Per la cronaca degli avvenimenti a Gaza, abbiamo scelto il pezzo di Davide Frattini, a pag.16 del CORRIERE della SERA di oggi, 17/16/2007 dal titolo: " Gli Usa:aiuti al nuovo governo palestinese".
GERUSALEMME — In fuga da Gaza. Con quello che sono riusciti a infilare in una valigia o nei sacchetti di plastica. In fuga, strisciando sulle braccia per evitare i posti di blocco di Hamas o trasportati in carriola con le gambe bendate. I fedeli del Fatah si sono ammassati al confine con Israele, al valico di Erez. L'esercito dall'altra parte della barriera ha sparato in aria per disperderli, «ma abbiamo lasciato passare un centinaio di persone», spiega un portavoce. Il direttore di tv Palestina ha arrancato per 300 metri, schivando i proiettili dei fondamentalisti e un carrarmato di Tsahal. «Per gli integralisti sono sempre stato un bersaglio. Nei giorni scorsi ho ricevuto un sms sul cellulare: "Presto sarai punito"».
Hamas ha promesso l'amnistia per i dirigenti della fazione laica. Le esecuzioni sono andate avanti: due miliziani delle Brigate Al Aqsa sono stati freddati. La casa di Yasser Arafat è stata saccheggiata. Il leader, scomparso nel novembre del 2005, non ci metteva piede da sei anni, da quando gli israeliani non gli avevano più permesso di lasciare la Cisgiordania. La gente si è portata via quello che ha potuto.
Il bottino più ricco per Hamas sarebbe arrivato dalle caserme dell'intelligence e della Sicurezza preventiva. I miliziani avrebbero recuperato schedari e computer pieni di informazioni che riguardano anche i servizi segreti occidentali, compresa la Cia. «Abbiamo sottovalutato i rischi — commentano gli analisti israeliani — piuttosto che far finire quel materiale nelle mani degli integralisti islamici avremmo dovuto bombardare i palazzi».
Il premier deposto Ismail Haniyeh ha rimpiazzato i comandanti militari fedeli al presidente Abu Mazen e gli uomini della Forza esecutiva hanno rastrellato le case degli avversari per recuperare le armi. Haniyeh vuole imporre l'ordine e la calma nella Striscia. Non è chiaro come l'organizzazione pensi di gestire Gaza, senza supporto internazionale e contatti con il mondo esterno. Ieri la gente si è messa in fila davanti alle panetterie e ai distributori di benzina. «Tutti dicono che le frontiere resteranno sigillate. Cerchiamo di accumulare zucchero, cibo e carburante», racconta Sarifa Hada, madre di sette figli, all'Associated
Press. «Israele autorizzerà l'ingresso di aiuti umanitari per evitare un disastro», assicura Avi Dichter, ministro per la Sicurezza Interna, e il premier Ehud Olmert dichiara: «Abbiamo un'opportunità. Un governo che non sia di Hamas è un partner, collaboreremo».
A 45 chilometri di distanza, a Ramallah, miliziani del Fatah hanno assaltato il Parlamento e i palazzi dei ministeri. All'urlo di «fuori Hamas» hanno tentato di rapire Hassan Kreishe, vicepresidente dell'Assemblea, e avvertito i membri dell'organizzazione fondamentalista: «Dovete andarvene». Hamas ha minacciato rappresaglie contro le forze dell'Autorità in Cisgiordania, se Abu Mazen non ferma gli attacchi.
Il presidente e il premier incaricato Salam Fayyad hanno continuato a lavorare per far nascere il governo di emergenza. Fayyad ha presentato una lista di dodici ministri e l'insediamento è previsto per oggi. Un decreto emanato nella notte ha ratificato la composizione dell'esecutivo, incaricato di gestire la situazione fino alle elezioni anticipate, annunciate dal raìs. Che ha respinto un tentativo di mediazione della Lega Araba, perché aprisse un negoziato con Khaled Meshal, il leader di Hamas che vive in Siria. «Non parlo con gli assassini », ha risposto il presidente.
La comunità internazionale ha riconosciuto la legittimità delle decisioni di Abu Mazen. Jacob Walles, console americano a Gerusalemme, lo ha visto alla Muqata per assicurargli che l'embargo economico dovrebbe venire rimosso la settimana prossima. «Sono convinto che collaboreremo con questo governo», ha spiegato dopo l'incontro. Il blocco degli aiuti era stato deciso da americani, europei e israeliani dopo la vittoria di Hamas nelle elezioni del gennaio 2006.
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