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La Repubblica Rassegna Stampa
18.06.2007 Se i razzi sono sparati dal Libano contro Kiryat Shmona, perché la foto mostra un artigliere israeliano ?
una scelta che serve a confermare i pregiudizi

Testata: La Repubblica
Data: 18 giugno 2007
Pagina: 8
Autore: Alberto Stabile
Titolo: «Razzi dal Libano contro Israele»

La REPUBBLICA del 18 giugno 2007 pubblica a pagina 8 una cronaca di Alberto Stabile sull'aggressione a Israele dal territorio libanese.
Vi sono alcune scorrettezze che possono essere definite  di routine: il terrorismo palestinesediventa la  "guerriglia", la smentita di Hezbollah è classificata credibile, mentre quella israeliana (secondo i libanesi Israele avrebbe risposto al fuoco) é riportata senza nessun commento.Più grave che il sottotitolo," Ritorna la minaccia dei Katyusha. "L´esercito ha risposto al fuoco"" , non faccia menzione della smentita israeliana.


La scorrettezza forse più rilevante, comunque, risiede nella scelta della fotografia che illustra l' articolo. Rappresenta un artigliere israeliano durante la guerra contro Hezbollah dell'agosto 2006. Perché non mostrare la foto di un razzo katiuscia ? O quella dei suoi effetti sulle città israeliane ? Perché non scegliere una foto attuale, per esempio di Kiryat Shmona, e cercare invece un immagine risalente a un anno fa relativa a un'azione militare di Israele, che in questo momento è attaccata e non si sta nemmeno difendendo ?

Ecco il testo di Stabile:

RAMALLAH - Dopo quasi un anno di silenzio totale, le sirene sono risuonate al confine con il Libano. Tre razzi Katyusha sono stati sparati contro il territorio israeliano, due sono caduti sulla cittadina di Kiryat Shmona, un terzo nei pressi di una base dell´Unifil, in Libano, un quarto non è partito ed è stato trovato ancora legato al lanciatore. Secondo l´Intelligence libanese, l´esercito israeliano ha risposto con almeno cinque colpi d´artiglieria, però Israele smentisce.
Nessuna milizia tra le molte presenti nella zona ha rivendicato l´attacco, ma stavolta la secca smentita degli Hezbollah, diffusa dalla Tv del partito, al Manar, appare credibile. I sospetti cadono sulla guerriglia palestinese.
Per un attimo è tornato lo spettro della guerra d´estate, quando il Nord d´Israele è stato bombardato da quattromila missili Katyusha esplosi dalle imprendibili basi degli Hezbollah, in risposta ai bombardamenti israeliani su tutto il Libano.
Preoccupazione illogica, perché se è vero, come sostengono i servizi d´informazione israeliani, che l´esercito del Partito di Dio è molto occupato a riarmarsi, a rafforzarsi e ricostruire le sue difese, non ha certo interesse a lanciare un´inutile e controproducente provocazione.
In ogni caso, è scattato l´allarme nelle basi militari del Nord.
Il servizio delle ambulanze è stato messo in stato d´allerta. Il premier, Ehud Olmert, in visita ufficiale negli Stati Uniti è stato immediatamente informato e, a sua volta, s´è subito consultato con il ministro della Difesa, e con quello degli Esteri. Sono stati i collaboratori del primo ministro a far sapere che, a quanto sembrava, la matrice dell´attacco «era palestinese e non Hezbollah».
I Katyusha che hanno raggiunto Kiryat Shmona non hanno quasi fatto danni materiali, se si escludono quelli subiti da una macchina parcheggiata, colpita da schegge. Il loro impatto è stato soprattutto psicologico e politico.
Il motivo è semplice. Sono giorni di alta tensione nella zona. La spallata di Hamas a Gaza è qualcosa che Israele non può ignorare.
Non a caso il ministro della Difesa in pectore, Ehud Barak, ha fatto capire che il problema non è se Israele farà i conti con il movimento islamico, ma quando questo avverrà.
Al confine Nord, grazie alla presenza dell´Unifil e dell´esercito libanese, la situazione è rimasta tranquilla dalla fine della guerra (14 agosto del 2006) in poi. Ma in Israele s´è molto speculato, anche a livello ufficiale, sullo spiegamento difensivo e il livello di prontezza delle truppe siriane lungo il confine del Golan. Dovesse per un qualche motivo alzarsi la tensione al Nord, Israele si troverebbe come la scorsa estate stretta in una morsa. Chi ha sparato i Katyusha vuole precisamene questo, incendiare la regione.
E´ per evitare qualsiasi coinvolgimento in un polverone che non va in direzione dei loro piani che gli Hezbollah, si sono affrettati a far sapere «noi non c´entriamo». Restano le schegge impazzite della galassia palestinese: quelle che si annidano nei campi libanesi e hanno voluto lanciare un avvertimento a Ramallah nel giorno in cui il governo d´emergenza di Salam Fayyad presta giuramento. Oppure, come ha detto il corrispondente della Radio Israeliana, al Fatah al Islam, il gruppo che sta impegnando da settimane l´esercito libanese a Nord di Tripoli. Un gruppo che, pur richiamandosi ad al-Qaida, rivendica la sua appartenenza alla causa palestinese.

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