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Una lettera inviata a Barbara Spinelli 18/06/2007

Qui si trova l'articolo di Barbara Spinelli a proposito del quale è stato scritto questo articolo:

Da lungo tempo ho purtroppo perso l'abitudine di apprezzare i suoi articoli,
e soprattutto quando lei parla di questioni mediorientali. Dispiace
particolarmente il suo ripetuto ricorso a frasi equivoche, per indurre in
errore il lettore meno informato.
E allora le ricordo, per esempio, che Arafat non ebbe mai a riconoscere in
modo esplicito , nei documenti in arabo dell'OLP, l'esistenza dello stato di
Israele. Avrebbe temuto di fare la fine di Sadat, altrimenti. L'eventuale
trattativa con Israele è sempre stata, nello spirito suo come dei successivi
dirigenti di Hamas, e anche di Fatah, una fase di tregua momentanea, magari
senza neppure interrompere azioni di guerra, da superare con la definitiva
vittoria dell'islam e la conseguente cacciata degli ebrei. Ma queste cose
lei non le dice mai, signora Spinelli. Eppure basta leggere i loro giornali
o sentire le loro televisioni per capirle.
Non è poi corretta quando parla di umiliante accesso dei palestinesi: ma
cosa deve fare secondo lei Israele per proteggere la vita dei propri
cittadini? Ci vuole pensare un pochino con serietà, e senza preconcetti? E
così forse si accorgerebbe che anche parlare sempre del muro, e di solo
quello lì, che per il 95% non è neppure muro, è profondamente scorretto
verso i suoi lettori. Lei deve usare i termini appropriati, e spiegare anche
le ragioni di quel che succede: un articolo su un quotidiano, soprattutto se
di fondo, non è una lezione di filosofia teorica.
Le ricordo poi che anche le vie d'accesso dell'Italia e di tutti gli stati
del mondo sono presidiate dai paesi confinanti: non si deve giocare in quel
modo con le parole, per indurre in errore il lettore meno attento.
Gli insediamenti, poi, Israele ha sempre saputo chiuderli, quando ve ne sono
state le condizioni (pace con l'Egitto, Gaza). E così vede che anche le sue
dissertazioni sugli insediamenti sono vuote parole. Si tratti correttamente,
e si trova una soluzione. Le assicuro, anche se lei è convinta del
contrario, che gli ebrei non sono peggiori degli altri uomini.
Ma lei preferisce mettere in bocca a Khalidi ogni leggera critica ai
palestinesi. Ritiene forse, con tale metodo, di procurarsi dei meriti
personali nell'eventualità che un giorno possa finire nelle mani di
fondamentalisti islamici, magari anche nella oggi ancora più o meno
tranquilla Europa?
Da quanto precede ne consegue che la impossibilità di fare uno stato
palestinese non è da attribuire solo a Israele e a Bush. Nessuno, in quella
disgraziata area, vuole che nasca uno stato palestinese, tranne proprio gli
israeliani, e tranne gli americani. Ai fondamentalisti interessa, in realtà,
solo uno stato islamico che si estenda, senza confini e senza democrazia, in
tutte le terre dove l'Islam è passato, e cioè dalla Spagna fino
all'Indonesia. E se ci riuscissero si ricordi, signora Spinelli, che non le
basterà indossare il burqa per salvare la sua anima, nonostante le sue
continue strizzatine d'occhio ai poveri palestinesi.
lettera firmata


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