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Su Herich Priebke. Una lettera critica e la risposta di Piera Prister

Premesso che sono da sempre filoisraeliano e ammiro lo Stato che più di ogni altro si è battuto e si batte contro il nazismo europeo e mediorientale, ma ritengo l'articolo in questione prodondamente ingiusto.Non nego che Priebke sia stato un criminale di guerra, ma al pari di altri criminali è quello che ora sta pagando più di tutti a fronte di un atto che è stato voluto e preparato da elementi cosiddetti "partigiani", che possono essere attualmente assimilati ai terroristi che insanguinano la Palestina odierna.I terroristi Capponi e Bentivegna, esecutori del vile attentato contro un reparto di riservisti che aveva come scopo quello di una rappresaglia, puntualmente e teutonicamente applicata, sono stati sempre a piede libero e anche premiati con medaglie ed encomi. Il sig.Priebke ha eseguito degli ordini dai quali non poteva esimersi pena la vita, è stato arrestato, estradato, processato e rilasciato dal Trbunale Militare che, pur condannandolo, lo aveva liberato a causa della sua età. Poi in seguito ad una protesta di alcuni esagitati prezzolati, l'allora ministro della Giustizia (sic) chiese ed ottenne un'altra sentenza giacobina per cui il sopracitato Priebke fu condannato all'ergastolo. Ora se la Giustizia deve essere Giustizia a tutti gli effetti, non credo che sia il caso Priebke a determinarne la correttezza, potrei citare migliaia di casi meno eclatanti e più normali nei quali la giustizia è "uguale per tutti, ma qualcuno è più uguale degli altri".

Cara signora credo che, per il bene degli Ebrei, sia il caso di valutare attentamente le compagnie che alcuni di essi frequantano; di "utili idioti" sono piene le fosse.


Herich Priebke non era un ufficiale della Wermacht,. ma un ufficiale delle SS che sapeva benissimo, quando s’era arruolato quali sarebbero stati i suoi compiti: non certo quelli che onorano un soldato che affronta un esercito nemico; ma quelli criminosi di un vile codardo, di torturatore e massacratore di cittadini inermi ed indifesi.

 

Lui, che ha sempre ribadito che aveva eseguito gli ordini che gli erano stati impartiti; ma quali ordini! Quali ordini pensate, si sarebbe potuto aspettare, lui stesso, nella sede delle SS a Roma se non quelli di seviziare, uccidere, rastrellare, deportare e sterminare?

 

In quel periodo furono commessi tanti orrori e stragi e pochissimi responsabili furono consegnati alla giustizia.

 

 Di lui sappiamo che nel 1946 si trovava in un campo di prigionia nel Nord d’Italia da cui fu fatto scappare per l’Argentina. Come anche Herbert Kappler, se ricordo bene, che fu fatto scappare addirittura  dall’ospedale militare del Celio, un’altra beffa diretta agli Italiani e un’altra offesa alla Giustizia.

 

 Si disse perche’ era  vecchio e malato, cosi’ come il povero Priebke che ugualmente e’ vecchio e malato, ma che mai nella sua lunghissima vita e nei 50 anni trascorsi in Argentina come uomo libero, e nei rimanenti anni trascorsi a Roma nell’agio del suo appartamento, mai ha mostrato pentimento. Povero! Ma quale orribile prigione ha subito! Cosi’ vengo a sapere che Priebke, come dovevasi dimostrare, si e’ macchiato di altri crimini ed altri misfatti,( si pensa), quali l’aver partecipato alla deportazione di 6 mila Ebrei nel campo di stermnio di Auschwitz e di aver torturato i prigionieri politici. Ed ora,  cari miei, i fatti si commentano amaramente da se’, non ci sono parole per definire crimini cosi’ grandi e una giustizia cosi’ esigua!

 

E voi che avete pieta’ per i carnefici non avete invece pieta’ per le vittime!

 

 Non posso umanamente andare avanti e discutere ancora di Priebke, perche’ e’ ora di pensare al numero sterminato delle vittime di fronte al quale, si’, io ribadisco il concetto di giustizia ingiusta !

 

Perche’ nella vita ci sono valori per cui battersi e tra i molti, uno e’ la verita’ di una Corretta Informazione; e ci sono giornalisti che rischiano la vita e anche la perdono, perche’ il mondo sappia.

 

L’altro grande valore e’la Giustizia che deve operare in difesa dei deboli ed inermi.

 

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 Mi hanno immensamente colpito le sagge parole pronunciate dal  Rabbino Capo della comunita’ di Roma, Riccardo di Segni a proposito dello slogan “ Nessuno tocchi Caino”

 

ha detto che: “ Bisogna stare attenti che, con l’essere debole con i malvagi si diventa malvagi con i buoni”. 

 

 

 

Piera Prister Bracaglia-Morante

 

 

P.S.      Faccio inoltre notare che l’attentato di via Rasella a Roma fu compiuto contro militari.L’eccidio delle Fosse Ardeatine fu perpetrato ignominiosamente contro civili.

 


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