La campagna dell'Onu contro Israele intervista a Hillel Neuer, presidente di UN Watch
Testata: Agenzia Radicale Data: 18 giugno 2007 Pagina: 1 Autore: Elena Lattes Titolo: «UN Watch per monitorare l'ONU»
Da AGENZIA RADICALE del 18 giugno 2007:
A prima vista può sembrare un ragazzino poco più che ventenne, ma quando lo si sente parlare ci si accorge di tutta la sua competenza e maturità; Hillel Neuer è il presidente dell’associazione UN Watch, una ong, creata nel 1993 da Morris Abram - già rappresentante statunitense all’Onu e vecchio collaboratore di Martin Luther King - con sede a Ginevra, il cui scopo è monitorare l’operato delle Nazioni Unite e denunciarne le ingiustizie commesse, raccontando ai mass media cosa succede all’interno delle sessioni e obbligando i funzionari a rendere conto del loro operato.
In occasione di una sua visita a Roma, l’abbiamo incontrato per capire cosa non va e perché. Neuer parte dagli anni ’70 quando i Paesi arabi, all’indomani della sconfitta nella Guerra del Kippur, si resero conto del loro fallimento nel conquistare Israele militarmente e decisero quindi di spostare la guerra sul piano diplomatico e propagandistico.
Non a caso, infatti, nel 1975 fu approvata dall’Assemblea Generale la risoluzione che equiparava il Sionismo al razzismo. Sebbene sia stata poi abolita nel 1991, lo spirito permane tuttora ed il Sionismo rimane l’unico movimento di autodeterminazione di un popolo ad essere discriminato.
La Commissione dei Diritti Umani è la sezione che più risente di doppiopesismo, essendo formata da 53 Paesi, tra cui alcune delle peggiori dittature presenti oggi nel mondo: Cuba, Sudan, Cina, Arabia Saudita. Basti pensare che ogni anno si riunisce per emanare 10 risoluzioni di condanna di cui 5 soltanto per Israele, mentre le altre vengono dedicate a cinque dittature, tra le quali naturalmente non figura nessun Paese arabo.
Ogni ordine del giorno presenta principalmente due punti, il primo riguarda la violazione dei diritti umani in 192 Paesi, il secondo la violazione dei diritti umani “nei Territori Occupati”, laddove non si tratta del Tibet occupato dai cinesi, dei protettorati delle ex colonie europee, del Kashmir o di qualunque altra zona del mondo che rivendica la propria autonomia, ma soltanto di quelli palestinesi.
In poche parole, quindi, questa Commissione sorvola brevemente su tutti i Paesi, focalizzando la sua attenzione soltanto su Israele e ignorando oculatamente tutte le aggressioni da parte araba e palestinese.
Due anni fa Kofi Annan decise che la Commissione non funzionava e la trasformò in un Consiglio, le cui caratteristiche negative, però, permangono tuttora. I due relatori speciali, lo svizzero Jean Ziegler e il sudafricano John Dugard non hanno mai mancato l’occasione di attaccare Israele.
Il primo in tutto il 2004 visitò soltanto i Territori sotto il controllo dell’Autorità Palestinese, ignorando gli altri 800 milioni di affamati nel mondo e nel 2005 in un rally propalestinese a Ginevra paragonò Gaza ad un campo di concentramento e gli israeliani ai nazisti.
In un’altra occasione affermò che gli Stati Uniti “sono una dittatura imperialista colpevole di genocidio a Cuba” per aver imposto l’embargo. Nel 1989 collaborò col dittatore libico nell’istituire il “Premio Muhammar Gheddafi per i diritti umani” in contrasto con il Premio Nobel per la pace, considerato da lui troppo occidentale e nel 2002 lo vinse insieme al negazionista francese Garaudy.
Gli altri vincitori, neanche a dirlo, sono Chavez, Fidel Castro, il capomafia Mahadi Mohammad, Farrakhan. Quando l’estate scorsa Hamas, entrando in Israele da Gaza, rapì Gilad Shalit, uccidendo anche altri soldati, John Dugard cominciò il suo discorso esprimendo la sua simpatia per il rapito. Per un istante tutti si meravigliarono, finché egli non aggiunse che esprimeva quella sua simpatia per tutti i giovani “costretti a servire uno Stato di apartheid”.
Grazie alle denunce di UnWatch nel 2003 Ziegler fu indagato per la prima volta. Naturalmente non ne uscì nessuna condanna, grazie alla maggioranza dei Paesi che lo difesero, ma per un anno almeno, fu costretto a comportarsi meno scorrettamente. E perfino Kofi Annan si vide obbligato a prendere le distanze dalle sue affermazioni. Era la prima volta che l’Onu metteva in discussione un suo esperto.
La responsabilità di tutte le ingiustizie ovviamente non ricadono soltanto su questi due esponenti, se si pensa che nel marzo scorso lo stesso Hillel Neuer fu minacciato dal presidente della Commissione, Luis Alfonso de Alba di non essere più ammesso a parlare perché aveva osato far notare che nel mondo c’erano tragedie ben più grandi dell’”occupazione israeliana”, compresa la guerra intrapalestinese che allora era solo all’inizio, ma che già aveva causato diverse decine di morti in un tempo assai breve.
Purtroppo la serata è stata breve e Neuer non ha avuto la possibilità di illustrarci altri esempi, ma per chi fosse interessato può consultare il sito dell’organizzazione: http://www.unwatch.org
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