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La critica di Federico Steinhaus a Sergio Romano 30/06/2007

L'antisemitismo di Sergio Romano è indistruttibile. Non faccio il processo alle intenzioni, né mi interessa sapere come e perché lo è diventato. Mi ricordo soltanto che anni fa egli scrisse un libercolo dal titolo "Lettera a un amico ebreo" (cito a memoria), al quale rispose, se mi ricordo bene, Minerbi, il quale concluse (sempre cito a memoria) che se quella era una lettera a un amico, immaginarsi cosa sarebbe stato se avesse scritto a un nemico.

Tale problema non riguarda però soltanto Romano. Ormai c'è una vasta campagna di stampa che va dalla sinistra comunista ai cosiddetti cattocomunisti. Tutti sono unanimi nel condannare Israele e gli U.S.A., per tutto ciò che succede in Medio Oriente. Gli altri sono tutti innocenti vittime dalal coscienza immacolata. Come avevo già scritto, questa campagna diffamatoria riproduce quella di squallida memoria orchestrata più di settanta anni fa dalle veline del MINCULPOP. Non so oggi chi sia il regista, certo che la somiglianza è quasi gemellare. Quello che è deprimente, è come tanti giornalisti si prestano a diffondere notizie che sanno non essere vere.

Saluti

(lettera firmata)


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