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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.07.2007 Proteste in Israele dopo il patteggiamento dell'ex presidente Katsav
che ha accettato di confessare reati minori per far cadere l'accusa di stupro

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 luglio 2007
Pagina: 17
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Katsav patteggia ed evita il carcere In piazza la protesta delle femministe»
Dal CORRIERE della SERA del 2 luglio 2007:

GERUSALEMME — «Il mio mandato dovrebbe terminare il 14 luglio del 2007. Chiedo di anticipare la fine di due settimane e annuncio le mie dimissioni». Con una lettera e poche parole, Moshe Katsav ha chiuso la carriera di ottavo presidente dello Stato ebraico. Ma ha anche voluto cancellare lo scandalo sessuale che da un anno fa indignare gli israeliani. Nessun accenno alle indagini cominciate in luglio, nessun accenno all'autosospensione decisa a gennaio sotto la minaccia di un'accusa per stupro.
Ventimila persone si sono radunate sabato sera in piazza Rabin, a Tel Aviv, per ricordarglielo. La manifestazione è stata convocata dalle associazioni per i diritti delle donne che hanno voluto protestare contro il patteggiamento concordato dall'ex presidente: in cambio della promessa di presentarsi in tribunale e dichiararsi colpevole di accuse minori (molestie sessuali e pressione su una delle testimoni), il procuratore generale Menachem Mazuz ha lasciato cadere il reato più grave, la violenza sessuale. Fino a gennaio (quando era stata delineata l'incriminazione) Katsav rischiava vent'anni di galera, adesso non finirà in cella (pena sospesa) e dovrà pagare due risarcimenti simbolici.
«Non chiediamo pietà, vogliamo giustizia. I giudici devono avere il coraggio di non lasciare passare l'accordo», ha proclamato Yael Dayan, dal palco di piazza Rabin. E' stata lei, figlia di Moshe Dayan, eroe della guerra dei Sei giorni e generale donnaiolo, a far passare nel 1998 la prima legge molto severa contro gli abusi sessuali. Le organizzazioni hanno per ora ottenuto dalla Corte Suprema un rinvio di ventiquattr'ore della prima udienza per il patteggiamento, l'intesa tra Mazuz e Katsav è congelata.
«Dalla manifestazione abbiamo imparato — scrive Nahum Barnea, editorialista del quotidiano
Yedioth Ahronoth — che finalmente i valori femministi e i diritti civili sono diventati un patrimonio per la maggioranza degli israeliani». «Il cambiamento è avvenuto nell'ultimo decennio — conferma Tziona Koenig-Yair del Women Network —. La gente una volta era disposta ad accettare molestie o comportamenti prepotenti contro le donne da ministri o generali ». Secondo un sondaggio di Yedioth,
il 73% degli intervistati sostiene che nel caso Katsav non sia stata fatta giustizia.
Mazuz ha spiegato di aver raggiunto l'accordo per non infangare l'onore della presidenza israeliana ed evitare un lungo processo con titoli «desolanti» sui giornali. Resta convinto — come ha detto in un'intervista al Canale 2 — che Katsav «sia un molestatore sessuale seriale e che se in tribunale non confesserà chiaramente i reati definiti dal patteggiamento, l'intesa verrà considerata non valida ».

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