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L'occasione siriana 27/06/2007

Spettabile Redazione,

 «Un'occasione per l'Europa» è il titolo dell'editoriale di Sergio Romano su “Panorama” del 28/06/2007 a pag. 45. Di quale occasione si sta parlando? Ma di quella che offre la Siria del figlio di Assad, naturalmente, attraverso la stipulazione di un accordo con l'Ue.

La Siria, secondo Romano, «è nel mezzo di una difficile transizione dall'economia dirigista, creata negli anni in cui poteva contare sull'Urss, all'economia di mercato. E ha bisogno, per riuscire in questa difficile trasformazione, dell'aiuto dell'Ue. Un accordo israelo-siriano, concluso con l'aiuto determinante dell'Europa, potrebbe avere una serie di ricadute positive. Aumenterebbe il numero dei Paesi arabi che riconoscono Israele. Darebbe a Hezbollah e Hamas la sensazione che non possono contare indefinitamente su Damasco. Incrinerebbe il patto di interesse che ha unito sinora la Siria all'Iran. E dimostrerebbe che l'Europa ha una politica mediorientale più efficace di quella degli Usa», che hanno sempre sostenuto lo Stato di Israele contro le aggressioni del mondo arabo, con gran dispiacere dei fautori (come lo stesso Romano) della trattativa diplomatica ad oltranza.

Dunque, secondo Romano, l'alleanza politico/militare tra Siria e Iran è una quisquilia puramente transitoria, che potrebbe facilmente essere superata, se soltanto l'Ue proponesse ad Assad junior un accordo di associazione. Una volta raggiunto questo, a Damasco, dopo aver mandato Ahmadinejad a quel paese, smetterebbero con il sostegno ai terroristi, l'ingerenza nelle questioni interne del Libano, l'antisemitismo e l'odio mortale contro lo Stato di Israele. Arriverebbero perfino ad aprire un consolato a Tel Aviv (beh, un'ambasciata a Gerusalemme sarebbe troppo!)

Peccato che Romano, in questo suo ragionamento, non faccia il minimo cenno al dovere della Siria di fornire adeguate garanzie, non a chiacchiere ma con i fatti, prima del raggiungimento di una simile intesa. Ma si sa, l'importante è arrivare ad un accordo con il dittatore di Damasco: le garanzie per la sicurezza di Israele e dei suoi abitanti possono aspettare le calende greche. E questa sarebbe, per Romano, “una politica mediorientale più efficace di quella degli Stati Uniti”. Più efficace per chi, di grazia?

 

Cordiali saluti

Luigi Prato, Sassari


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