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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.06.2007 "Non devi parlare di islamismo sei una puttana come lei"
Cronache della Sharia in Italia, con un commento di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 giugno 2007
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam-Paolo Foschini
Titolo: «La moschea e quei segnali sottovalutati- Aggredita in viale Jenner»

900mila  sono i musulmani presenti in Italia; 50 mila hanno la cittadinanza italiana
10 mila  sono i cittadini italiani che si sarebbero convertiti alla religione musulmana
36%   la percentuale di musulmani sulla popolazione immigrata presente in Italia

Queste cifre, con l'analisi di Magdi Allam che segue, sul CORRIERE della SERA d oggi 30/06/2007 a pag.1-21. Sempre in merito a quanto accaduto davanti alla moschea di viale Jenner a Milano,  pubblichiamo la cronaca di Paolo Foschini.

Ecco l'analisi di Magdi Allam: titolo: " La moschea e quei segnali sottovalutati "

Chiudetela la moschea di viale Jenner a Milano. Non sono bastate le condanne dei suoi esponenti per attività terroristica. Non sono bastate le prescrizioni per scadenza dei termini o per condono di condanne per attività terroristiche dell'imam e del vertice della moschea.
Non sono bastate le indagini che hanno confermato che si tratta della moschea più collusa con il terrorismo internazionale. Dobbiamo aspettare che si arrivi allo sgozzamento degli «apostati»? E alle punizioni corporali delle donne «infedeli » per deciderci a far rispettare la legge italiana sul territorio nazionale? La vile aggressione in viale Jenner contro la giovane e coraggiosa Douna Ettaib, colpevole di battersi per l'emancipazione delle donne immigrate, di aver affermato pubblicamente il diritto di Israele all'esistenza, di aver aderito alla «Manifestazione nazionale contro l'esodo e la persecuzione dei cristiani in Medio oriente» che si terrà a Roma il 4 luglio, è un segnale d'allarme che mi auguro non venga sottovalutato o peggio ignorato. Fino a quando continueremo a scendere a patti con questi estremisti che, se da un lato fino ad oggi non hanno messo le bombe a casa nostra, dall'altro stanno perseguitando i musulmani d'Italia, dispensano sentenze di apostasia, aggrediscono fisicamente e minacciano verbalmente soprattutto le donne che non si sottomettono alla loro interpretazione della sharia, la legge coranica?
È storicamente accertato che il potere degli estremisti islamici si basa sulla totale sottomissione della donna, il primo «altro » per antonomasia, perché successivamente diventa agevole imporsi su tutti gli «altri», i musulmani eterodossi, laici e liberali, i non praticanti. E una volta affermato il loro potere su un insieme unificato dalla paura e che viene spacciato per «comunità islamica» purificata dalla sharia, la conquista del potere assoluto prosegue sferrando la jihad, la guerra santa, contro i cristiani, gli ebrei e tutti «nemici dell'islam ». Tutto ciò è già successo a partire dagli anni '70 in Egitto, in Algeria, in Marocco, in Turchia, in Indonesia.
Ebbene ora è arrivato il turno dell'Europa. La Gran Bretagna è il caso più tragico trattandosi del paese europeo più infiltrato dall'estremismo e dal terrorismo islamico. Ma anche  l'Italia avrebbe di che preoccuparsi, sempre che si voglia guardare in faccia la realtà e si abbia la volontà politica di salvaguardare il primato della legge, la sovranità, la dignità e la libertà nazionale.
È giunto il tempo di chiudere le moschee dove si predica l'odio, si indottrina alla «guerra santa» e si persegue l'obiettivo di sottomettere alla sharia i musulmani in vista dell'islamizzazione dell'Italia. Schieriamoci senza tentennamenti dalla parte delle donne che si battono contro gli estremisti islamici, tuteliamole legalmente e affranchiamole dalla schiavitù del permesso di soggiorno il cui rinnovo è legato all'arbitrio del marito maschilista e talvolta violento, favoriamole nell'ottenimento della cittadinanza italiana e di un lavoro che le emancipi economicamente. Se l'Italia riuscirà a liberare le donne musulmane dalla paura e dalle minacce degli estremisti islamici, avrà realizzato il più proficuo investimento per la costruttiva integrazione dell'insieme dei musulmani.

e la cronaca di Paolo Foschini: titolo: " Aggredita in viale Jenner,smettila di difendere Hina"

MILANO — «Smettila o sarà peggio per te»: così le hanno detto, con le mani sulla faccia. Più che abbastanza per terrorizzarla, e questa è la parte cattiva. Quella buona, e non è poco per una musulmana impaurita, è che nonostante tutto ha trovato il coraggio di denunciare i suoi ignoti aggressori in questura: dove Dounia Ettaib, vicepresidente dell'Associazione comunità donne marocchine in Italia (Acmid), ha infine messo a verbale di essere stata assalita ieri a Milano, vicino alla moschea di viale Jenner, da quelli che non è riuscita a definire più che «due connazionali».
Ieri, appunto: cioè a neanche ventiquattr'ore dall'inizio del processo-simbolo di Brescia contro gli assassini di Hina Saleem, la giovane pakistana uccisa a coltellate da padre, zio e cognati perché con le sue magliette e il suo vivere occ identale «non era una buona musulmana ». Lo stesso processo e la stessa udienza da cui l'Acmid, malgrado le duecento donne confluite a sostenerne le ragioni fuori dal tribunale, aveva dovuto incassare il no del giudice alla propria costituzione di parte civile.
Una di quelle duecento donne era Dounia. Che all'una di ieri pomeriggio, secondo la sua deposizione, è stata avvicinata in strada da due individui. E da costoro spinta contro un muro, insultata, infine avvertita: «Devi smetterla di parlare di islamismo». E ancora, perché non ci fossero equivoci sul contesto: «Hina è una puttana come te». Quindi, mani sulla faccia, la minaccia conclusiva: «La bellezza non dura a lungo...».
In serata, inghiottite le lacrime, la vicepresidente di Acmid ha inizialmente reagito con sconcerto alla diffusione della notizia: «Non parlo per me, ma non vorrei che questo episodio spaventasse le altre donne dell'associazione...». Poi, sentitene le principali esponenti, ha ritrovato la grinta del giorno prima: «No, non sarà questo — ha detto — a fermare l'attività dell'Acmid».
Che già in mattinata per la verità aveva fatto sentire la sua voce con un «grazie» all'onorevole di An Daniela Santanché, la quale aveva bollato come «pagina orribile della giustizia» l'esclusione dell'Acmid dal processo su Hina salvo essere contraddetta dagli stessi avvocati italiani dell'associazione: «Parole ingiustificate », le avevano detto. «Parole giustissime», ha detto ieri l'Acmid. «E l'aggressione subita ora da Dounia — ha aggiunto in serata la parlamentare di An — non fa che suonare come ulteriore allarme. Parlerò col ministro Amato perché le donne come Dounia abbiano la protezione che meritano, e mi stupisco di essere sola in questa battaglia: dov'è la sinistra?».
A intervenire nel frattempo è invece Abdel Amid Shari, che del Centro culturale islamico di viale Jenner — sede della moschea vicino alla quale è stata collocata l'aggressione — è il direttore: «Ne apprendo notizia da voi giornalisti. E non posso che ribadire la nostra condanna contro ogni forma di violenza nei confronti di chiunque: compresa naturalmente quella compiuta su Hina, che non ha niente a che vedere con l'Islam e i cui autori meritano di pagare duramente per ciò che hanno fatto».

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