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Se il Medio Oriente fosse un campo di calcio 22/06/2007

A noi italiani la questione mediorientale interessa poco e ne capiamo ancora meno:ci piace solo il calcio.

Proviamo allora a usare metafore calcistiche.

In medioriente si sta svolgendo un'imporante partita,una specie di finalissima tra il mondo occidentale democratico e il mondo islamico fondamentalista.

In campo è presente la nazionale palestinese,i suoi calciatori indossano la maglietta verde come la bandiera dell'Islam e in testa portano un kefiah.

La nazionale israeliana invece ha la divisa bianca e azzurra;in più,sul petto dei calciatori dello Stato Ebraico,in base ad una severissima disposizione FIFA (Onu),campeggia una stella gialla di notevoli dimensioni.

Sugli spalti ci sono migliaia e migliaia di tifosi,arabi,iracheni,iraniani ma anche spagnoli,italiani,francesi,inglesi,scandinavi....tutti insieme,tutti uniti la squadra palestinese...(sono entrati corrompendo i bagarini con secchielli di profumato e tossico oro nero).Esibiscono tanti cartelloni colorati,"Kill Jews for peace";"Palestina rossa","Jihad fino alla vittoria"...

Fuori dello stadio un drappello di sostenitori della squadra con la stella di David ,quasi tutti americani,e muniti di regolare biglietto,non vengono fatti entrare.

Gli uomini della sicurezza,russi e cinesi,hanno posto il veto e se ne stanno tronfi,gelidi,sussiegosi e impassibili di fronte alla legittime proteste dei soli veri Occidentali in circolazione.  

In campo la partita è all'ulimo sangue,non in senso figurato;gli undici sciacalli della  squadra palestinese,scorretti,violenti e determinati sono tutti in attacco;compreso l'ambiguo portiere Abu Mazen,che nonostante l'età e la pancia azzarda incusioni oltre la metà campo avversaria.

Quella israeliana,per par coditio formata da soli cinque difensori con le mani lagate dietro la schiena,si difende strenuamente.Gli israliani non hanno riserve,sono state rapite mentre andavano a sedersi in panchina da un gruppo terrorista libanese ma filo-siriano molto ammirato dal segaligno Chirac,ex-rappresentante della neo-repubblica di Vichy.

L'eroico portiere israeliano,sesto giocatore in campo ,l'unico ad aver legata dietro la schiena solo la mano destra,è è soprannominato dai compagni "fence di sicurezza",dai palestinesi e dai tifoni nemici "muro di apartheid"e fa letteral-mente miracoli per evitare che i "palloni" molotov del nipotini di Arafat distruggano la sua porta e non solo quella.

Veniamo alla terna arbitrale e al quarto uomo;quest'utimo è lo strabico antisemita ex Segretario generale delle Nazioni Unite che (pagato dalla pacifista Corea del Nord) è impegnato con solerzia a raccogliere soldi per i" "petardi Qassam",materiale didattico a quanto pare indispensabile per gli asili nido palestinesi.  

I guardalinee sono l'"equidistante"  ( o "equivicino" che dir si voglia ) iena baffina fetens D'alema,gli occhi accuratamente foderati di mortadella bolognese,stipendiato dall'UE;l'altro e la botticella venezuelana Chavez che svetola un bandierina cubana berciando "Asta la vittoria siempre":"W Castro,W il Che' ";lui è naturalmente stipendiato dall'OPEC. 

L'arbitro è Ken Livingstone,l'ecologista sindaco londinese che non tira lo sciacquone,in veste di rappresentante di una ONU sessantenne e obsoleta che non riesce proprio a tenere il ritmo della partita.

I punti di forza dello  squadrone palestinese sono le cadute a "pera matura" nell'area di rigore israeliana senza però nessun reale e islamicamente inpuro contatto  (fallo)

da parte "dei figli di maiali e scimmie ".

Per ogni "caduta" palestinese il campione di fair-play britannico concede rigori e rigori ai giocatori palestinesi vittime dei "perfidi Giudei"colpevoli oltretutto di aver fatto ai figli di Allah,ai minuti 48',56',67',...5 goals su azioni di legittimo contropiede.

Per ora il coraggioso "Fence" soffre ma resiste stoicamente assieme ai suoi stanchi ma mai domi compagni,colpiti dal gruppo ultras dell'Hetzbollah con monetine all'antrace  e tappi di bottiglia fatti di plastica urticante.

URGE MOVIOLA IN CAMPO!!! Se non ora,quando?

 Elisa Cali


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