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Riportiamo dal gruppo dell'Aned (Associazione nazionale ex deportati) di Torino:
1 - Il ' muro' fra Israele e territori palestinesi è di soli 7 chilometri, nei luoghi in cui le case si affacciano l'una all'altra o si affacciano direttamente sulla strada, e dalle case si può sparare dentro ad altre case o dentro alle automobili. Il resto è un reticolato metallico con sensori.
2 - Ai paesi circostanti che hanno accettato l'esistenza di Israele ed hanno stipulato trattati di pace (Giordania, Egitto) Israele ha restituito tutti i territori. Israele non ha restituito alcuni territori occupati a seguito di guerre (di difesa) alle popolazioni con cui non è stato ancora definito un trattato di pace (Autorità Palestinese, Siria).
3 - Fino al 1967 Gaza era territorio egiziano, la Cisgiordania era territorio giordano. Giordania ed Egitto nei trattati di pace hanno rinunciato alla sovranità su questi due territori per lasciarli ai Palestinesi, che però non ci hanno realizzato uno stato organizzato, come gli avvenimenti di questi giorni purtroppo ancora testimoniano.
4 - Sulle cause (e dunque sulle 'colpe' storiche') della mancata organizzazione di uno stato palestinese i pareri divergono grandemente fra filo-palestinesi e filo-israeliani. Di questo si può discutere. Ma i punti 1, 2 3, sono dati di fatto inconfutabili, che occorre considerare in ogni valutazione della situazione attuale e dell'evoluzione del conflitto arabo-israeliano.
quanto ai punti segnalati dalla sig.ra Camis de Fonseca vorrei chiederle quali siano le fonti da cui hai tratto le notizie in questione. vorrei precisare infatti che:
1) Quanto alla lunghezza del muro, lo stesso è ancora in fase di realizzazione e procede a tappe forzate. Il progetto finale prevede una lunghezza approssimativa di 975 KM. E' vero che una parte della recinzione consiste in filo spinato metallico e non è tutto muro. In ogni caso si tratta di una recinzione invalicabile che va dai 50 ai 100 metri di larghezza.
Sul punto consiglio la lettura della sentenza della Corte di Giustizia dell'Aia del 9 Luglio 2004 che ha accertato l'illegalità del muro e ha stabilito che la sua funzione non è difensiva ma comporta una realizzazione di fatto di una annessione territoriale.
Sul punto 2), Israele sono 40 anni che occupa i c.d. territori occupati. E' ovvio che finchè occupa questi territori non può neppure ipotizzarsi la pace. Si può obiettare che non ritira l'esercito finchè i palestinesi non fanno la pace, ma è altrettanto ovvio che la causa prima dell'illegalità internazionale la promuove chi sta occupando militarmente un paese straniero e non chi si fa occupare. Peraltro l'OLP ha già riconosciuto Israele in occasione degli accordi di Oslo. Nei recenti accordi di La Mecca, in pratica si è raggiunto un parere concorde di tutti gli stati arabi, ivi compreso il partito vincitore delle ultime elezioni palestinesi Hamas, sulla cessazione di qualsiasi rivendicazione territoriale al di la della linea verde del 1967.
Israele non ha mai detto quali sono i suoi confini, si è limitata a riconoscere l'OLP come legittimo interlocutore palestinese, ma non ha mai detto quale è il territorio palestinese sul quale riconosce la sovranità dell'OLP. Forse perchè non ha ancora finito di espandersi?
3) E ' impossibile la realizzazione di uno stato organizzato in un paese sotto occupazione militare, quando l'occupante fa di tutto per impedirti di organizzarti. Le prime cose che sono state distrutte in palestina da Israele dopo lo scoppio della seconda intifada sono le strutture amministrative ed i posti di polizia dell'ANP. Arafat negli ultimi due anni di vita è stato costretto a restare prigioniero nella Muquata. Gli ostacoli alla creazione di uno stato organizzato da parte di Israele sono molteplici (dal controllo delle frontiere, alla frammentazione del territorio, al mancato pagamento dei dazi doganali, agli ostacoli alle attività commerciali di import exporto, allo stato di guerra permanente con esecuzioni continue di palestinesi all'interno dei loro territori).
4) quanto sopra non è un parere, ma trova riscontro nelle risoluzoini ONU; nella sentenza della corte di Giustizia sul MUro, nonchè da quello che ho osservato con i miei occhi qualunque persona si rechi sul posto. quanto alle affermazioni del sig. Pavia, vorrei chiedere in cosa ravvisa il carattere tendenzioso e pericoloso del questionario, la cui unica finalità era quella di cercare di indurre ad una riflessione comparata su quelli che sono gli argomenti di discussione usati ora dagli uni ora dagli altri. Sarà una provocazione ma mi sembra del tutto innocua.
Non credo che siano banalità nè stereotipi, le statistiche sul numero di morti o sul numero di check point.
Trovo banale e stereotipante invero continuare ad accusare di antisemitismo chi critica la politica di Israele. Se israele commette dei crimini contro l'umanità, che sono anche questi certificati dalle relazioni della commissione per i diritti umani dell'ONU e dalla stessa Assemblea Generale dell'ONU, questo vuol dire che i commissari sono antisemiti? Devo astenermi dal criticare gli israeliani solo perchè gli ebrei europei, che nulla hanno a che vedere con l'attuale israele, hanno subito una feroce persecuzione durante la guerra? Nulla mi può impedire di criticare chi sbaglia, neppure se a suo tempo è stato oggetto a sua volta dei peggiori crimini. Anche perchè i criminali di oggi sono diversi da quelli di ieri, e così anche le vittime.
Rimando dunque cortesemnte al mittente ogni accusa di antisemitismo, in quanto tutte le religioni mi lasciano assolutamente indifferente.
INvio in allegato la sentenza della Corte di Giustizia sul muro ed i rapporti ONU SEttembre 2003, Agosto 2004, Settembre 2006 del commissario dell'ONU sulla situazione nei territori palestinesi.
Per chi fosse interessato ho anche altro materiale nonchè dei filmati girati in palestina, di cui uno avente per oggetto specifico proprio il Muro, che posso inviare in copia a chi me lo richiedesse, in modo assolutamente gratuito.
Nel caso in cui questa lista non ammettesse l'inoltro di allegati posso inviarli individualmente agli interessati.
Cordiali saluti
dario rossi
Gradirei che il sig. Dario Rossi prendesse in considerazione i punti che ho fatto presente qualche giorno fa, e ci spiegasse il Suo punto di vista in proposito. Li ripeto qui per comodità a) finora l'unica garanzia di sopravvivenza di Israele è stata la sua forza militare. Poi sarà possibile riprendere la discussione. Grazie, Brunello Mantelli |
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