà intellettuale che mancano in individui come Sergio Romano ed altri. E Romano non si rende nemmeno conto che la sua conclusione finale è un boomerang per le sue e consociate tesi: "Ma accanto alla ripetizione del passato esiste un altro rischio, non meno grave: quello a cui si espongono coloro che applicano le lezioni del passato a situazioni completamente diverse." Danielle Sussmann (www.gruppoalfa.org) |
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