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Deborah Fait
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Pace in cambio di Pace 19/06/2007
E' molto difficile capire  quello che passa nella testa  di Abu Mazen.
E' appena uscito da una guerra civile che non e' ancora finita, ha sulle spalle la responsabilita' di essere stato per tutti questi anni, dalla morte del suo infame predecessore, una specie di mummia e adesso, appena fatto il nuovo governo a Ramallah, ecco che, tutto ringalluzzito,  incomincia  a spiattellare le sue pretese.
Chiede soldi, chiede aiuti, chiede la liberazione dei prigionieri e, anatema, vuole che Israele rilasci un  pluriassassino condannato a 5 regastoli, quel Marwan Barghouti, capo dei Tanzim, la famigerata polizia di Arafat, dalle cui fila sono usciti molti degli assassini suicidi che hanno fatto stragi in Israele.
La nuova situazione seguita al "colpo di stato"di hamas a Gaza crea nuove speranze e la possibilita' di avere diversi rapporti con il nuovo governo di Ramallah.
Israele ha fatto capire chiaramente di essere disposto a trattare con Abu Mazen purche' Hamastan venga isolato e non possa piu' nuocere alle possibilita' di pace e purche', aggiungo io,  Abu Mazen non voglia  cose che nessun politico  di un paese aggressore e terrorista puo' avere la faccia tosta di pretendere.
Personalmente non sono ottimista, i palestinesi sono palestinesi e quelli di Ramallah sono gli stessi che ballavano per le strade e nelle piazze ogni volta che un kamikaze faceva strage in Israele.
Sono gli stessi che a Gaza, in questi giorni,  hanno commesso atrocita' inenarrabili, entrando nelle case, sparando a bruciapelo a famiglie intere, gettando dal 15simo piano  di un edificio giovani legati mani e piedi, sparando per le strade sulla folla.
I palestinesi sono sempre quelli dell'assassinio cumulativo, sparare nel mucchio , far esplodere autobus e bar e ristoranti con le loro stramaledette bombe umane.
I palestinesi sono ancora quelli educati all'odio e alla ferocia dalla scuola materna fino al giuramento  davanti al Corano e al kalashnikof  con la fascia verde dell'Islam sopra il passamontagna nero.
Non credo che quelli di Ramallah siano diversi.
Vogliamo dargli una chance? benissimo ma sono loro che devono ascoltare le nostre richieste, non noi le loro. Chi ha sempre aggredito e rifiutato ogni dialogo per obbedire agli ordini di Arafat "gettare gli ebrei in mare",  adesso deve accettare le decisioni altrui , chi ha educato i propri figli a diventare assassini deve  chinare la testa  e dimostrare di voler cambiare.
I palestinesi sono sempre stati abituati a pretendere, sono stati viziati dai loro ammiratori sparsi per il mondo, qualsiasi cosa facessero, qualsiasi atrocita' commettessero era scusata e capita in nome dell'"occupazione", in nome della favoletta fatta diventare realta' dalla propaganda  di "popolo cui i perfidi ebrei hanno rubato la terra".
Adesso basta!
Adesso si spera che il mondo, che ha sempre guardato altrove quando le atrocita' e la barbarie venivano fatte contro Israele, deve capire, non puo' non aver visto che la barbarie fa parte della loro cultura al punto che possono trucidare la loro stessa gente, bambini compresi.
Chissa' se i pacifinti, adesso cosi' silenziosi, ( vergogna? Imbarazzo?) si rendono conto di che genere di gente hanno protetto finora.
Chissa' se quei delinquentucoli che bruciavano bandiere urlando "palestina libera- Palestina rossa" riusciranno a capire che la loro Palestina altro non era che un crogiuolo di criminali assassini e che potrebbe nascere una nuova Palestina soltanto se quei criminali assassini verranno isolati a Gaza come a Ramallah.
Chissa' se qualcuno ammettera' che la Palestina , per poter avvicinarsi ad  essere una democrazia, non potra' mai essere rossa come vorrebbero i figli di Arafat, i vari Diliberto, Agnoletto e loro seguaci urlanti, ne' rossa come  il sangue sparso da hamas, men che  meno rossa come il sangue dei nostri figli.
La nuova Palestina  dovra' adottare il colore del lavoro, della convivenza, del rispetto e della liberta' se no morira' per sempre.
Mi torna alla mente l'aneddoto su Sharon durante un pranzo con Condoleeza Rice nella sua fattoria nel Neghev.
Sharon elencava a una sorpresissima Condoleeza tutte le disgrazie dei palestinesi , poveri , governati male, bisognosi di tutto, succubi di una dittatura.... "Peccato che siano anche , dice a un certo punto Sharon e, rivolgendosi  al suo segretario gli chiede, facendogli andare per traverso l'avocado che stava gustando, "come si dice in inglese  assetati di sangue e traditori?"
A questo punto e' stato il turno di Condie di farsi andare per traverso l'avocado.
Nessuno conosceva i palestinesi meglio di Sharon, li aveva combattuti, salvati dalle stragi arabe contro di loro, li aveva come vicini di casa. Li conosceva come le sue tasche e non si faceva troppe illusioni!
Bene,   i palestinesi, almeno quelli del West Bank,  devono cessare di essere assetati di sangue e traditori  se vogliono entrare a far parte del consesso civile, devono dimenticare la scuola dell'odio di Arafat e soprattutto devono piantarla di mendicare soldi per produrre morte .
E Gaza?  Gaza continua ad essere mantenuta da Israele che la rifornisce di acqua, elettricita', cibo, medicinali.
Paradossalmente chi dichiara apertamente di volere la distruzione di Israele accetta gli aiuti dal Paese che vuole eliminare.
Perche' non li aiuta l'Egitto?  Perche' un paese arabo non si decide di  soccorrere altri arabi?
Perche' l'Egitto non si riprende Gaza? ormai tutti hanno capito che quelli la' non potranno mai diventare una nazione, sono dei barbari , degli inetti incapaci di autogestirsi.
Gaza va isolata o hamas va distrutto non ci sono altrenative.
E finiamola di chiedere a Israele di dare, di fare, di mantenere.
Adesso si parla , sempre piu' insistentemente, di restituire il Golan alla Siria in cambio della cessazione del terrorismo.
Per chi fosse ottenebrato dalla propaganda  voglio fare una brevissima lezioncina di storia e geografia.
Il Golan non e' siriano. Il Golan, la Siria, l'Iraq hanno fatto parte del Mandato Francese di Palestina, come il resto era sotto la sovranita'  del Mandato Britannico.
Questa la situazione  dalla fine della Grande Guerra fino al 1947, prima, per 400 anni,  tutto era proprieta' dell'Impero ottomano.
La Siria  che ha ottenuto l'indipendenza nel 1947 si e' impossessata del Golan, pur nion avendo nessun tipo di legame storico con quel territorio , soltanto per poter dominare Israele e sparare sugli ebrei.
La Siria ha mantenuto la sovranita' sul Golan fino al 1967. 
Quanto fa? Vent'anni.
In questi 20 anni la Siria non ha fatto altro che sparare, non ha costruito un villaggio, una stalla, non ha coltivato un solo filo d'erba.
Israele ha conquistato il Golan nel 1967 ed e' tuttora  israeliano .
Dal 1967 a oggi quanto fa? Quarant' anni giusti giusti.
In questi 40 anni  Israele ha costruito citta',  kibbuz, coltivato a perdita d'occhio  vigneti che producono l'ottimo vino del Golan, ha creato allevamenti di mucche e di cavalli.
L'altipiano e' verde come uno smeraldo e , grazie ai mulini, fornisce energia pulita a mezzo Israele. Sono ritornate persino le cicogne e gli uccelli migratori che  durante l'occupazione siriana avevano cambiato rotta a causa dei continui spari.
Allora,  adesso qualcuno deve spiegarmi, in modo chiaro e convincente, perche' 20 anni  di spari siriani valgono di piu' di 40 anni di lavoro e dedizione israeliani?
Israele e' l'unico paese al mondo che ha restituito territori legittimamente conquistati durante guerre di aggressione.
Non esistono altri esempi, nessuno costringe Slovenia e Croazia a restituire l'Istria all'Italia, nessuno cosrtinge la Francia a restituire all'Italia Nizza e la Corsica. E nessuno costringe l'Italia a restituire il Sudtirol all'Austria per non parlare di tutti i territori passati di mano durante la seconda guerra mondiale.
Allora chi e' in grado di spiegare perche' da Israele si pretendono passi mai richiesti a nessuno?
Perche' gli arabi che possiedono il 99,99% di tutto il Medio Oriente , per convincersi a fare la pace con Israele, devono chiedere altra terra, mai sazi , mai paghi, interessati soltanto a rendere Israele sempre piu' minuscolo e vulnerabile.
La pace si da per altra pace, volere in cambio territori conquistati da chi ha vinto tutte le guerre da cui si e' strenuamente difeso, e' immorale, ingiusto, inaccettabile.

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